Dal presidente argentino Javier Milei, passando per l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, fino al capo di Stato salvadoregno Nayib Bukele, voci di giubilo si sono alzate dalla destra latinoamericana per l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Per molti governi di quello che gli Stati Uniti hanno sempre considerato il giardino di casa il ritorno di Trump è stato auspicato per mesi. Nella speranza che a cascata questo porti benefici anche sui rispettivi Paesi. O sui rispettivi presidenti.
Il leone e il tycoon
Milei ha celebrato il risultato delle elezioni statunitensi postando su Instagram un’immagine creata con l’intelligenza artificiale di un leone che abbraccia Trump davanti alle bandiere dei rispettivi Paesi. Il leone è l’animale al quale si è associato il presidente argentino dalla campagna elettorale in poi. Su X, l’ex Twitter, ha condiviso post in inglese e in spagnolo per congratularsi. Rilanciando nei giorni successivi decine di contenuti pubblicati da altre pagine o persone nei quali si esaltava il Maga (nella versione porteña Make America and Argentina Great Again).
Milei è un fan dichiarato del leader dell’estrema destra a stelle e strisce, del quale cerca di imitare strategie politiche e comunicative. Da anni spera in un suo ritorno al potere. L’ultima volta che i due uomini si sono incontrati è stato a febbraio, durante il vertice della Conservative Political Action Conference (Cpac) tenutosi a Washington. In quell’occasione, dopo aver fatto anche da relatore, Milei ha speso 38 milioni di pesos (circa 36 mila euro) per essere presente e farsi fotografare con Trump. Lo stesso tycoon aveva esaltato la vittoria dell’omologo nelle elezioni del 2023.
L’Argentina oltre Trump
Nonostante ciò per Washington, ovviamente, Buenos Aires non sarà una priorità. Anche se avere un alleato nel Cono sud non può che giovare. Al contrario, Milei spera che l’elezione di Trump possa dare forza a un governo che nell’ultimo anno ha vissuto momenti di alterna fortuna. Dopo una crescita enorme dell’inflazione, che ora è tornata ad abbassarsi, ha dovuto far fronte a proteste di piazza a causa della Ley bases che ha messo in ginocchio diversi settori. Soprattutto tra gli strati più bassi della popolazione.
Una delle aspettative del governo argentino, secondo gli analisti, è che Trump agevoli un nuovo prestito da parte del Fondo monetario internazionale (Fmi), come già accaduto nel 2018 con l’allora presidente Mauricio Macri. Proprio il precedente, però, potrebbe giocare contro. All’interno dell’Fmi non tutti erano d’accordo sulla concessione del prestito, senza contare le difficoltà che sta avendo Buenos Aires a ripagare il debito di circa 41,5 miliardi (ora rimodulato grazie all’abbassamento dei tassi da parte dell’Fmi).
Ma l’appoggio politico potrebbe agevolare una nuova contrattazione. Il riscontro sembra arrivare proprio dalle ore successive all’elezione di Trump. Il rischio Paese è sceso in Argentina e, mentre il dollaro si è rafforzato e le valute di alcune economie emergenti sono scese, il peso locale ha tenuto duro.
El Salvador e le criptovalute
Bukele è stato tra i primissimi al mondo a congratularsi per l’elezione di Trump e anche tra i primi ad avere una conversazione con il nuovo presidente degli Stati Uniti. A legare a doppio filo Washington e San Salvador è la questione delle criptovalute. In particolare dei bitcoin che Bukele ha reso moneta legale del Paese. Il primo esperimento di questo tipo al mondo.
La criptovaluta più grande del globo, i bitcoin, ha registrato un’impennata nel periodo precedente alle elezioni, per poi continuare a crescere esponenzialmente nei giorni successivi al voto. Fino a raggiungere domenica un nuovo record, superando il valore di 80.000 dollari.
Le criptovalute “sono basate sul nulla”, sosteneva Trump non troppo tempo fa. Ma dopo un iniziale scetticismo il tycoon ha riconsiderato la sua visione su questo mercato. E il settore ne ha beneficiato. The Donald, infatti, negli ultimi mesi ha abbracciato completamente le criptovalute. A differenza dell’amministrazione di Joe Biden, che ha cercato di limitarle provando a imporre tasse molto elevate. Durante l’amministrazione democratica, il presidente della Securities and Exchange Commission Gary Gensler ha detto nel giugno 2021, in uno dei suoi primi discorsi nel nuovo incarico, che le criptovalute erano “piene di frodi, truffe e abusi”.
