Da una parte c’è Israele, il 17esimo esercito più forte del pianeta secondo la classifica stilata da Global fire power, dall’altra Hezbollah, movimento e attore non statale meglio armato del mondo: un confronto destinato a essere brutale. Nelle ultime settimane l’esercito israeliano ha eliminato la maggior parte dei vertici del gruppo sciita, arrivando a uccidere anche lo stesso leader e segretario generale Hassan Nasrallah, e ha bombardato diverse postazioni militari nemiche, soprattutto nel Libano del sud. Ma ha anche colpito una lunga serie di edifici civili, uccidendo oltre mille persone secondo le ultime stime. Ora ha anche iniziato l’operazione largamente prevista.
Nonostante gli attacchi di Israele tramite i cercapersone e walkie talkie, Hezbollah mantiene una forza importante e può comunque operare e muoversi nella fitta rete di tunnel e bunker costruiti sin dagli anni Novanta dagli ingegneri del partito e da quelli iraniani. Simile alla rete di Hamas, la ragnatela di Hezbollah va dalla zona costiera di Naqura e Tiro fino alle montagne del monte Hermon e delle Alture del Golan, passando per gli anfratti collinari di Bint Jbeil e la pianura di Marjuyoun. Una rete di tunnel si sarebbe sviluppata anche in alcune zone di Beirut, a partire dalla ricostruzione di Haret Hreik dopo la guerra del 2006.
In uno scontro alla pari il successo dello Stato ebraico potrebbe apparire scontato, ma così non è. L’operazione di terra rende la guerra asimmetrica alla portata di Hezbolah che, grazie alla preparazione sul campo (non è la prima invasione di terra del Libano) e alla conoscenza del territorio, è in grado di fronteggiare l’Idf portando molti danni ai nemici. Come in parte successo a Gaza, in Libano Israele potrebbe rimanere impantanato in una guerriglia urbana che sembra non sia ancora in grado di dominare.
Gli uomini di Hezbollah
Hezbollah non è una milizia come le altre: fondato nel 1982 durante l’invasione israeliana del Libano, il movimento sciita è un praticamente uno Stato nello Stato soprattutto nel sud del Paese, dove ha creato un tessuto sociale di cui fa parte. Il gruppo, soprattutto dalla salita al potere di Nasrallah nel 1992, si è candidato alle elezioni ottenendo grande popolarità politica e seggi in Parlamento.
Difficile fare una stima precisa delle forze di cui dispone Hezbollah. Nel 2021 l’ormai defunto leader di Hezbollah Nasrallah affermava che la milizia poteva disporre di 100 mila combattenti.
Un numero probabilmente gonfiato: secondo alcuni esperti la forza effettiva sarebbe compresa tra 15 mila e 20 mila combattenti addestrati, ai quali si aggiungerebbero un massimo di 30 mila membri part-time. Altre stime, come quella dell’Atlantic council, invertono questi numeri: 30 mila effettivi, con un corpo di riservisti che potrebbe attingere ad altri 10 mila-20 mila combattenti.
In ogni caso, sarebbero circa la metà di quelli vantati dal leader, ma comunque paragonabili a un esercito di un Paese europeo di piccole dimensioni: la Slovenia, per esempio, si stima abbia 38 mila effettivi militari, tra personale attivo e riservisti.
Le forze di Hezbollah sono costituite principalmente da fanteria leggera, storicamente addestrata e costruita per la furtività, la mobilità e l’autonomia. Insomma, per la guerriglia urbana.
Il Partito di Dio ha impiegato una versione di ciò che gli Stati Uniti chiamano “mission command”, autorizzando i subordinati a prendere decisioni indipendenti sul campo di battaglia: una strategia che ha permesso di operare efficacemente in condizioni di schiacciante potenza di fuoco israeliana.
L’esperienza maturata dal movimento sciita durante la guerra in Siria al fianco di Bashar al-Assad in Siria negli ultimi dieci anni gli ha dato accesso a capacità e competenze utilizzate dagli eserciti convenzionali. Ma è anche vero che qui ha combattuto contro forze irregolari, molto diverse da quelle di un esercito moderno come quello dell’Idf.
L’arsenale del Partito di Dio
La forza militare di Hezbollah non risiede soltanto nel numero di milizie di cui puoi servirsi, ma anche nel suo vasto arsenale. Secondo le stime di Israele, il movimento libanese dispone oggi di un numero compreso tra 130 mila e 150 mila razzi e missili superficie-superficie, una potenza dieci volte più grande di quella che aveva durante la guerra del 2006 e tre volte maggiore a quella di Hamas a Gaza. Alcuni stimano che possa essere anche superiore alle 150 mila unità.
L’arsenale di Hezbollah è molto variegato, anche grazie agli aiuti che gli arrivano da Teheran. Secondo le stime degli analisti il Partito di Dio sarebbe in grado di minacciare praticamente tutta la popolazione israeliana con missili di corta, media e lunga gittata capaci di arrivare a colpire anche fino al confine col Sinai.
Razzi di corta gittata come il Falaq 1 e 2, Shahin, Katiyuscia, Fajr 3 sono capaci di raggiungere l’Alta Galilea e di colpire fino a 40 km e sono utilizzati da Hezbollah anche a partire dalla zona cuscinetto tra il fiume Litani e la Blue Line: la milizia ha potenziato le sue capacità dotando i razzi non guidati di sistemi di guida di precisione, aumentandone significativamente l’accuratezza.
