Julius R. Oppenheimer, fisico statunitense di origini ebraiche, fu una figura storica affascinante, eclettica e soprattutto controversa. Fu uno dei fisici teorici più talentuosi e importanti del XX secolo, le sue scoperte scientifiche furono di tutto rilievo: per citarne alcune, intuì l’esistenza dell’anti-materia e diede una prima stima della massa limite oltre la quale un resto stellare sarebbe collassato indefinitamente sotto l’effetto della propria gravità, per formare quello che oggi chiamiamo “buco nero”.
Oppenheimer, il padre della bomba atomica
Il punto di svolta della sua carriera avvenne nel 1942, quando accettò di stare a capo del Progetto Manhattan, coordinando una comunità scientifica composta dai migliori cervelli dell’epoca con il chiaro scopo di progettare un’arma di distruzione di massa. Dedicò la sua vita alla creazione della bomba atomica, difendendone i fini bellici. Fu dopo il suo utilizzo contro il Giappone, però, che si sentì “le mani sporche di sangue” e rifiutò di proseguire sulla strada della “Super”, la molto più potente bomba a fusione termonucleare.
I suoi scrupoli morali e le sue posizioni ideologiche filo-comuniste furono sufficienti per farlo passare da essere parte degli apparati scientifico-militari USA ad essere sospettato di trasmettere informazioni all’Unione Sovietica. Fu sottoposto a processo nel 1954, ma nonostante la commissione lo ritenne leale verso gli Stati Uniti, gli negò comunque l’accesso alle informazioni riservate sulla ricerca atomica, quella ricerca a cui egli stesso aveva dedicato così tanto e che aveva contribuito a costruire. Dopo questo, la carriera di Oppenheimer si interruppe.
Christopher Nolan racconta Oppenheimer
Nel suo ultimo film Oppenheimer, Christopher Nolan ricostruisce la biografia di Julius R. Oppenheimer, dalla giovinezza fino al processo del 1954, passando attraverso la storia del Progetto Manhattan. Omaggiata per la sua grande aderenza storica ai fatti, la sceneggiatura del film è tratta dal libro di Kai Bird e Martin J. Sherwin, American Prometheus, vincitore del Premio Pulitzer nel 2006 e tradotto quest’anno in Italia con il titolo Oppenheimer (Garzanti, 2023).
Sebbene la storia di Oppenheimer sia intrecciata a doppio filo con la storia della bomba atomica, al centro dell’opera non c’è la creatura ma il creatore, la vicenda di una figura controversa posta di fronte alla Storia e al delicato rapporto tra scienza ed etica. L’Oppenheimer delineato è infatti un uomo tanto geniale quanto disordinato e inquieto, sia nella vita privata sia nella sua attività di brillante ricercatore, raccontato senza giudizio e senza negare le “zone d’ombra” che lo caratterizzavano.
In un primo momento, l’entusiasmo di Oppenheimer nel partecipare al Progetto Manhattan è dato non solo dall’occasione di portare a compimento una ricerca scientifica rivoluzionaria, ma anche anche dalla speranza di contribuire alla sconfitta della Germania nazista, che ha riempito i campi di concentramento della «sua gente». Durante le sperimentazioni effettuate a Los Alamos, in mezzo al deserto in New Mexico, avviene la presa di coscienza delle terribili potenzialità dell’invenzione e infine il suo radicale cambio di posizione sull’utilizzo della bomba dopo i bombardamenti di Hiroshima.
È in questo frangente che iniziano a emergere alcuni dei temi e degli interrogativi che Nolan pone allo spettatore: il ruolo dello scienziato in relazione allo scenario politico, il contributo all’impegno bellico e la libertà della ricerca.
Il film di Nolan ci trasporta nell’arena di dibattito sul rapporto tra scienza ed etica e inevitabilmente al tema della responsabilità della conoscenza. La vicenda storica dell’atomica ha posto indubbiamente il dibattito anche su un livello politico. È davvero possibile scindere le responsabilità della scienza da quelle della politica? Si può veramente essere neutrali, come voleva Oppenheimer, limitandosi a spiegare rischi e benefici delle varie alternative senza appoggiarne alcuna? Oppure uno scienziato può e in alcuni casi deve prendere posizione proprio perché più di altri sa?
