Diciamocelo chiaramente: per Joe Biden la serata è stata disastrosa. Impaurito, spaesato, con la voce roca e spenta, al limite dell’afonia, già dalla prima domanda il presidente è apparso in difficoltà. Non tanto sui temi, ma sul modo di rispondere. Tra frasi sconclusionate e poco comprensibili, parole mangiate e confusione fra gli argomenti.
Il dibattito andato in onda sulla CNN è stato per i Democratici un’agonia lunga novanta minuti. E alla fine è trapelato dalle chat democratiche il panico che ha colpito vari membri del partito. Così come negli studi televisivi, dove Kamala Harris, ai microfoni della CNN ha cercato di difendere il suo presidente, senza ottenere grandi risultati, per usare un eufemismo.
Giornalisti, analisti, politici ed ex membri di staff passati per la Casa Bianca lato democratico, ma anche grandi donatori, hanno lasciato intendere che il presidente dovrebbe farsi da parte. Alcuni non si sono fatti problemi ad essere chiari ed espliciti su questo. Tutte personalità lui favorevoli. Almeno fino alla scorsa notte.
Il disastroso dibattito ha riacceso una discussione mai davvero sopita all’interno del Partito democratico. Joe Biden deve essere sostituito?
Il dibattito
Dall’altra parte, Donald Trump, ne ha approfittato attaccando e contrattaccando (Biden lo ha chiamato “idiota e perdente”), sfruttando la poca reattività dell’avversario. E la differenza è stata proprio nel fatto che Trump è apparso più acceso, vispo, e arrembante nei confronti del rivale. Come quando approfittando di una frase incomprensibile di Biden riguardo l’immigrazione ha colpito dicendo “non so davvero cosa abbia detto alla fine della frase. Non credo che nemmeno lui sappia cosa ha detto”.
Sullo stesso tema Biden ha rivendicato di aver ricevuto l’endorsement del sindacato dell’agenzia che si occupa della sicurezza delle frontiere. Cosa smentita in diretta con un tweet da parte dello stesso sindacato.
Biden, incomprensibilmente, non ha attaccato Trump su temi sensibili come la sua ultima condanna (l’ha citata una sola volta) ed è andato in confusione mentre parlava di aborto. E su altre questioni ha fatto lunghi elenchi ripetendo dati a memoria, mescolandoli erroneamente. Come quando parlando del superamento della pandemia, invece di concludere con “abbiamo sconfitto il Covid” ha detto “abbiamo sconfitto Medicare”, programma sanitario pubblico. Trovando dall’altra parte l’avversario pronto all’assalto, che ha concluso l’intervento di Biden dicendo “hai ragione, lo hai colpito e affondato”.
Il fact-checking alle risposte di Trump parla chiaro: tantissime falsità. Ma poco conta in un dibattito del genere, andato per giunta in questo modo. Mente sapendo di farlo, recitando il suo ruolo. L’elogio della sua presidenza, presentata come un momento idilliaco nella storia del paese, gli attacchi a Biden “pagato dalla Cina” (?) e definito “un cattivo palestinese”, con chiosa nei confronti di Israele non aiutato dal presidente in carica a “finire il lavoro”.
Ma Trump fa Trump, inevitabile aspettarsi altro. E lo fa in maniera molto convincente, anche perché dalla controparte accese contraddizioni, correzioni e un rapido fact-checking non sono arrivati. E le cose che più contano in un dibattito televisivo di questo tipo sono la comunicazione, la presenza, lo storytelling.
Biden ha provato ad attaccare a sua volta accusandolo di avere la moralità di un “gatto randagio” e di essere andato a letto con una pornostar mentre sua moglie era incinta. Cosa tra l’altro negata da Trump, seppur il rapporto con Stormy Daniels sia stato una delle cause della sua condanna.
Fino a un punto da far ridere, se non ci fosse da piangere, in cui i due candidati hanno dovuto entrambi rispondere alla prevedibile domanda riguardo la loro età. Biden ha risposto parlando di semiconduttori per poi tirare in ballo la Corea del Sud (?). Trump si è soffermato invece sulla sua vittoria al torneo di golf del suo club (?), forse per dimostrare di essere ancora prestante. Per poi bisticciare entrambi su chi fosse il migliore in questo sport. Tutt’altro che argomenti favorevoli alla gerontocrazia, da cui gli Stati Uniti sembrano sempre più essere afflitti.
Che succede fra i Dem ora?
