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I legami tra la Russia e i partiti di estrema destra europei

mosca russia notte

Le elezioni europee si avvicinano e il timore – fondato – che la Russia possa giocare un ruolo su chi verrà eletto è alto. Soprattutto se si guarda alle recenti indagini sui partiti di estrema destra dell’Unione. 

L’anno elettorale 

Le preoccupazioni “russe” hanno accompagnato tutto l’anno elettorale. In una nota diffusa dal Parlamento europeo nel febbraio 2024, si faceva riferimento al tentativo di Mosca di “seminare divisioni” in Europa. Il Cremlino avrebbe reclutato eurodeputati per influenzare i lavori in senso filo-russo, avrebbe finanziato gruppi di estrema destra e movimenti contrari ai diritti Lgbtqia+, favorendo campagne di disinformazione. Sotto la lente del Parlamento europeo erano finiti “partiti politici e attori di estrema destra in Germania e Francia”. E non solo. 

Ma già a gennaio Insider metteva in allarme raccontando il coinvolgimento dell’europarlamentare lettone Tatjana Ždanoka. Secondo il portale investigativo russo, Ždanoka avrebbe lavorato per anni per l’FSB, il servizio di sicurezza del Cremlino. Un fatto testimoniato – tra le altre cose – da uno scambio di informazioni con funzionari di Mosca. Già nel 2022, un ex europarlamentare ungherese è stato arrestato per aver spiato l’Ue per conto della Russia. 

I legami tra Russia e Germania

Berlino rimane comunque l’osservata numero uno. Alternative fuer Deutschland (Afd) il partito di estrema destra tedesco che attualmente conta nove deputati non ha mai nascosto che, nella sua visione, l’Europa dovrebbe riprendere la cooperazione con la Russia per garantire la pace e la prosperità. Questo si traduce, in concreto, nel tentativo di impedire le sanzioni economiche nei confronti di Mosca e nella volontà di evitare che i Paesi europei continuino a finanziare – militarmente e non solo – l’Ucraina. 

Nell’agosto del 2023 Der Spiegel e Insider avevano puntato i riflettori anche contro Vladimir Sergienko, che avrebbe agito come intermediario con il Cremlino. Sergienko, membro dello staff del parlamentare dell’AfD Eugen Schmidt, avrebbe contribuito a fare pressione per iniziative filo-russe e a innescare una causa contro il suo stesso governo per fermare o rallentare i trasferimenti di armi tedesche in Ucraina, il tutto su istruzione di un sospetto ufficiale dell’intelligence russa. Inoltre, Sergienko avrebbe trasportato personalmente denaro tra Mosca e Berlino.

Nel mirino degli investigatori è invece finito Maximilian Krah, che negli scorsi giorni “è stato dimesso” dal partito dopo aver dichiarato in un’intervista a Repubblica che era sbagliato generalizzare sulla “criminalità” delle SS. Krah era stato accusato di ingerenza e corruzione a favore del Cremlino. 

I legami tra la Russia e gli altri Stati europei

Oltre a Krah, l’altro indagato è il francese Guillaume Pradoura, oggi alle dipendenze del populista filorusso olandese Marcel de Graaff. Secondo la polizia belga, Pradoura avrebbe svolto “un ruolo importante” all’interno della rete di propaganda anti-Ue e anti-Kiev.

Una campagna portata avanti dal Cremlino anche grazie al sito Voice of Europe, che ora è stato bannato in tutto il continente. Perquisizioni sono avvenute negli uffici di Pradoura a Bruxelles e nella sua casa nel quartiere Schaerbeek. Il Partito per la libertà (Pvv) nel quale milita de Graaf, era già stato attenzionato in questa inchiesta di ottobre 2023. Secondo cui il legame tra i populisti di Amsterdam e Mosca sarebbe stato già attivo nel 2013. 

Non è esente da ingerenze russe anche Parigi, dove le autorità francesi stanno indagando su un ex eurodeputato del Rassemblement National di Marine Le Pen. Jean-Luc Schaffhauser sarebbe stato a capo di una campagna per promuovere gli interessi della Russia in vista delle elezioni, ma i suoi legami con Mosca sarebbero di vecchia data, visto che l’ex eurodeputato nel 2014 avrebbe gestito due prestiti da una banca russa per l’allora Front National, tra cui uno di 9,4 milioni di euro. 

