J.D. Vance è la scelta di Donald Trump come candidato vicepresidente, ufficializzata nel primo giorno di convention repubblicana. Senatore dell’Ohio (dove è nato) dal 2022, è un veterano della guerra in Iraq e scrittore di successo.
È salito alla ribalta proprio come autore del romanzo di memorie “Elegia Americana”, epopea della cosiddetta “America profonda”. Nel libro, bestseller da cui è stato anche tratto un film, descrive le difficoltose condizioni causate dalla deindustrializzazione della classe operaia bianca della Rust Belt e dall’area degli Appalachi. Classe popolare il cui voto è stato decisivo nella vittoria di Trump del 2016.
La parabola di Vance
Subito dopo la vittoria di Donald Trump, otto anni fa, Vance è tornato nel suo nativo Ohio e ha fondato un ente di beneficenza anti-oppioidi. In seguito è entrato nel giro repubblicano, partecipando a una serie di conferenze come ospite privilegiato alle cene di partito durante il Lincoln Day. Qui la sua storia personale – comprese le difficoltà che Vance ha sopportato a causa della tossicodipendenza di sua madre – ha avuto una certa risonanza. Apparizioni utili anche per gettare le basi per un ingresso in politica, cosa poi avvenuta.
Prima critico poi sodale, Vance è diventato uno dei repubblicani maggiormente lealisti e vicini all’ex presidente. Infatti, in questi anni, Vance ha subito una netta – e agli occhi dei suoi critici, molto discutibile – trasformazione politica. Da bardo conservatore della classe operaia che ripeteva “Never Trump” a incondizionato sostenitore dell’ex presidente.
Le critiche a Trump
Nel 2016 aveva infatti definito Trump “pericoloso” e “inadatto” a ricoprire la carica di presidente. Vance, la cui moglie, l’avvocato Usha Chilukuri Vance, è nativa americana e madre dei loro tre figli, criticò aspramente in quel periodo la retorica del futuro inquilino della Casa Bianca. Arrivando a dire che sarebbe potuto diventare “l’Hitler d’America”. Pubblicamente, disse che le proposte politiche di Trump “(andavano) dall’immorale all’assurdo“.
In un’intervista su The Atlantic, Vance apostrofò Trump come “un’eroina culturale“, un “nuovo antidolorifico”. Che prometteva soluzioni facili ai crescenti problemi sociali delle comunità sofferenti, ma che alla fine “non poteva risolvere ciò che le affligge”. “Per ogni problema complesso, promette una soluzione semplice”.
Altre critiche fatte sul proprio account X, sono state poi cancellate. Come quella in cui accusava Trump di far “paura alle persone a cui tengo. Immigrati, musulmani, ecc. Per questo lo trovo riprovevole. Dio vuole il meglio di noi”. Vance ha in seguito dichiarato di aver votato nel 2016 per il candidato di un terzo partito, non schierandosi né con Trump, né con Hillary Clinton. Nel 2020 ha invece detto di aver votato per Trump.
La conversione
Ma dal loro incontro nel marzo del 2021 a Mar-a-Lago, Vance ha cambiato nettamente la sua opinione, citando i risultati di Trump come presidente. In quell’occasione anche Donald Trump Jr. ha partecipato all’incontro, così come Peter Thiel, il miliardario della Silicon Valley che stava finanziando la sua campagna e nella cui società Vance aveva lavorato. Proprio Thiel, controverso venture capitalist, si è espresso con contentezza e sembra abbia avuto un ruolo nella scelta, essendo lui vicino all’ex presidente.
Vance inoltre è forte dell’endorsement del presidente della Heritage Foundation Kevin Roberts, una delle menti dietro al Project 2025. Secondo cui “sarà assolutamente uno dei leader – se non il leader – del nostro movimento”. Segnale di una scelta che guarda anche al futuro.
In un’intervista a Time nel luglio del 2021, Vance ha parlato della sua conversione da “Never Trumper” a sostenitore. Trump è “il leader di questo movimento e se mi preoccupo davvero di queste persone e delle cose che dico di interessarmi, devo solo avvicinarmi e sostenerlo”. Un passaggio che segnala ancora una volta il cambiamento che ha interessato il Partito repubblicano.
Dopo tutti questi fatti Vance si è anche esposto riguardo i fatti di Capitol Hill, prendendo le difese dell’ex presidente. Dichiarando inoltre che se fosse stato vicepresidente nel gennaio 2021, si sarebbe opposto alla certificazione della vittoria di Biden rilanciando la questione della frode elettorale.
“Abbiamo bisogno che ogni senatore repubblicano sia come J.D. Vance”, ha scritto Trump su Truth lo scorso dicembre. In effetti, sin dal suo arrivo al Congresso, Vance è stato un energico alleato dell’ex presidente. E uno dei leader di un blocco di circa una dozzina di colleghi repubblicani che hanno cercato di spingere il Senato in una direzione più isolazionista. Spesso scontrandosi con il senatore Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana.
Le posizioni politiche
Il cambiamento che ha attraversato Vance interessa anche le posizioni sui temi politici. Vance si oppone al diritto all’aborto, anche in caso di incesto o stupro, ma dice che ci dovrebbero essere eccezioni per i casi in cui la vita della madre è in pericolo. Detto questo si è detto contrario a un divieto nazionale, sostenendo la libertà di scelta di ogni Stato.