Ora è probabile che le pressioni su Biden affinché si faccia da parte cresceranno e si faranno più fitte. Ma la scelta di farsi da parte spetta solo a lui. In quanto vincitore delle primarie, Biden ha il supporto della stragrande maggioranza dei delegati alla convention democratica. Spetta infatti a questi ultimi schierarsi ed eleggere il candidato alla Casa Bianca del partito.
Solamente se si ritirasse i delegati avrebbero piena libertà nello scegliere un nuovo nome. Nella scelta di un nuovo candidato, inoltre, un ruolo importante potrebbero averlo i superdelegati, cioè quei funzionari eletti e i leader di partito che hanno carta bianca su chi votare. In caso di mancata maggioranza al primo scrutinio, questi ultimi sarebbero liberi di votare. A pochi mesi dalle elezioni la situazione appare quindi ingarbugliata, anche perché fino a ieri sera per i democratici Biden era in grado di svolgere un secondo mandato. Almeno così era pubblicamente per tutti.
Forse proprio su questo i democratici delle domande dovrebbero porsele. Anche perché stando a molti commenti di oggi, in privato la musica era completamente diversa. In molti temevano e pensavano che Biden fosse troppo vecchio per un altro mandato. Aver fatto una giusta valutazione in anticipo, facendosi carico della responsabilità di decidere, avrebbe idealmente permesso di iniziare un processo di selezione con almeno un anno di anticipo.
L’unico lato positivo di questo dibattito per i dem è che si è svolto in largo anticipo rispetto alla convention di Chicago, in programma il 19 agosto. Scegliere un sostituto in questo lasso di tempo sarebbe in ogni caso un disastro, ma farlo il prima possibile potrebbe essere fondamentale. Una breve campagna elettorale non sarà di facile organizzazione e il tempo stringe.
Qualche nome sul tavolo
In caso di ritiro da parte di Biden è probabile che da lui stesso possa arrivare l’indicazione di un nome. E in questo caso il nome di Kamala Harris sarebbe favorito, cosa che avrebbe un certo peso tra i delegati, seppur non vincolante.
Altri nomi sono già circolati. Gavin Newsom è un nome forte per i democratici. L’attuale governatore della California, Gavin Newsom, alle telecamere ha dichiarato ieri sera che parlare di un altro candidato si tratta di “speculazioni senza senso”. Tuttavia negli ultimi mesi si è speso molto anche per candidati democratici al di fuori dei confini del proprio Stato, segnalando una proiezione della sua immagine anche a livello nazionale. Un nome da tenere quindi in forte considerazione. Attualmente è il più quotato insieme a Harris.
C’è poi il governatore dell’Illinois J. R. Pritzker, il quale potrebbe far valere le sue credenziali per aver codificato il diritto all’aborto in Illinois ed essersi fortemente impegnato sul controllo delle armi. Ma anche Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan è un nome interessante. Il suo nome era nella shortlist del ticket presidenziale del 2020.
Gli ultimi due nomi sono quelli di Sherrod Brown, senatore dell’Ohio, voce forte in difesa dei diritti e le tutele dei lavoratori e Dena Phillips, già candidato alle primarie democratiche all’inizio di quest’anno, senza successo. A meno di clamorosi colpi di scena, la candidatura di Michelle Obama rimane uno scenario non plausibile.
Fonti e approfondimenti
Belam, M., “Who could replace Joe Biden? Here are six possibilities”, The Guardian, 28/06/2024
Friedman, T. L., “Joe Biden Is a Good Man and a Good President. He Must Bow Out of the Race.”, The New York Times, 28/06/2024
Gold, M., “Trump’s Debate Performance: Relentless Attacks and Falsehoods”, The New York Times, 28/06/2024
Goldmacher, S., Swan, J., “Six Takeaways From the First Biden-Trump Presidential Debate”, The New York Times, 28/06/2024
Leibovich, M., Time to Go, Joe, The Atlantic, 28/06/2024
Rich, M., Erlanger, S., “U.S. Allies Watch the Debate With Shaking Heads and a Question: What Now?”, The New York Times, 28/06/2024
Shepard, S., “Can Democrats replace Biden on the ticket? Yes. But — he has to make the first move.”, Politico, 26/06/2024Wren, A., Shepard, S., Allison, N., Schneider, E., Stein, S., “Democrats really have no way to spin this. We break down Biden’s disastrous debate.”, Politico, 28/06/2024