Con l’invenzione della bomba atomica, l’umanità tutta ha conosciuto la potenza di qualcosa da cui non si può più tornare indietro, talmente potente che questa consapevolezza ha posto un nuovo ordine temporale e mondiale. I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki sono infatti l’ultimo atto militare della Seconda guerra mondiale e la prima operazione importante della Guerra Fredda diplomatica tra USA e Unione Sovietica, che ottiene l’atomica nel 1949. Tutt’oggi, il possesso di armi nucleari resta l’ago della bilancia degli equilibri politici mondiali e rimane assolutamente attuale anche al di fuori del contesto bellico, basti pensare al largo dibattito sulle energie rinnovabili; ed è innegabile che il precedente storico della bomba influenzi anche la ricerca scientifica attuale.
È un prima e un dopo non solo storico ma archetipico, come la scoperta del fuoco o come il peccato originale. Come disse Oppenheimer stesso, «in una qualche sorta di senso brutale che nessuna volgarità, umorismo o esagerazione può estinguere del tutto, i fisici hanno conosciuto il peccato; e questa è una conoscenza che non possono perdere».
Il racconto della figura di Oppenheimer come contraddittoria, eticamente divisa tra la scoperta scientifica che stava portando a termine e le inevitabili conseguenze che ne sarebbero – e che sono – derivate dal suo utilizzo, ci riporta alla narrazione della figura di un altro grande fisico teorico che si era avvicinato alla fissione nucleare: Ettore Majorana in La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia.
Ettore Majorana: la fissione nucleare prima della bomba atomica
Ettore Majorana è stato un giovane e geniale fisico siciliano che negli anni Trenta aveva lavorato nel gruppo di ricercatori di Enrico Fermi, celebre come “i ragazzi di via Panisperna”, che studiavano la possibilità della fissione nucleare. Viene nominato, giovanissimo, professore di fisica presso l’università di Napoli. Il 25 marzo 1938, Majorana si imbarca su una nave che da Napoli è diretta a Palermo, lasciando due lettere nelle quali annuncia la propria scomparsa. Il 26 marzo 1938, durante il viaggio in nave, si perdono le sue tracce. Majorana non sbarcò mai a Palermo, il suo corpo non venne mai ritrovato e venne considerata come più plausibile l’ipotesi del suicidio in mare causato da una forte nevrosi.
Sebbene il caso portò non poco scompiglio, le indagini si conclusero rapidamente, lasciando tuttora il mistero su cosa sia davvero successo. Ed è il mistero che incita Sciascia ad avviare la propria inchiesta e a conferire un senso a tale scomparsa.
La tesi che Sciascia sostiene nel suo romanzo-inchiesta, è quella che proprio questa genialità sui generis gli abbia permesso di intravedere nei suoi studi scientifici sulla fissione nucleare quel potenziale distruttivo che avrebbe poi portato alla creazione della bomba atomica. Conscio di questo, secondo Sciascia Majorana avrebbe deciso di “sparire”, recusando il suo ruolo di scienziato per non prendere parte a questo destino, o meglio, per non dover affrontare le conseguenze di una scelta tra scienza e etica.
Entrambe le opere indagano la complessità storica e umana di una delle vicende più significative del Novecento, attraverso la ricostruzione biografica di due grandi protagonisti della scoperta della fissione nucleare. Il dibattito tra scienza ed etica non trova una soluzione né sul piano politico né su quello storico, ma il messaggio che ci lasciano Nolan e Sciascia è di continuare a prenderne parte, di non dimenticare il passato e trovare nuovi interrogativi per renderlo sempre attuale. In fondo, l’incapacità di stare in un solo schieramento è il tratto distintivo sia di Oppenheimer sia di Majorana. La Storia non è fatta da demoni e eroi, ma da chi riesce a essere entrambi.
Fonti e approfondimenti
Ballero, Silvia K., “Oppenheimer, né demone né eroe”, Il Tascabile, 06/09/2023.
Oppenheimer, Christopher Nolan, 2023.
Smaranda, Elian B., «La scomparsa di Majorana»: gli interrogativi di Sciascia tra scienza ed etica, Orizzonti Culturali Italo – Romani, maggio 2017.
Sciascia, Leonardo, La scomparsa di Majorana, Adelphi, 2004.
Porro, Mario, 20 novembre 1989 / Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana, Doppio Zero, 20/11/2019.