Poco più di un anno fa, a poche settimane dall’esplosione della pandemia da Covid-19, la ministra della Difesa tedesca e allora presidente della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer, nota in Germania con l’acronimo AKK, annunciò le proprie dimissioni dalla presidenza del partito, rinunciando così anche alla corsa futura al cancellierato, in vista delle elezioni di settembre 2021.
Kramp-Karrenbauer era da tempo criticata dall’ala più a destra del partito da lei guidato ma la scelta di dimettersi era stata maturata soprattutto a seguito della dimostrazione di incapacità di far fronte a quanto successo poche settimane prima nel Land della Turingia, dove la componente locale del partito con a capo Thomas Kemmerich aveva deciso di violare il divieto tacito di alleanze con l’estrema destra aprendo ad Alternative für Deutschland (AfD). Questa mossa fu definita “unverzeihlich” (imperdonabile) dalla cancelliera Merkel. Nonostante la risposta di quest’ultima sia stata molto più influente e incisiva, AKK era a tutti gli effetti la presidente, essendo stata eletta nel dicembre 2018 dal congresso della Cdu, poche settimane dopo che Merkel aveva manifestato l’intenzione di dimettersi.
La scelta di AKK ha, dunque, messo ancora di più in evidenza un punto cruciale per la Cdu e per il futuro della Germania: il problema della leadership. Il partito non è stato in grado di sostituire la cancelliera uscente con una figura in grado di rilanciare il partito da tempo in crisi. Inoltre, è chiaro che la nomina di un leader di peso per il post-Merkel rappresenti motivo di attenzione e grande interesse anche per l’UE.
Le dimissioni di Annegret Kramp-Karrenbauer hanno, dunque, aperto la strada a tre candidati pronti a diventare presidenti del partito: Armin Laschet, premier del Nordreno-Vestfalia; Friedrich Merz, storico avversario interno della cancelliera, fautore di una linea più conservatrice, già leader della Cdu al Bundestag tra il 2000 e il 2002 e poi ritiratosi dalla politica nel 2009; Norbert Röttgen, presidente della commissione Affari Esteri al Bundestag ed ex ministro federale dell’Ambiente dal 2009 al 2012, noto per le sue posizioni dure contro Russia e Cina. Il congresso del partito, organizzato in modalità digitale nei giorni del 15 e 16 gennaio 2021, ha visto la partecipazione di 1.001 delegati e il voto si è articolato in due turni. Nel corso del primo i 992 voti espressi si sono così divisi: 385 per Merz, 380 per Laschet e 224 per Röttgen. Al ballottaggio sono andati i primi due e sorprendentemente il secondo, con 521 voti, ha superato il suo rivale (466). Meno di una settimana dopo l’elezione online, il partito ha ufficializzato formalmente il voto, con la conferma del voto postale finale in cui Laschet ha ricevuto l’83,35% dei voti validi.
Armin Laschet: il profilo del neo-presidente
Armin Laschet è, quindi, l’attuale presidente dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Cdu), uno dei principali nonché storici partiti tedeschi. Ma che profilo ha questo nuovo leader?
Classe 1961, Armin Laschet è nato e cresciuto ad Aquisgrana, città nella quale vive tuttora, a seguito del trasferimento della sua famiglia, di origini umili, dalla Vallonia. Dopo gli studi in legge e scienze politiche portati avanti tra Monaco e Bonn, ha intrapreso la carriera giornalistica e poi quella politica. È cresciuto seguendo i dettami cattolici, elemento che ha caratterizzato fortemente le sue esperienze professionali.
Il suo impegno politico inizia da giovanissimo, quando a 18 anni si iscrive al partito Cdu. Gli incarichi politici arrivano, però, solo successivamente. Dal 1994 al 1998 viene eletto parlamentare al Bundestag, mentre dal 1999 al 2005 siede al Parlamento europeo in qualità di eurodeputato, eletto con il suo partito Cdu, parte del Partito popolare europeo (PPE). Qui si occupa principalmente di politica estera, in particolare dei rapporti con la NATO, la Russia e la regione caucasica. Dal 2005 torna a occuparsi della politica locale riguardante il suo Land, ovvero la Renania Settentrionale-Vestfalia, dove è attualmente a capo del governo dal giugno 2017.
