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Il personaggio dell’anno: Svetlana Tikhanovskaya

Grafica di Valerio Angiolillo

Quando suo marito Sergei Tikhanovsky, un noto vlogger, è stato incarcerato prima che potesse formalizzare la sua candidatura alle elezioni presidenziali, fissate in Bielorussia per il 9 agosto 2020, Svetlana Tikhanovskaya non ha esitato. Ha deciso di unirsi a Maryia Kolesnikova e  Veronika Tsepkalo – esperte di attivismo e politica già impegnate nelle campagne di altrettanti candidati incarcerati o costretti all’esilio – e di dare vita al fronte di opposizione “Solidarietà femminile”, per sfidare il presidente uscente Aleksandr Lukashenko.

O meglio, un momento di esitazione Tikhanovskaya l’ha avuto, rendendosi conto della portata di quanto si apprestava a fare: scendere in campo politico, per la primissima volta in vita sua, per opporsi a un regime autoritario che va avanti in Bielorussia da quasi tre decenni. “Sì, all’inizio avevo paura”, ha ammesso la stessa Tikhanovskaya in un discorso televisivo per la propria campagna elettorale l’estate scorsa. “So fino a che punto può spingersi questo governo per preservare lo status quo. Ma non ho più paura”.

Infatti, anche se le elezioni del 9 agosto hanno finito per svolgersi in maniera abbastanza prevedibile – Lukashenko è stato dichiarato ufficialmente vincitore e la sua principale sfidante è stata costretta a fuggire in Lituania dopo averne denunciato i brogli elettorali -, Tikhanovskaya è diventata un simbolo di forza e di resilienza per tutte le persone che in Bielorussia si stanno battendo per i diritti civili e politici. 

Un simbolo non solo per i dissidenti della propria nazione, ma per l’intero panorama internazionale. Il 16 dicembre il Parlamento europeo ha insignito ufficialmente Tikhanovskaya – insieme alle sue compagne di lotta Kolesnikova, Tsepkalo, Svetlana Alexievich, Volha Kavalkova e molte e molti altri – del Premio Sakharov per la libertà di espressione, riconoscendo nell’attività dell’opposizione bielorussa un’“iniziativa di donne coraggiose”. Ma chi è Svetlana Tikhanovskaya, nata Svetlana Pilipchuk, il volto delle proteste che vanno avanti senza sosta in Bielorussia da più di quattro mesi?

La “bambina di Chernobyl”

All’età di 12 anni, Tikhanovskaya divenne una dei “bambini di Chernobyl”, la cui salute è stata compromessa dalla nube radioattiva del disastro nucleare del 1986 nella vicina Ucraina. Il villaggio natale di Tikhanovskaya, Mikashevichi, si trova a 40 km a Nord del confine con l’Ucraina e all’epoca venne gravemente colpito dall’incidente di Chernobyl. A partire dalla fine degli anni ‘80, molti Paesi europei hanno intessuto programmi di aiuti umanitari con Bielorussia e Ucraina per ospitare i loro bambini in un ambiente salubre durante l’estate. 

La piccola Svetlana – o Svyeta com’era soprannominata allora – venne ospitata per la prima volta dai coniugi Henry e Marian Deane nella loro casa di Roscrea, in Irlanda, verso la metà degli anni ‘90. La famiglia la ricorda come “una bambina intelligente, che si affermò come una sorta di interprete e portavoce dei suoi compagni”. Al contrario di molti altri bambini, Tikhanovskaya non aveva paura di parlare con schiettezza della situazione politica in Bielorussia, delle privazioni dei diritti civili e dei brogli elettorali che avvenivano regolarmente all’interno del Paese. 

Svyeta si affezionò così tanto alla famiglia irlandese che, da allora, tornò a trovarla ogni estate per più di un decennio. Anche perché, nonostante Tikhanovskaya avesse alle spalle una famiglia solidale e amorevole, la vita a Mikashevichi non offriva molte prospettive. Il tempo trascorso in Irlanda le permise di approfondire la propria conoscenza della lingua inglese e, crescendo, di guadagnare soldi per mantenersi agli studi all’Università pedagogica statale di Mozyr, in Bielorussia.

“Una donna ordinaria, una madre e una moglie”

Sono queste le parole che Tikhanovskaya usa più spesso per definirsi oggi, con grande umiltà. Sembra che proprio nessuno, a maggio del 2020, si aspettasse la svolta politica di questa “ragazzina” – come Lukashenko ha spesso chiamato sprezzantemente la sua sfidante. Molti, il presidente in primis, l’hanno sottovalutata come candidata presidenziale a causa della sua inesperienza politica e della sua scelta di fare la casalinga. 

Al momento della sua discesa in campo elettorale, infatti, Tikhanovskaya non aveva più un lavoro fuori casa, avendo rinunciato da tempo alla carriera di insegnante di lingue straniere e traduttrice per dedicarsi ai figli (il maggiore, che oggi ha 10 anni, è nato affetto da una grave sordità). Ma è stata proprio la sua tendenza a prendersi cura degli altri – un onere che pesa spesso sulle spalle delle donne bielorusse all’interno della famiglia – che ha spinto in ultimo Tikhanovskaya a mettere in gioco la sua vita per opporsi al cosiddetto “ultimo dittatore d’Europa”.

Prima, è stato il desiderio di “portare avanti la causa” del marito Sergei, incarcerato dal regime per il suo attivismo. Poi, è stato il desiderio di lottare per la libertà di tutti e tutte all’interno del Paese: “Amo i miei figli e desidero che crescano in un Paese in cui le persone non devono tenere la bocca chiusa. Amo i bielorussi e voglio dare loro l’opportunità di scegliere”, ha dichiarato Tikhanovskaya durante la sua campagna. 

Le sue doti innate di leader che non emette meri ordini, ma guida e unisce le fazioni in lotta, l’hanno aiutata a emergere e a farsi scegliere da buona parte del popolo bielorusso come prossima presidente del Paese (le stime indipendenti la danno come vincitrice del 9 agosto, con una percentuale fra il 60% e il 70%). Tuttavia, Tikhanovskaya sostiene di essere intenzionata a diventare presidente ad interim, fino a che non saranno indette nuove elezioni libere. Nel frattempo, dal suo esilio in Lituania, continua a guidare le proteste dell’opposizione che strenuamente continuano in tutta la Bielorussia, chiedendo le dimissioni di Lukashenko e la liberazione dei prigionieri politici.

 

 

Fonti e approfondimenti

Euronews, “Sakharov Prize 2020: Belarus’ opposition wins EU human rights award”, 27/10/20.

AFP, “Tikhanovskaya: Stay-at-home mum challenging Belarus strongman”, 17/08/20.

Specia M., “Who Is Svetlana Tikhanovskaya, Belarus’s Unlikely Opposition Leader?”, The New York Times, 13/08/20.

Butler K., “Svetlana Tikhanovskaya: from ‘Chernobyl child’ in Ireland to political limelight”, The Guardian, 11/08/20.

Roth A., “Women unite in maverick attempt to unseat Lukashenko in Belarus”, The Guardian, 26/07/20.

 

 

Editing a cura di Elena Noventa

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