Il 17 aprile 2024, il presidente del Kosovo Vjosa Osmani ha proposto una giornata nazionale di lutto per commemorare le donne e le ragazze vittime di femminicidio.
Nella stessa settimana, due donne kosovare, Gjyljeta Ukella ed Erona Cokli, sono state uccise dai rispettivi mariti. Portando il numero di casi di femminicidio a 55, in un Paese di soli 1,8 milioni di persone. Questa strage è lo specchio di un sistema sociale in cui la presa della cultura patriarcale è particolarmente evidente.
Il divario di genere nei Balcani occidentali
Le norme patriarcali di genere sono profondamente radicate nella regione e gli squilibri di potere tra uomini e donne sono particolarmente forti, in molti ambiti della vita sociale.
Il divario retributivo di genere, per esempio, varia dal 20 al 39%. Lo status socioeconomico delle donne è, quindi, particolarmente indietro rispetto a quello degli uomini. Nei Balcani occidentali, le significative lacune di genere nei tassi di retribuzione e di partecipazione al mercato del lavoro si fanno sentire più acutamente in Kosovo, Macedonia del Nord e Bosnia-Erzegovina, Paesi con i più alti tassi di povertà e mancanza di risorse. Numerosi studi hanno dimostrato che le donne con uno status socioeconomico inferiore tendono a essere facilmente vittime di violenza domestica.
La violenza di genere nei Balcani occidentali
Il numero di donne uccise nei Balcani occidentali è tragicamente in aumento. La violenza di genere in questi Paesi rimane una minaccia di vasta portata. Nel 2020 e nel 2021, oltre 100 donne sono state uccise nei Balcani occidentali, circa la metà delle quali proveniva dalla Serbia. Le vittime sono state uccise dai loro mariti o ex mariti, nella propria casa o appartamento.
I Balcani occidentali sono unici per la loro eredità di guerra, insicurezza economica e storia di violenza sessuale. Questi fattori hanno contribuito a creare un ambiente di povertà, conflitto e trauma intergenerazionale, dove la violenza domestica è perciò ampiamente accettata come parte dello status quo. Tuttavia le donne che denunciano le brutalità delle violenze sono assai poche, a causa del poco sostegno sociale e di una vera e propria protezione legale.
Secondo uno studio dell’OSCE, l’ Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, quasi la metà delle donne bosniache ha subito abusi nel corso della propria vita, con l’84% dei casi non segnalati. Non solo, oltre la metà delle donne in Bosnia-Erzegovina è sopravvissuta alla violenza del partner intimo, o a qualche altra forma di abuso, dall’età di 15 anni.
Dal 2020 al 2023, sono stati documentati 139 casi di femminicidio in Serbia, Albania e Montenegro. Ciò significa che 26 donne su un milione in questi paesi sono state uccise durante questo periodo. Tuttavia, a causa di problemi di sottostima, il numero effettivo di femminicidi è probabilmente molto più alto.
Una storia che continua
I corpi delle donne, obiettivi di stupro durante i conflitti armati jugoslavi negli anni Novanta, hanno continuato a essere oggettivati, sessualizzati e abusati anche nel XXI secolo.
Le sopravvissute allo stupro in tempo di guerra continuano ad affrontare l’emarginazione e la discriminazione. Con i propri corpi ancora oggettificati, progettati per essere conquistati da uomini onnipotenti che affrontano poca o alcuna responsabilità per la loro condotta criminale. Una violenza che rimane impunita e resta invisibile agli occhi della società.
Il femminicidio nei Balcani occidentali non è solo una grave questione di diritti umani, ma è anche una crisi di salute pubblica emergente. Senza un intervento immediato da parte delle istituzioni e dei soggetti politici, questo problema strutturale continuerà senza sosta. Le organizzazioni della società civile come la Kosovo Women’s Network e il Centro autonomo delle donne di Belgrado forniscono attualmente supporto legale alle donne vittime di violenza di genere. Nella regione, però, a mancare sono i rifugi protetti, per non parlare della mancanza di un’assistenza psico sociale per le vittime.
Finanziare e incentivare queste misure potrebbe salvare almeno 500 donne da un femminicidio nei prossimi dieci anni. Eppure, oggi, ogni settimana, una donna viene ammazzata nei Balcani occidentali. E questa cifra è solo in aumento.
Fonti e approfondimenti
Chen, A., & Domi, A., “Women are being murdered in the Western Balkans, and it is time to take action”, Euronews, 3/05/2024
European Forum for Democracy and Solidarity, “Femicide in the Western Balkans“, 14/08/2023