Sui cambiamenti climatici ha espresso scetticismo sul consenso scientifico generale. Vance ha detto che il cambiamento climatico non è una minaccia. “Sta cambiando, come altri hanno sottolineato, sta cambiando da millenni”. Vance è un forte sostenitore dell’industria petrolifera e del gas, dominante nel suo stato d’origine, e ha espresso opposizione verso l’utilizzo dell’energia eolica e solare e ai veicoli elettrici.
Vance ha lavorato duramente, seppur senza successo, per fermare il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari per l’Ucraina. E proprio in politica internazionale le visioni del candidato vicepresidente sono molto diverse da quelle dell’attuale amministrazione, per usare un eufemismo. Un alto funzionario dell’Ue, intervistato anonimamente da Politico, ha dichiarato che la nomina di Vance rappresenta un “disastro” per l’Ucraina e, per estensione, per l’Unione europea.
In un’intervista di questo febbraio, Vance ha dichiarato che ” non abbiamo la capacità produttiva per sostenere una guerra di terra nell’Europa orientale a tempo indeterminato. E penso che spetti ai leader articolare questo per le loro popolazioni”. “Per quanto tempo si prevede che andrà avanti così? Quanto dovrebbe costare? E soprattutto, come possiamo effettivamente produrre le armi necessarie per sostenere gli ucraini?”.
La politica estera
Nei corridoi di Bruxelles preoccupano inoltre le posizioni protezioniste e isolazioniste del ticket repubblicano in materia economica che potrebbero danneggiare l’Unione. “Certamente penso che dovremmo essere molto più aggressivi nell’applicare i dazi su tutta una serie di industrie” ha sostenuto Vance. Avvertimenti che creano apprensione per l’Ue. Durante la sua presidenza, Trump ha già imposto dazi sulle importazioni europee di acciaio e alluminio. E ha promesso di voler proteggere nuovamente l’industria nazionale se rieletto a novembre.
Vance ha inoltre espresso stima e apprezzamento nei confronti di Orbàn e delle politiche del suo governo. Ha inoltre attaccato il governo polacco, rinfacciandogli che le preoccupazioni per la propria sicurezza riguardo l’aggressione russa sono state esagerate.
Ma opinioni sono state anche espresse sulla Germania, il Regno Unito e l’Italia. Ha infatti attaccato la politica energetica tedesca definendola “idiota” così come le politiche riguardanti la difesa portate avanti da Berlino. Sul Regno Unito, in seguito alla vittoria dei laburisti, ha dichiarato che col nuovo governo Starmer diventerà il “primo paese islamista che avrà un’arma nucleare”. Ha inoltre attaccato Giorgia Meloni, per lui colpevole di essere stata una “catastrofe completa” per non essere riuscita a fermare l’immigrazione.
Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente, Vance è un fermo sostenitore di Israele, e proprio nell’ambito dell’invio del pacchetto di aiuti all’Ucraina che prevedevano aiuti anche allo Stato ebraico, ha proposto di inviare denaro solo a Israele. In riferimento alla distruzione di Hamas, Vance ha dichiarato in una nota fatta circolare tra i repubblicani al Senato che “Israele ha un obiettivo raggiungibile” mentre “l’Ucraina no”.
Ha riconosciuto il dramma delle vittime civili a Gaza dicendo che “il nostro cuore va certamente a loro”, e ha sostenuto che la colpa non è di Israele ma di Hamas.
Come cambia la campagna
Ora che ha ottenuto la candidatura sarà interessante vedere quale contributo darà alla campagna elettorale. La scelta di un candidato proveniente dal Midwest lascia già intendere la scelta strategica operata da Trump e il suo entourage nel volerlo al proprio fianco. Seppur l’Ohio, Stato da cui proviene, è secondo gli attuali sondaggi assegnato ai repubblicani, gli altri Stati dell’area, dove il confronto appare in bilico, sono quelli fondamentali per Biden e i democratici per riconquistare la Casa Bianca.
L’intenzione sarà molto probabilmente quella di impostare una campagna fortemente aggressiva in quei territori, basata sull’aiuto alla classe operaia sconfitta dalla globalizzazione, e su politiche protezioniste tese a dare sollievo ai settori più a rischio. L’economia sarà il tema centrale in quegli specifici Stati chiave. Vedremo come il ticket repubblicano si muoverà.
Fonti e approfondimenti
Astor, M., What to Know About J.D. Vance, Trump’s Running Mate, The New York Times, 15/07/2024
Graham, D., The Next Republican Leader, The Atlantic, 15/07/2024
LaFraniere, S., A Match Made in MAGA: How a Friendship Helped J.D. Vance Land on Trump’s V.P. List, The New York Times, 27/04/2024
Levien, S., From Skeptic to Superfan: J.D. Vance’s Turnabout on Trump, The New York Times, 15/07/2024
Lynch, S., Trump’s VP pick spells ‘disaster’ for Europe and Ukraine, Politico, 15/07/2024
Nagourney, A., J.D. Vance on the Issues, From Abortion to the Middle East, The New York Times, 15/07/2024
Starcevic, S., What J.D. Vance really thinks about Europe, Politico, 16/07/2024
Ward, I., 55 Things to Know About J.D. Vance, Trump’s VP Pick, Politico, 15/07/2024
Watson, K., Who is JD Vance, Trump’s pick for VP?, CBS News, 15/07/2024