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La vittoria di Kishida dimostra che il partito liberaldemocratico è ancora di Abe

Kishida_Cabinet

@内閣官房内閣広報室 - Wikimedia commons - CC BY 4.0

La fine dei Giochi olimpici e paralimpici di Tokyo è coincisa con l’inizio di un nuovo periodo di instabilità politica in Giappone. Il Primo ministro Suga Yoshihide ha rassegnato le dimissioni e Kishida Fumio, già ministro degli Esteri, è stato eletto nuovo presidente del Partito liberaldemocratico (PLD). Le elezioni del presidente del PLD sono l’evento politico più significativo in Giappone: dato che il partito è al potere quasi ininterrottamente dal 1955, è molto probabile che il presidente del PLD sia confermato Primo ministro. Segnata profondamente dalla volontà di Abe, l’elezione di Kishida non è sfuggita ai tradizionali schemi della politica giapponese, dimostrando come – ancora una volta – il PLD abbia cambiato volto per non modificare la sostanza delle proprie politiche.  

Le dimissioni di Suga Yoshihide

Considerato l’uomo giusto per garantire la continuità politica ed economica del Paese dopo i nove anni di presidenza Abe, a inizio settembre Suga ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente del PLD, rinunciando a ricandidarsi come Primo ministro. In carica da poco meno di un anno, Suga è stato costretto a rinunciare alla guida del Paese, avendo perso sia consenso popolare sia fiducia all’interno PLD.

Olimpiadi impopolari e campagna vaccinale a rilento

Se all’inizio del proprio mandato il gabinetto di Suga registrava un tasso di approvazione del 74% – il terzo più alto di sempre per un governo giapponese appena formato – alla fine di agosto il supporto era precipitato al 30%. Suga ha pagato in termini di popolarità una gestione poco ordinata della pandemia, con una campagna vaccinale molto lenta e segnata dalla decisione di far svolgere i Giochi di Tokyo nonostante l’emergenza sanitaria. Durante la cerimonia di apertura, centinaia di persone avevano protestato di fronte allo Stadio olimpico di Tokyo al grido di “Le vite vengono prima delle Olimpiadi” (“Lives over Olympics”). Quando atlete e atleti disputavano le competizioni protette nella bolla del villaggio olimpico, Tokyo e altre cittadine giapponesi erano alle prese con il quarto stato di emergenza e con l’ondata di casi più alta dall’inizio della pandemia.

Un partito sfiduciato

Mentre il consenso popolare andava scemando, Suga ha cominciato a perdere approvazione anche internamente al partito. Il primo campanello d’allarme è arrivato il 22 agosto, con la sconfitta di Hachiro Okonogi – alleato di Suga – alle elezioni amministrative di Yokohama, città natale dell’ex Primo ministro. Il fatto che Suga non sia riuscito a portare il proprio candidato alla vittoria nella propria roccaforte politica ha portato i membri del PLD a temere che non sarebbe riuscito a guidare il partito alle elezioni della Camera dei Rappresentanti – uno dei due rami della Dieta giapponese, l’equivalente del parlamento italiano – che si terranno a novembre. Secondo la Costituzione, in concomitanza con l’elezione della Camera bassa deve essere sciolto il governo e nominato il Primo ministro, ed è quindi fondamentale per il PLD mantenere la maggioranza.

Nel tentativo di riconquistare la fiducia del partito, Suga ha annunciato un cambiamento nella leadership del PLD, proponendo di sostituire figure influenti e anziane – come quella di Nikai Toshihiro, segretario generale del partito – con nuovi volti. Tuttavia, nessuno dei nomi forti del PLD si è fatto avanti – dichiarando implicitamente di non voler avere niente a che fare con il gabinetto Suga – e Kishida Fumio ne ha approfittato per lanciare il guanto di sfida alla presidenza del PLD. Costretto dagli eventi, Suga ha lasciato la guida del partito il 2 settembre.

L’elezione del presidente del PLD

Il presidente del PLD viene scelto dagli iscritti al partito e dai parlamentari. Per vincere, risulta necessario ottenere quanto più appoggio possibile dalle sette fazioni del partito. Il fazionalismo è molto forte all’interno del partito conservatore giapponese e fa convivere correnti molto diverse. Al tempo stesso, è una delle caratteristiche che ha garantito la longevità governativa del PLD. Con la rotazione dei leader di fazione al ruolo di Primo ministro, gli elettori possono veder soddisfatta la loro voglia di cambiamento e rinnovamento senza dover votare per un altro partito. Intervistata da Mokoto Rich per il New York Times, Mieko Nakabayashi – docente di scienze politiche all’università Waseda di Tokyo – ha paragonato il partito conservatore giapponese ad Amazon: «Puoi trovare qualsiasi cosa cerchi e [il partito; N.d.r.] te la consegna a casa. Non vi è la necessità di un partito di opposizione per comprare qualcosa di diverso». Le elezioni di settembre 2021, con quattro candidati profondamente diversi tra loro, illustrano bene questo fenomeno:

L’elezione di Kishida 

Nei giorni precedenti alle votazioni, il candidato più popolare tra gli iscritti al PLD  e a livello nazionale era Kono Taro, gradito ai giovani e dato a circa il 40% delle preferenze. Kishida risultava secondo con il 22% delle preferenze, seguito da Takaichi e Noda. All’interno del partito, fino all’ultimo la maggior parte delle fazioni non è stata in grado di esprimere una chiara preferenza che avrebbe dovuto guidare i voti del partito. Ciò è accaduto perché i membri molto giovani del PLD volevano che la scelta del candidato fosse slegata dalle logiche di partito

L’influenza di Abe

Nella realtà dei fatti, l’elezione è stata decisa proprio da una mossa intrapartitica: la scelta di Abe di appoggiare apertamente Takaichi, politica conservatrice in linea con le idee sulla sicurezza nazionale e la politica estera di Abe. L’appoggio di Abe ha dato forza e rilievo alla candidatura di Takaichi, incoraggiando molti tra i membri più conservatori del partito a schierarsi con lei. In questo modo, Abe è riuscito a ostacolare la candidatura di Kono, osteggiato dall’ex Primo ministro per le sue posizioni contro il nucleare e a favore dei diritti sociali – come il matrimonio egualitario – o l’idea che una donna possa diventare imperatrice. Kishida, seppur liberale, moderato e in passato avversario politico di Abe, è stato giudicato una minaccia più contenuta rispetto a Kono. Per assicurarsi il supporto dell’ala destra del partito – e in contrasto con alcune posizioni espresse in passato – Kishida ha rilasciato dichiarazioni conservatrici sui temi sociali, sottolineato la volontà di emendare la Costituzione e di adottare una politica estera assertiva nei confronti della Cina. 

Nel giorno dell’elezione, Kono ha ottenuto meno voti del previsto dai membri ordinari del partito – al contrario di Kishida – rendendo più facile ai parlamentari PLD appoggiare un candidato diverso. Takaichi, grazie al supporto di Abe, è arrivata seconda nei voti dei parlamentari – una sconfitta enorme per Kono. Durante il ballottaggio tra Kono e Kishida, i più conservatori hanno dato luce verde per votare il liberalmoderato Kishida, assicurandone la vittoria. 

Dove va il partito di Kishida

Nonostante la fazione di Kishida sia liberale e moderata, è difficile pensare che queste saranno le caratteristiche del PLD a guida Kishida. Considerato il peso diretto e indiretto esercitato da Abe e Takaichi nel determinare la sua vittoria, ci si aspetta che il partito continui nel solco a destra tracciato da Abe. Ad esempio, pur avendo sottolineato la necessità di un “nuovo capitalismo”, Kishida non ha espresso alcuna volontà di distanziarsi dalle politiche economiche dell’amministrazione Abe.

«Se vogliamo che tutto rimanga com’è, è necessario che tutto cambi», scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel celebre romanzo Il Gattopardo, descrivendo la realtà siciliana di metà Ottocento. Una frase che sembra quanto mai attuale per definire le dinamiche politiche legate all’elezione di Kishida, che ha dimostrato come il PLD rimanga, di fatto, il partito di Abe. Pertanto, pur non essendo direttamente al potere, l’ala destra del partito e la fazione di Abe influenzeranno in maniera determinante l’amministrazione di Kishida Fumio, nominato centesimo Primo ministro del Giappone il 4 ottobre 2021.

 

 

 

Fonti e approfondimenti

Harris, Tobias, “Fumio Kishida unlikely to break with Shinzo Abe’s legacy”, Nikkei Asia Review, 30 settembre 2021.

Liberal Democratic Party of Japan, “Rules for election of President”.

Kyodo News, “Taro Kono tops Kyodo poll of LDP members as most fit to be Japan PM”, 18 settembre 2021.

Rich, Mokoto, “Why the Governing Party Election Is the Main Event in Japan”, The New York Times, 28 settembre 2021.

The Japan Times, “Suga to bump Nikai out of LDP No. 2 spot in bid to save his own job”, 31 agosto 2021.

Shigeta, Shunsuke, “Generational divide clashes with factions in Japan’s ruling party”, Nikkei Asia Review, 5 settembe 2021.

Sugiyama, Satoshi, “In the LDP’s leadership race, Abe is looking like the ultimate victor”, The Japan Times, 30 settembre 2021.

Yoshino, Naoya “Three moments that put Japan PM Suga on road to resignation”, Nikkei Asia Review, 3 settembre 2021.

 

 

 

Editing a cura di Beatrice Cupitò

 

 

 

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