Quando ad Agosto 2022 Il Presidente Biden ha firmato il più grande pacchetto di incentivi, investimenti a fondo perduto e prestiti per la transizione verde dell’economia americana, per la transizione digitale e per il rilancio della ricerca e sviluppo nel Paese, tutti gli esperti avevano capito di trovarsi davanti ad una svolta storica di proporzioni mai viste. Un cambiamento che avrebbe attraversato tutto il mondo dell’economia, dal quotidiano del cittadino statunitense, al rapporto tra Main Street e Wall Street fino alla politica estera nei rapporti con Cina ed Europa.
Perché l’Inflation Reduction Act?
L’obiettivo dell’Inflation reduction act è di ridurre in modo drastico le emissioni degli Stati Uniti fino a raggiungere gli obiettivi prefissati alla Conferenza di Parigi. Questo vuol dire rendere il Paese la potenza più green del pianeta e dargli tutti gli strumenti non solo per esserlo tra 5 e 10 anni, ma anche per esserlo tra 25 e 30. L’idea è di garantire tutto questo attraverso un principio differente rispetto ad esempio all’American Clean Energy and Security (ACES) Act del 2009, che alzava paletti e tasse per garantire un comportamento più green, ma vuole farlo con uno tsunami di sussidi. Negli Stati Uniti gli economisti parlano di un presidente Biden che ha deciso di cambiare l’economia con le carote piuttosto che con il bastone, un miliardo di carote.
Sì perché, come calcolato dall’istituto bancario Credit Suisse, il pacchetto approvato da Biden ha un valore totale – stimato – tra parte pubblica e privata di 1,7 trilioni di dollari nel giro dei prossimi 10 anni. Una cifra senza precedenti nella storia dell’economia statunitense e globale,che ha lasciato a bocca aperta l’intero sistema. Una cifra con un solo scopo comunicativo: dire al mondo che gli Stati Uniti sono tornati “Back in the game” dell’industria, che è finita l’era della rendita finanziaria, che sono pronti a tornare massicciamente nella manifattura e nella ricerca e sviluppo.
In “Back in the game” la nostra serie di articoli sull’Inflation Reduction Act, vi racconteremo cosa vuol dire effettivamente questo piano, quale effetto potrà avere sulle elezioni del 2024, cosa comporterà per la teoria economica, cosa ne pensano i repubblicani e in particolare The Donald e come da questa sponda dell’Oceano Atlantico e da Pechino si guarda a questa svolta. Un percorso diviso in tappe, ma che serve a capire come la superpotenza a stelle e strisce sta, di nuovo, cambiando le regole del gioco.
Cosa vuol dire Inflation Reduction Act?
L’Inflation Reduction Act è una policy fortemente voluta dal Presidente e che si inserisce nel solco di due lunghe tradizioni economiche del Partito Democratico. Quella liberal sociale esemplificata dal Presidente Biden, in questo momento, ma che ha le radici nel New Deal di Roosevelt e quella progressive esemplificata da Bernie Sanders e Alexandria Ocasio Cortes, che invece ha la sua base nella mission economy di Mariana Mazzucato e dell’ecosocialism. Ambedue accettano l’idea che la leva fiscale, quindi i sussidi, sia centrale per rilanciare l’economia e per fare la transizione necessaria.
Da questa alleanza è rimasta esclusa, forse per la prima volta da tempo, la tradizione liberal moderata del Partito Democratico, rappresentata in queste vicende, come vedremo, dal Senatore Joe Manchin, legata all’idea di limitazione del ruolo dello Stato, dal New Public Management liberista e quindi dalla terza via come interpretata inizialmente da Bill Clinton e da Tony Blair.
Questo breve e parziale excursus delle radici economiche dell’Inflation Act servono a interpretare correttamente la storia e la nascita dell’IRA. È vero infatti che la policy alle sue origini aveva un altro nome e una ancora più larga capacità di investimento e spesa. Il piano infatti si intitolava Build Back Better Act, con quasi 3 trilioni di investimenti e importanti finanziamenti per le agenzie federali anche per il welfare, con un allargamento sensibile dell’Obama Care.
Benché approvato a Novembre 2021 alla Camera dei Rappresentati con l’opposizione dei soli repubblicani, il progetto di legge si arenò al Senato dopo che il Senatore democratico Joe Manchin si oppose facendo deragliare il piano. Questo per i motivi di cui abbiamo parlato precedentemente: credeva infatti che il piano prevedesse un eccessivo ruolo dello Stato che avrebbe danneggiato il Paese, spiazzando gli investimenti privati, aumentando il debito e danneggiando quindi l’economia. Visto i numeri risicati al Senato (i numeri erano pari tra democratici e repubblicani, un pareggio rotto solo dal voto decisivo dal vicepresidente che negli USA presiede il Senato) il piano si è arenato e sono iniziati i negoziati.
