Secondo le Nazioni Unite, a livello globale ci sono un miliardo e mezzo di persone che vivono senza un “riparo adeguato”. Una parte di queste, circa 150 milioni, non ha una fissa dimora e vive per strada. Con incidenza variabile, il fenomeno riguarda tutti i Paesi, anche quelli considerati “economicamente sviluppati”. Per esempio, si stima che in Europa vi siano quasi un milione di senzatetto e i dati ci dicono che il loro numero è in aumento.
Le cause di questo fenomeno sono numerose e complesse. Il fatto che le persone non possano accedere ad alloggi e risorse di cui hanno bisogno può dipendere sia da fattori economici e socio-strutturali, come carenza di alloggi a prezzi accessibili, povertà estrema e discriminazione, sia da fattori personali, come traumi, dipendenze e patologie psichiatriche.
Possibili soluzioni
Benché garantire un riparo adeguato a tutti sia una questione complessa, il poter vivere in condizioni “dignitose” è uno dei diritti umani fondamentali. Per far fronte al problema si sperimentano diverse soluzioni, soprattutto nell’ambito della cooperazione internazionale per lo sviluppo. Le soluzioni variano da politiche per la creazione di alloggi, al lavoro di cooperative e organizzazioni no-profit che si occupano di fornire aiuti materiali a chi si trova senza una fissa dimora.
In Canada, una piccola ONG ha sperimentato una soluzione contro corrente per offrire un aiuto concreto ai senzatetto, che sembra aver avuto dei risultati molto promettenti. Il progetto, chiamato “The New Leaf Project“, è un’iniziativa di Foundations for Social Change, un’organizzazione con sede a Vancouver.
Il progetto “New Leaf”
Il progetto New Leaf assegna trasferimenti di denaro una tantum a giovani e adulti diventati senzatetto recentemente. Il progetto pilota, in collaborazione con l’Università della British Columbia, è partito nella primavera del 2018 e ha avuto ottimi risultati. I ricercatori hanno individuato 50 persone nell’area di Vancouver che fossero diventate senzatetto nell’arco dei due anni precedenti e hanno assegnato a ciascuno di loro una somma di 7.500 dollari canadesi, da spendere liberamente.
I ricercatori hanno quindi monitorato la vita dei destinatari della somma per circa un anno, confrontando i loro comportamenti con quelli di un gruppo di controllo che non l’avesse ricevuta: i risultati della ricerca mostrano che il progetto ha ottimi risultati. Una “donazione diretta” sembra essere uno strumento efficace per reintrodurre rapidamente sicurezza e stabilità nella vita delle persone.
In primo luogo, avere a disposizione delle risorse economiche risolve il problema principale, dato che, in media, coloro che hanno ricevuto il denaro sono stati velocemente in grado di trovare un alloggio stabile. Inoltre, queste persone hanno raggiunto una maggiore sicurezza alimentare e hanno potuto acquistare dei beni di prima necessità a cui avevano spesso dovuto rinunciare, come vestiti e oggetti personali.
Risultati sorprendenti
Uno dei risultati più sorprendenti del progetto è forse che la maggior parte dei partecipanti sapesse immediatamente cosa fare della somma ricevuta, intraprendendo scelte finanziarie “sagge”. Ad esempio, una volta risolto il problema dell’alloggio, alcuni dei beneficiari volevano utilizzare il denaro per procurarsi una bicicletta, altri volevano acquistare computer, alcuni avviare una propria piccola impresa.
A questo si accompagna un altro importante risultato: il dimezzamento di spesa per alcol, sigarette e droghe. Se da un lato questo dipende dal fatto che i partecipanti allo studio sono stati selezionati tra quelli a basso rischio di problemi di salute mentale e abuso di sostanze, è però particolarmente rilevante perché va contro alcuni stereotipi che ritengono le persone in condizione di povertà e senza fissa dimora incapaci di compiere scelte finanziarie “adeguate”.
Un modello riproducibile
Certamente, questo tipo di iniziativa non rappresenta una panacea per tutte le problematiche legate alla mancanza di una abitazione. Per esempio, i critici sostengono che conferire risorse economiche a chi si trova nella condizione di essere senza fissa dimora non risolva davvero il problema, perché non contrasterebbe le cause “strutturali”del fenomeno, riducendosi a un’iniziativa “assistenzialista”.
Si può però ribattere che secondo Claire Williams (CEO di Foundations for Social Change) le persone sanno molto bene di cosa hanno bisogno, ma spesso non le dotiamo di risorse o servizi che davvero conferiscano loro la possibilità di scelta e la dignità per potere andare avanti. Avere accesso diretto a delle risorse economiche, che dotino le persone di potere d’acquisto in un momento critico, può far uscire dalla condizione di disagio in cui ci si trova. Così facendo, il sostegno economico ricevuto aiuta concretamente queste persone a “reinserirsi” nella società.
In questo momento, l’impatto della pandemia da Covid-19 continua a farsi sentire in tutto il mondo e molte persone sono a rischio povertà. La pandemia si è rivelata devastante per l’economia, con massicce perdite di posti di lavoro, aumento dei divari di reddito e accelerazione delle disuguaglianze sociali. Saranno perciò necessarie nuove soluzioni per aiutare coloro che si ritrovano – e si ritroveranno – senza fissa dimora. Dare loro un sostegno economico diretto potrebbe essere una soluzione.
Fonti e approfondimenti
New Leaf Project — Foundations for Social Change.
Thompson D., Should You Give Money to Homeless People?, The Atlantic, March 2011.
Marchant N., 50 homeless people in Canada were given over $5,000 each. Here’s what happened next, World Economic Forum, October 2020.
Affordable housing key for development and social equality, UN says on World Habitat Day, United Nations Sustainable Development, October 2017.
Fondation Abbe Pierre, Fifth Overviewing of housing exclusion 2020, FEANTSA, July 2020.
Editing a cura di Elena Noventa
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