Versioni simili, ma con una gittata media, sono le circa 65 mila unità tra Fajr 5, Khaibar 1, M303, Zilzal 1 e a questi si aggiungono circa 5 mila missili di lunga gittata (Fateh 110 e SCUD C), tra i 260 e 500 km e duemila droni e centinaia tra missili anti-nave (C802, Yakhont) di lunga gittata (200-300 km) e mini-sottomarini.
Ma Hezbollah può contare anche su missili anticarro avanzati, come il Kornet di fabbricazione russa e l’iraniano Toophan, una versione retroingegnerizzata del missile americano TOW, già utilizzato con successo contro i mezzi corazzati israeliani, in particolare durante la guerra contro Israele del 2006.
Secondo il Wall Street Journal, il partito libanese disporrebbe anche di un altro missile anticarro guidato di fabbricazione iraniana chiamato Almas (‘Diamante’) che “conferisce a Hezbollah un grado di precisione molto più elevato nei suoi attacchi rispetto al 2006. Gli analisti militari ritengono che l’Almas sia una versione modificata di un missile israeliano chiamato Spike”.
Intorno al 21 settembre Hezbollah ha deciso di schierare per la prima volta dal 7 ottobre anche i razzi Fadi-1 e Fadi-2, due nuove armi dalla gittata maggiore rispetto ai Katyusha finora utilizzati nei suoi raid. Entrambe le armi derivano da modelli iraniani: il Fadi-1 dal missile Kheibar M220, fabbricato in Siria con un calibro di 220 mm e con gittata di 80 chilometri; il Fadi-2 sul Kheibar M302, con un calibro di 302 mm e una gittata di 105 chilometri.
Hezbollah ha occasionalmente utilizzato missili terra-aria e ha affermato di aver abbattuto droni israeliani, il che indica un certo livello di capacità di difesa aerea. Il Partito di Dio dispone di sistemi di difesa come l’SA-22 russo, che può colpire aerei, elicotteri, missili balistici e da crociera e droni: una sfida sostanziale per le forze armate israeliane, che fanno grande affidamento sulla loro superiorità aerea.
Hezbollah gode anche di equipaggiamenti anti-nave, incluso missili Yakhont di fabbricazione russa, con i quali hanno attaccato una nave da guerra israeliana nel 2006. Il gruppo sciita utilizza anche droni per operazioni di ricognizione e offensive, inclusi i modelli Ayoub e Mersad assemblati localmente: se lanciati in sciame rappresentano una sfida per il sistema di difesa Iron Dome di Israele.
Le capacità militari di Israele
Secondo il Global Firepower Index, l’esercito israeliano (Idf) mantiene 170 mila militari attivi. Recentemente, le autorità israeliane hanno richiamato circa 360 mila riservisti su un totale di 465 mila cittadini non arabi di età compresa tra i 18 e i 40 anni.
Nel rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute si stima che la spesa militare di Israele, la seconda più grande nella regione dopo l’Arabia Saudita, sia cresciuta del 24%, raggiungendo i 27,5 miliardi di dollari nel 2023.
Ai finanziamenti statali si aggiungono quelli degli Stati Uniti che, oltre ai mezzi, forniscono un sostegno economico sostanziale concedendo 2,8 miliardi di euro in assistenza estera a Israele ogni anno dal 2017, con la maggior parte di questi aiuti destinati all’esercito.
Spese, uomini, ma soprattutto mezzi. L’arsenale israeliano può vantare missili avanzati, carri armati, elicotteri d’attacco e una vasta flotta di droni. Nello specifico, l’esercito dello Stato ebraico dispone di circa 2.200 carri armati, principalmente Merkava, supportati da circa 300 pezzi di artiglieria trainati, 650 cannoni semoventi e 300 sistemi di artiglieria missilistica come il sistema di lancio multiplo M270 sviluppato dagli Stati Uniti.
Ma la vera forza arriva dal cielo: l’aeronautica militare israeliana è considerata la più forte della regione e gestisce aerei avanzati tra cui i jet da combattimento Kfir e centinaia tra i jet F-35 Lightning II e gli F-16 ottenuti dagli Stati Uniti. A ciò si aggiunge uno stock importante di “munizioni vaganti” autonome, note come droni suicidi, tra cui i modelli Harop e Harpy, che possono tracciare ed eliminare obiettivi in movimento.
Fonti e approfondimenti
F. La Forgia, Droni in mano “nemica”: Hezbollah e Hamas, Lo Spiegone, 26/10/2020
Global Fire Power, 2024 Military Strength Ranking
J. Malsin, The Vast Hezbollah Arsenal Awaiting Israel in Lebanon, The Wall Street Journal, 24/09/2024
M. Ghaedi, How do Hamas and Hezbollah compare with Israel militarily?, Deutsche welle, 21/10/2023
M. R. McFall Hezbollah’s Military: How Does it Compare to Israel’s Forces, NewsWeek, 08/07/2024
N. Blanford e A. Orion Counting the cost. Avoiding Another War between Israel and Hezbollah, Atlantic Council, 05/2020
S. G. Jones, D. Byman, A. Palmer e R. McCabe, “The Coming Conflict with Hezbollah”, Center for strategic & international studies, 21/03/2024