Dopo lo scorporo dal Build Back Better Act del Piano per il sussidio alla transizione digitale e ai semiconduttori (Chip Act) e quello per la ricerca scientifica (Science Act) passati il 27 Luglio del 2022, lo stallo si è sbloccato. Il leader dei Democratici al Senato Chuck Schumer e il Senator Joe Manchin annunciarono un emendamento che sostituì il testo del Build Back Better Act con l’attuale Inflation Reduction Act, che venne poi approvato il 7 Agosto 2022 e il 16 Agosto firmato dal Presidente Biden.
Ma cosa prevede l’Inflation Reduction Act?
Come tutti i grandi interventi legislativi degli Stati Uniti questo comprende vari aspetti, tra cui un aumento delle entrate, una serie di provvedimenti sul welfare e soprattutto un largo pacchetto di spese:
1. Un tetto al costo dei medicinali forniti dalle assicurazioni del piano Obama Care per riportarli ai livelli pre inflazione.
2. L’imposizione di una tassa del 15% selettiva per le compagnie con fatturati più alti di 1 miliardo annuo.
3. Lotta all’evasione fiscale.
4. Imposizione di un tassa sul riacquisto di azioni da parte delle aziende.
5. Massiccio piano di investimenti per contrastare la crisi climatica, innovare la manifattura, attrarre investimenti e favorire la sicurezza energetica di 783 miliardi di finanziamenti pubblici, tra crediti d’imposta, finanziamenti a fondo perduto e prestiti.
In cifre si parla di una forbice compresa tra i 220 e i 372 miliardi per la transizione energetica, tra i 67 e i 183 miliardi per l’innovazione nella manifattura, tra i 28 e i 48 miliardi per il riammodernamento degli edifici e l’efficienza energetica, tra i 33 e i 43 miliardi in aggiornamenti per i trasporti, tra i 22 e il 25 miliardi per la giustizia climatica, l’utilizzo del suolo e la riduzione dell’inquinamento e tra i 3 e il 21 miliardi per l’agricoltura. Tutte le cifre presentano una forbice perché il vertice basso sono gli investimenti pubblici diretti che verranno sicuramente fatti, mentre il vertice alto comprende, oltre a questi, i crediti di imposta e tutti gli altri investimenti che si faranno solo nel caso in cui le aziende si attiveranno.
Il programma nel quotidiano, per i cittadini
I consumatori che utilizzeranno gli incentivi ambientali pagheranno 1000 dollari in meno sulle tasse solo avendo fatto accesso ad uno degli incentivi. Sono stimati 14 mila dollari a testa in meno di costo per l’acquisto di pompe di calore o sistemi di condizionamento green, oltre a sensibili incentivi per l’installazione di pannelli solari o impianti eolici. Sono previsti incentivi per un massimo di 7500 dollari per ogni nuova macchina elettrica e fino a 4 mila dollari per una macchina elettrica usata.
Una spinta enorme che è possibile mettere a paragone con altre grandi policy che hanno cambiato gli Stati Uniti come la Great Society di Lyndon Johnson e il New Deal di Franklin Delano Roosevelt.
Gli studi sembrano certificare che questi incentivi cambieranno Washington dal punto di vista ambientale, visto che il REPEAT Project dell’università di Princeton, che si occupa di stimare l’andamento dei Paesi rispetto ai propri obiettivi di riduzione delle emissioni, ha valutato che l’IRA permette agli Stati Uniti di ridurre dal 30 al 42% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Ma potrebbe cambiarlo anche dal punto di vista economico dato il grado di trasformazione che questo può portare e al fatto che gli studi parlano di più di milioni di posti di lavoro generati nel periodo tra il 2023 e il 2032 e più di 1.7 trilioni di dollari aggiunti al Prodotto interno lordo del Paese.
Nel prossimo articolo capiremo quali sono i risultati ad un anno dalla sua partenza, dove questi cambiamenti e come possono incidere dal punto di vista politico.
Fonti e approfondimenti
Josh Bivens, The Inflation Reduction Act finally gave the U.S. a real climate change policy, Economy Policy Institute 14 Agosto 2023
John Bistline, Neil R. Mehrota, Catherine Wolfram, The Inflation Reduction Act could energize the economy, Brookings, 1 Maggio 2023
Amanda Chu, Olivier Roeder, Inside the 220 bn American Cleantech project boom, Financial Times, 16 Agosto 2023
Jim Tankersley, Biden Signs Expansive Health, Climate and Tax Law, New York Times, 16 Agosto 2022
Editing a cura di Elena Noventa