A sostenere l’ottimismo del settore, nel nuovo corso c’è anche la presenza di Elon Musk. Il magnate di Tesla, infatti, ha sostenuto la campagna di Trump a suon di milioni di dollari e avrà molto probabilmente un ruolo all’interno dell’esecutivo repubblicano. Ma c’è di più: Musk ha una sua criptovaluta, il Dogecoin, anch’essa schizzata dopo la notte elettorale fino a segnare un +18%. Il cambio di passo di The Donald si deve essenzialmente ai suoi investimenti. A settembre Trump e i suoi figli hanno avviato una nuova impresa di criptovalute chiamata World Liberty Financial.
Bukele e il bitcoin
Dal 2021, quando l’amministrazione di Bukele ha legalizzato il bitcoin, il governo salvadoregno ha accumulato criptovalute attraverso acquisti regolari e promosso numerose iniziative focalizzate su questa moneta.
Tra le azioni più sensazionalistiche c’è la creazione di Bitcoin City, una città con una forma circolare che ricorderà quella di una grande moneta. Bitcoin City sarà costruita nella regione sud-orientale di La Unión, con una tassazione zero alimentata dall’energia geotermica del vulcano Conchagua. Sulle tempistiche e sui finanziamenti, però, a ormai tre anni dal lancio dell’iniziativa, restano ancora molti dubbi. L’elezione di Trump potrebbe facilitare il rilancio di questi progetti.
Bolsonaro e l’amnistia
Trump e Bolsonaro hanno già avuto modo di incontrarsi sui loro cammini. Bolsonaro è stato eletto nel 2018, mentre Trump entrava nel suo ultimo biennio da presidente. Il presidente degli Stati Uniti mostrò solidarietà al suo sodale quando rimase vittima di un attentato che quasi lo uccise. Lo stesso ha fatto Bolsonaro quando, qualche mese fa, il tycoon ha rischiato la vita quando un proiettile gli ha colpito un orecchio.
Per l’ex capo di Stato brasiliano l’elezione di Trump è acqua nel deserto. Bolsonaro spera che il vento politico sia cambiato e che l’incandidabilità che adesso gli impedisce di presentarsi alle elezioni fino al 2030 venga amnistiata dalla Corte suprema elettorale brasiliana prima della tornata elettorale del 2026.
Non sono casuali le parole usate dal leader brasiliano di estrema destra per celebrare la vittoria dell’alleato nordamericano. Il risultato, “contro tutto e contro tutti”, “segna la rinascita di un vero guerriero”, dopo “una persecuzione giudiziaria ingiustificabile”. La stessa “persecuzione” di cui sarebbe vittima Bolsonaro, condannato dal Tribunale elettorale a stare lontano per otto anni dagli incarichi pubblici per abuso di potere politico e uso distorsivo dei media a fini elettorali.
Senza dimenticare il fattore X. Un ruolo importante infatti potrebbe averlo nuovamente il patron di Tesla, Elon Musk, che ha un conto in sospeso con il Brasile. Nei mesi scorsi la piattaforma X era stata sospesa per un periodo dalla Corte suprema, dal 30 agosto a inizio ottobre. Alcune ipotesi vorrebbero il magnate sudafricano pronto a proporre sanzioni economiche contro Brasilia.
Fonti e approfondimenti
Bbc, El Salvador Bitcoin city planned at base of Conchagua volcano, 21/11/2021
Castro M., Milei apostó por Trump y Musk, ¿se lleva ahora el premio de ser su gran aliado en América Latina?, Cnn, 8/11/2024
Colombo A., L’esperimento bitcoin dell’El Salvador di Bukele, Lo Spiegone, 2/10/2021
El Mundo, Mantener la relación especial con Estados Unidos, 6/11/2024
Goldman D., Bitcoin hits $80,000. Why Trump is boosting crypto, Cnn, 10/11/2024
Phillips T., ‘Time for patriots’: global far-right figures celebrate Trump’s win, Guardian, 6/11/2024