Un altro eurodeputato francese, Aymeric Chauprade, è stato oggetto di indagini nel 2019 dopo che è emerso che la figlia di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, stava facendo uno stage nel suo ufficio. Nel 2023, invece, il Parlamento francese ha stabilito che il partito di Le Pen aveva agito come “canale di comunicazione” per la Russia. Che a sua volta stava “conducendo una campagna di disinformazione a lungo termine nel nostro Paese”.

I legami tra Russia e Italia

Ultima, non per ordine di importanza, c’è l’Italia. Secondo una recente inchiesta del Financial Times, nel nostro Paese una rete di associazioni di “amicizia russo-italiana” lavora alla promozione della narrativa politica russa a livello locale. Sul piano nazionale le cose non vanno meglio. Se è vero che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sempre espresso posizioni chiare sul sostegno all’Ucraina, all’interno del suo governo c’è una forza come la Lega, più volte oggetto di inchieste e di indagini per i suoi legami con Mosca. 

Dopo le elezioni di quest’anno in Russia, che hanno riconfermato per la quinta volta al potere Vladimir Putin, il segretario di via Bellerio, Matteo Salvini, ha detto che “il popolo si era espresso”. Inoltre, la Lega nel 2022 – dopo l’inizio della guerra in Ucraina – ha rinnovato in modo automatico un accordo quinquennale con il partito Russia Unita che ha l’obiettivo di facilitare “l’espansione e il rafforzamento della cooperazione e della collaborazione multilaterale” tra i due Paesi. 

Secondo la Lega “dopo l’invasione dell’Ucraina i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore”, ma non si è parlato del rinnovo automatico. Inoltre sono ben note le vicende politiche e giudiziarie legate ai rapporti tra l’ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, e Russia Unita. 

La posizione di Savoini e delle altre due persone coinvolte nell’inchiesta per corruzione internazionale e finanziamento illecito sono state archiviate. Ma, come riporta l’Espresso, a suo tempo autore dell’inchiesta, le motivazioni dell’archiviazione riportavano che “gli atti posti in essere erano inequivocabilmente diretti verso l’obiettivo finale di finanziare illecitamente il partito Lega, grazie ai rapporti che Savoini, presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia, aveva saputo tessere con influenti personaggi del mondo politico, economico, culturale russo”. Il finanziamento non sarebbe mai partito proprio grazie all’inchiesta de l’Espresso

Il legame del gas

Le ingerenze russe, in sostanza, prendono di mira buona parte del continente. Tra gli strumenti di possibile pressione, non bisogna dimenticare quello rappresentato dalle fonti fossili. Nonostante l’abbandono del Cremlino come fonte primaria di approvvigionamento a seguito dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, diversi Paesi si abbeverano ancora ai rubinetti russi.  

Tra questi vi è anche l’Italia, che insieme a Slovacchia, Austria e Ungheria si avvale in particolare del gas, anche se in maniera molto marginale. La Commissione europea ha stabilito che entro la fine del 2024 queste importazioni dovranno finire. Un’indicazione che trascende le politiche energetiche.  

Fonti e approfondimenti

Belton, C., “Russia works to subvert French support for Ukraine, documents show”, The Washington Post, 30/12/2023

European Parliament, “MEPs condemn continuous Russian efforts to undermine European democracy”, 8/02/2024

Follorou, J., “French intelligence services investigate pro-Russian campaign ahead of EU elections”, Le Monde, 2/03/2024

Kazmin, A., Ricozzi, G., “Russia unleashes war propaganda offensive in Italy”, Financial Times, 26/02/2024

Trellevik, A., Cieśla, W., “Elezioni in vista: l’ingerenza russa innervosisce l’UE”, Investigate Europe, 21/03/2024

Vinocur, N. et al., “EU’s Russiagate hits German far right”, POLITICO, 3/04/2024

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