I trattati internazionali

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Nel diritto internazionale esistono molti strumenti volti a regolare i rapporti tra gli Stati e gli altri soggetti di diritto internazionale. Una delle forme più usate è il trattato. 

Spesso indicati con termini diversi quali accordo, convenzione, patto o scambio di note, questi documenti rappresentano la volontà degli Stati di regolamentare le proprie relazioni con altri Paesi, stabilendo delle regole. I trattati sono diversi dalle dichiarazioni: queste ultime non sono giuridicamente vincolanti, a meno che i principi cui si fa riferimento non diventino nel tempo parte del diritto internazionale consuetudinario o annoverabili nello jus congens. I trattati, al contrario, impongono degli obblighi in capo agli Stati parte. 

Caratteristiche dei trattati

I trattati possono essere stipulati in forma scritta o in forma orale, senza incidere sul valore e sulla validità dell’accordo. Inoltre, essi possono essere bilaterali o multilaterali. Con bilaterale, si intende l’accordo che obbliga solo due Stati a rispettare quanto prescritto nel documento; il trattato multilaterale è, invece, un patto tra diversi Stati che si impegnano reciprocamente a rispettare gli obblighi sanciti nella convenzione. 

Fonti

In questo contesto, uno strumento di primaria importanza è la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, stipulata nel 1969 a seguito di una conferenza. La Convenzione, costituita da 85 articoli e un allegato, è un documento fondamentale del diritto internazionale dal momento che rappresenta “il trattato sui trattati”. In essa, infatti, sono elencate regole e disposizioni sulla stesura dei trattati in forma scritta e rappresenta ancora oggi uno degli strumenti più importanti del diritto internazionale.

Chi può concludere i trattati? 

La Convenzione di Vienna all’articolo 7 stabilisce che i trattati possono essere conclusi dai plenipotenziari. L’individuazione degli organi competenti ad adottare, autenticare o fornire il consenso agli obblighi prescritti è regolamentata dal diritto nazionale di ciascuno Stato. 

Ciononostante, la Convenzione di Vienna stabilisce alcune norme che legittimano direttamente alcuni organi dello Stato a compiere determinati atti relativi alla stipulazione dei trattati. 

L’art. 7 individua due categorie di persone:

  1. persone che possono esprimere la volontà dello Stato in materia di stipulazione di un trattato devono esibire i pieni poteri;
  2. persone i cui pieni poteri sono previsti, a causa delle funzioni esercitate.

I pieni poteri sono previsti per 3 categorie di persone:

  1. I capi di Stato, i capi di governo e i ministri degli Affari Esteri, che possono concludere tutti gli atti relativi alla stipulazione del trattato e manifestare la volontà dello Stato a obbligarsi;
  2. I capi di missione diplomatica, che possono solamente adottare un testo senza poter manifestare la volontà dello Stato a obbligarsi;
  3. I rappresentanti degli Stati a una conferenza internazionale o presso un’organizzazione internazionale, che similmente ai capi di missione diplomatica, si limitano ad atti relativi all’adozione del testo.

Modalità di stipulazione ed entrata in vigore dei trattati

I trattati possono essere stipulati in forma solenne o in forma semplificata.

Forma solenne

Il processo di stipulazione dei trattati inizia con la negoziazione. I negoziati sono condotti dai plenipotenziari degli Stati, che devono raggiungere un accordo sul testo. Se il trattato è multilaterale, la negoziazione avviene solitamente durante una conferenza internazionale o in seno a un’organizzazione. 

L’adozione del testo deve avvenire tramite il consenso di tutti gli Stati partecipanti, a meno che il testo non sia adottato all’interno di una conferenza internazionale: in quel caso, è necessaria la maggioranza di due terzi degli Stati presenti e votanti (art. 9 della Convenzione di Vienna). 

Successivamente, il testo viene firmato. La firma ha lo scopo di autenticare il testo e non obbliga gli Stati a osservare il trattato, poiché ancora non entrato in vigore, ma impone l’obbligo di astenersi da atti ritenuti contrari o incompatibili con l’oggetto del documento. 

La fase successiva è la ratifica. Essa rappresenta la volontà dello Stato di impegnarsi a rispettare quanto prescritto nel trattato. Il meccanismo di ratifica viene disciplinato dalle costituzioni dei singoli Stati. 

Alla ratifica segue lo scambio delle ratifiche, in caso di trattato bilaterale. Per i trattati multilaterali si deve al contrario depositare la ratifica presso il depositario, che può essere uno Stato o un organo di un’organizzazione (per esempio, il segretario generale delle Nazioni Unite). 

Nella fase di ratifica delle convenzioni multilaterali, gli Stati possono porre delle riserve sul trattato. Le riserve sono dichiarazioni unilaterali fatte dagli Stati con lo scopo di modificare o escludere l’effetto giuridico di alcune disposizioni del trattato nella loro applicazione nel medesimo Stato.

I trattati bilaterali entrano in vigore quando avviene lo scambio delle ratifiche; i multilaterali quando viene raggiunto un certo numero di ratifiche solitamente stabilite dal trattato stesso. Possono vincolarsi anche Stati che non hanno direttamente partecipato alla negoziazione del trattato tramite il processo di adesione

Forma semplificata

I trattati stipulati in forma semplificata seguono una procedura meno complessa, caratterizzata dalla negoziazione, a cui segue la firma da parte dei plenipotenziari. In questo caso, la firma non ha il mero scopo di autenticare il testo, ma di renderlo di fatto obbligatorio per le parti. Il trattato quindi può dirsi concluso ed entrato in vigore al momento della firma, anche se resta necessario il raggiungimento di un certo numero di firme se il trattato è multilaterale.

 

Fonti e approfondimenti

Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, 23 maggio 1969.

Omar, Sources of International Law in the Light of the Article 38 of the International Court of Justice, 2 July 2011.

Ronzitti, Introduzione al diritto internazionale, Geppichelli Editore, Torino, 2016.

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