Nell’immaginario collettivo, la finanza è spesso avvolta da un’aura di complessità e astrazione che la rendono distante dalla quotidianità. Tuttavia, in un mondo in cui i cambiamenti climatici stanno modificando ecosistemi, stagioni e intere economie, la finanza climatica si è affermata come un ponte fondamentale tra il capitale in circolo e il futuro necessariamente sostenibile del nostro Pianeta. Dunque, lungi dall’essere immateriale, la finanza climatica è diventata uno strumento imprescindibile per trasformare le intenzioni di sviluppo ecologico mondiali in azioni concrete, fattibili e misurabili. E questa tendenza non si potrà che rafforzare.
Obiettivo mitigazione e adattamento
Con l’espressione “finanza climatica” ci si riferisce ai flussi finanziari a supporto di progetti che mitigano i cambiamenti climatici e promuovono attività di adattamento. Se i primi mirano a limitare il riscaldamento globale tagliando o evitando emissioni di gas serra (ad esempio con l’installazione di capacità rinnovabili), i secondi affrontano gli impatti di questi processi (come con infrastrutture in grado di resistere a eventi meteorologici estremi e il sostegno alle comunità colpite).
La finanza climatica è emersa come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici con la prima Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) nel 1992. Questi strumenti sono stati poi rafforzati nel 1997 dal Protocollo di Kyoto, che ha segnato un passo fondamentale verso l’effettiva strutturazione della finanza climatica introducendo meccanismi di mercato come il Clean Development Mechanism (CDM) volto a incentivare gli investimenti in progetti di riduzione delle emissioni nei Paesi a medio e basso reddito. Tuttavia, è stata la Conferenza delle Parti (COP) di Parigi nel 2015 (COP21) a segnare una svolta decisiva. Con l’adozione dell’Accordo di Parigi, le Parti aderenti all’ UNFCCC si sono date l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e per riuscirci hanno sensibilmente rafforzato gli impegni di finanziamento climatico con un target a lungo termine. Così, la finanza climatica è diventata un pilastro degli sforzi di sviluppo sostenibile.
Dagli Accordi di Parigi, i negoziati internazionali, inclusi quelli condotti annualmente durante le COP, sono diventati cruciali per definire gli obiettivi, le norme, i meccanismi e gli strumenti di finanziamento climatico. Inoltre, hanno assunto un ruolo fondamentale nel garantire la trasparenza, la responsabilità e la promozione di approcci inclusivi allo sviluppo, che tengano conto delle esigenze dei Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici.
In termini quantitativi, oggi stima che servano trilioni di dollari di investimenti in soluzioni a basse emissioni di carbonio e sistemi di adattamento per raggiungere gli obiettivi degli Accordi.
Chi guida il cambiamento?
La finanza climatica vede l’intervento di diversi attori, ciascuno con ruoli, obiettivi e metodi di intervento specifici. I governi svolgono un ruolo fondamentale perché stabiliscono le politiche climatiche, impongono le regolamentazioni e forniscono gli incentivi finanziari. Al momento, i governi dei Paesi del Nord globale, responsabili della maggior parte delle emissioni, tendono a finanziare la ricerca e lo sviluppo in tecnologie pulite, mentre i Paesi a medio e basso reddito, che subiscono gli effetti peggiori del cambiamento climatico senza aver prodotto le emissioni che lo hanno innescato, cercano finanziamenti per l’adattamento e la mitigazione.
Un altro attore di rilievo sono le banche multilaterali di sviluppo (BMD). Le BMD giocano un ruolo cruciale nel coordinare e catalizzare gli investimenti internazionali verso progetti di sviluppo sostenibile, fungendo da ponte tra il finanziamento pubblico e privato e assicurando che le risorse siano impiegate in modo efficace per massimizzare l’impatto ambientale e sociale, specialmente nelle regioni più vulnerabili al cambiamento climatico. La Banca Mondiale, la Banca Asiatica di Sviluppo, e la Banca Africana di Sviluppo sono alcune delle leader nel finanziamento di progetti climatici.