Armin Laschet appartiene all’area moderata del partito Cdu ed è considerato vicino all’uscente cancelliera Angela Merkel, della quale ha appoggiato l’indirizzo politico e molte iniziative, come ad esempio quelle riguardanti l’immigrazione. Si è sempre proclamato fortemente europeista, tanto da sottolineare il suo supporto per il discorso tenuto dal presidente francese Emmanuel Macron alla Sorbona il 26 settembre 2017. Il discorso in questione aveva, infatti, manifestato la forte impronta europeista del neoeletto presidente francese che mirava a rilanciare il progetto europeo e la sua sfida democratica a due anni dalle future elezioni europee che si sarebbero svolte nel maggio 2019.
Verso le elezioni federali di settembre
Il 26 settembre 2021 si terranno in Germania le elezioni federali nelle quali verranno eletti i nuovi rappresentanti del Parlamento federale e verrà scelta la persona che succederà ad Angela Merkel nel suo ruolo di cancelliera. Questo ricambio segnerà un avvenimento importante tanto nella politica nazionale tanto in quella europea, poiché Merkel ha ricoperto l’incarico ininterrottamente dal 2005 rappresentando il perno del panorama politico di questi anni.
Armin Laschet, in qualità di nuovo presidente del partito, potrebbe, in caso di vittoria delle elezioni, essere scelto per ricoprire l’incarico. La Legge fondamentale tedesca prevede, infatti, che sia il Bundestag, rinnovato attraverso le elezioni federali che si svolgono ogni quattro anni, a eleggere il cancelliere. Quest’ultimo rimane in carica per tutta la durata del mandato e può essere sfiduciato, ovvero rimosso dall’incarico prima della scadenza del mandato, solo adottando l’istituto della “sfiducia costruttiva”. Questa rappresenta una peculiarità del sistema tedesco, per cui è previsto che la nomina di un altro esponente venga votata e ottenga la fiducia dal Bundestag per poter sostituire il predecessore. Per consuetudine il leader della Cdu è anche il candidato cancelliere; tuttavia questa volta potrebbe non essere rispettata la tradizione. Il presidente della Baviera e leader dell’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (Csu), Markus Söder, gode, infatti, di molta fiducia nell’Unione e potrebbe essere un potenziale candidato. Questo perché la Csu è il partito locale fratello della Cdu che opera esclusivamente nel Land della Baviera. Infine, anche Jens Spahn, attuale ministro della Sanità, molto apprezzato per la sua gestione della pandemia, gode dell’appoggio di esponenti autorevoli del partito e potrebbe essere tra i favoriti in caso di vittoria delle elezioni.
Dunque, le trattative interne alla Cdu saranno molto intense e sarà interessante seguire l’evolversi della politica tedesca nei prossimi mesi. Questo periodo sarà non solo determinante per il futuro della Germania ma anche dell’intera Unione europea. L’attenzione di Bruxelles e delle altre capitali europee è tutta rivolta a Berlino.
Fonti e approfondimenti
Börnsen W., Was Laschets Wahl zum CDU-Chef bedeutet, Tagesschau.de, 16/01/2021.
Bosco S., Il nuovo presidente della Cdu è Armin Laschet. La linea Merkel continua, Formiche.net, 16/01/2021.
Haerder M., Deutsche Führungskräfte wollen Markus Söder statt Armin Laschet, WirtschaftsWoche, 29/01/2021.
Missions allemandes en France, Qui est Armin Laschet, le nouveau président de la Cdu?, 19/01/2021.
Mongini C., Chi è Armin Laschet, il nuovo segretario della CDU tedesca, ISPI, 26/01/2021.
Oltermann P. and Connolly K., Annegret Kramp-Karrenbauer to quit as CDU leader amid far-right ‘firewall’ row, The Guardian, 10/02/2020.
Redazione, Kramp-Karrenbauer kündigt Rücktritt als CDU-Chefin an, der Spiegel, 10/02/2020.
Redazione, Merkel zu Thüringen – Wahl mit AfD-Hilfe “unverzeihlich”, ZDFheute, 06/02/2020.
Stam C. and Grüll P., Moderate Armin Laschet becomes new CDU leader in election year, EURACTIV, 18/01/2021.
Editing a cura di Francesco Bertoldi