Ci sono, poi, i fondi climatici, che raccolgono risorse finanziarie da governi, enti privati e finanziamenti internazionali per distribuirle su vari progetti di mitigazione e adattamento, che prevedono, fra gli altri, lo sviluppo di tecnologie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica, la conservazione delle foreste, la protezione della biodiversità e l’implementazione di infrastrutture resilienti al clima. Il Climate Investment Fund (CIF), per esempio, è stato istituito nel 2009 e ha stanziato fino ad oggi oltre 8 miliardi di dollari in progetti di questo tipo in 70 Paesi.
Infine, non meno rilevanti in questo mosaico di attori, sono le organizzazioni non governative (ONG). Oltre a sensibilizzare governi, opinione pubblica, pubbliche amministrazioni e aziende, le ONG implementano progetti sul campo, intervenendo laddove i governi non si sono ancora mossi per fornire linee guida per l’utilizzo della finanza in modo sostenibile. Un esempio è Carbon Disclosure Project (CDP), organizzazione che lavora per incentivare aziende e governi a divulgare le loro emissioni di gas serra e i dati sulle loro attività di deforestazione e uso delle risorse idriche. CDP raccoglie queste informazioni e le rende accessibili a investitori, aziende e policymaker, contribuendo a guidare le decisioni di investimento verso pratiche più sostenibili. Grazie a questo lavoro, l’ONG contribuisce a creare una maggiore trasparenza finanziaria legata al rischio climatico e stimola gli investimenti in soluzioni sostenibili, nell’attesa che vengano introdotte regolamentazioni per la rendicontazione non finanziaria.
L’azione di questi attori è parzialmente coordinata attraverso accordi internazionali (come l’Accordo di Parigi) e piattaforme (come la UNFCCC). Questi sforzi di coordinazione mirano a rafforzare la collaborazione tra settore pubblico e privato, BMD, fondi climatici e ONG, con l’obiettivo ultimo di ottimizzare l’efficacia della finanza climatica. Nonostante ciò, ad oggi, gran parte della collaborazione è ben poco strutturata e avviene ancora su base progettuale o attraverso iniziative specifiche.
L’aumento degli investimenti climatici riflette la consapevolezza crescente dell’urgenza delle sfide poste dal cambiamento climatico e della necessità di unire le forze per un cambiamento sistemico. Sarebbe quindi opportuno un impegno ancora più coordinato, al di là dei diversi metodi e ambiti di intervento adottati dai vari attori.
Gli ostacoli sulla strada
Al crocevia tra politica, economia e scienza ambientale, la finanza climatica richiede un approccio multidisciplinare, oltre che collaborativo, per affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo. La sua efficacia dipende non solo dalla disponibilità di capitali, ma anche dalla creazione di quadri normativi chiari, dalla promozione di trasparenza e dall’implementazione di standard di sostenibilità.
Le ultime COP, inclusa la COP28 di Dubai, hanno messo in luce limiti e sfide ancora da superare. Emergono tra essi la necessità di aumentare i finanziamenti per i Paesi del Sud globale e di affrontare questioni di equità e giustizia climatica. La strada da percorrere richiede un impegno maggiore e non più procrastinabile da parte di tutti gli attori coinvolti.
Fonti e approfondimenti
Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, Consiglio dell’Unione europea https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-change/paris-agreement/
Climate Investment Funds (CIF) https://www.cif.org/
COP28: Le banche multilaterali di sviluppo pubblicano I primi principi comuni ai finanziamenti rispettosi della natura, European Investment Bank, https://www.eib.org/en/press/all/2023-502-cop28-multilateral-development-banks-publish-first-common-principles-for-nature-positive-finance?lang=it
Finanziamento della transizione climatica, Consiglio dell’Unione europea https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-finance/
Global Forest Report, CDP https://www.cdp.net/en/research/global-reports/global-forests-report-2024
Global Landscape of Climate Finance 2023, Climate Policy Initiative, https://www.climatepolicyinitiative.org/publication/global-landscape-of-climate-finance-2023/
Green Climate Fund, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, https://www.mase.gov.it/pagina/green-climate-fund
Kyoto Protocol, UNFCCC, https://unfccc.int/kyoto_protocol