Il sesto emendamento della Costituzione americana sancisce il diritto di difesa dell’imputato. Se questo non può permettersi un difensore di fiducia è lo Stato ad assegnargli un public defender, generalmente tradotto, in maniera imprecisa, con il difensore d’ufficio italiano. Il difensore d’ufficio in Italia è un avvocato che pratica la libera professione e, a seguito di un corso e del superamento di un ulteriore esame, può iscriversi presso un apposito registro da cui le autorità attingono quando ne hanno bisogno, a seconda dei turni assegnati. In ogni caso, l’imputato dovrà pagare l’avvocato di tasca propria o, in alternativa, presentare la domanda di ammissione al gratuito patrocinio presso la Corte d’appello del distretto in cui si svolge il procedimento. Solo se la domanda viene accettata la parcella dell’avvocato verrà pagata dallo Stato.
Negli Stati Uniti invece, il public defender è sempre pagato dallo Stato, con stipendi e risorse inferiori a un collega che esercita nel settore privato.
Esistono tre diverse modalità di indigent defense, che generalmente vengono utilizzate in ogni Stato combinate tra loro.
Principalmente svolgono questa funzione gli uffici di public defense, sostenuti da fondi pubblici. In queste strutture, operanti a livello statale o locale, avvocati, investigatori e personale di supporto sono impiegati a tempo pieno. Accanto a loro, in alcune giurisdizioni operano agenzie senza scopo di lucro quali Defender Services o Legal Aid Societies. In questi casi, le società stipulano contratti con la città per fornire difesa a chi ne ha bisogno: la Legal Aid Society di New York è la più grande organizzazione di questo genere e gestisce 300.000 casi ogni anno.
Una seconda tipologia è quella del panel attorneys, più simile al difensore d’ufficio italiano: il tribunale può, attingendo da un elenco o panel (pannello), nominare dei professionisti privati che accettano di rappresentare imputati indigenti. Questo metodo viene utilizzato per lo più nei distretti in cui non esiste un programma di difesa pubblica o nei casi in cui ci sia un conflitto di interessi che impedisce la nomina del public defensor. Questi professionisti sono pagati con fondi pubblici, con tassi fissi o a ore.
Infine, ci sono avvocati e studi legali che stipulano contratti con il governo per ottenere la nomina in casi normalmente assegnati ai difensori pubblici. La loro retribuzione è determinata a seconda del tempo che sono disposti a impiegare nei casi loro assegnati.
L’intervento della Corte Suprema
In un primo momento, la garanzia di difesa era assicurata per i soli procedimenti federali. Dal 1932, con la sentenza della Corte Suprema Powell v. Alabama, è stata ampliata l’interpretazione del sesto emendamento, ammettendo la difesa pubblica anche per i procedimenti statali per cui era prevista la pena capitale.
Il caso che ha stabilito il funzionamento della difesa pubblica così come strutturata ora è Gideon v. Wainwright, in cui all’imputato Clarence Earl Gideon, accusato di furto, è stata rifiutata la richiesta di un difensore d’ufficio. Non potendosi permettere di pagare un avvocato, Gideon si è difeso da solo, ottenendo una condanna a cinque anni di carcere. A seguito dell’istanza di Gideon, la Corte Suprema ha stabilito all’unanimità che il diniego alla sua richiesta era incostituzionale poiché il sesto emendamento sancisce in modo inequivocabile il diritto a un avvocato d’ufficio se l’imputato non è in grado di pagarlo, indipendentemente dal tipo di reato.
Nel 1964 è stato promulgato il Criminal Justice Act, che delinea un sistema completo per la nomina e il risarcimento della rappresentanza legale per gli imputati che non sono in grado di pagare un consulente legale. Nel 1970, il CJA è stato modificato per autorizzare i distretti a istituire organizzazioni di difensori federali e risorse istituzionali per fornire consulenti difensivi.
Ad oggi ci sono 81 organizzazioni di difensori federali autorizzati che impiegano più di 3.700 tra avvocati, investigatori, assistenti legali e personale di supporto, servendo 91 dei 94 distretti federali.
L’ultimo intervento della Corte Suprema in merito al diritto di difesa è quello della sentenza Strickland contro Washington nel 1984. In questo caso, i giudici hanno stabilito che la sola presenza fisica di un difensore non garantisce il diritto di difesa: l’assistenza legale fornita agli imputati dovrebbe essere ragionevolmente efficace affinchè sia rispettato il sesto emendamento della Costituzione. L’imputato che ritenga di essere stato penalizzato dalla prestazione del proprio difensore deve dimostrare “che esiste una ragionevole probabilità che, se non fosse stato commesso un errore, il risultato sarebbe stato diverso”.
Le criticità del sistema di difesa pubblica
Tra i maggiori problemi di questo sistema, c’è proprio l’efficacia del lavoro dei difensori pubblici.
La mole di lavoro assegnato a ognuno di questi avvocati è enorme. L’American Bar Association raccomanda al public defensor di non lavorare a più di 150 casi di felonies (reati gravi) all’anno: nel 2014 un difensore pubblico della sola città di New Orleans ne ha seguiti il doppio. Secondo i dati raccolti dal Boreau Justice Statistics, nel 2013 i difensori pubblici americani hanno chiuso tra i 50 e 590 casi ciascuno.
Del resto, la popolazione statunitense rappresenta il 5% della popolazione mondiale e il 25% di quella carceraria globale. E la stragrande maggioranza di essa è rappresentata da persone indigenti: il Dipartimento di giustizia ha stimato che dal 60% al 90% degli imputati non può permettersi di pagare un avvocato.
Le disuguaglianze economiche e razziali nel sistema di Public Defense
Il divario tra le esigenze legali dei cittadini e l’accesso ai servizi legali pubblici aggrava le disuguaglianze economiche e sociali.
In generale, gli imputati che si avvalgono di un difensore pubblico hanno maggiori probabilità di essere detenuti prima del processo, questo anche perché non possono permettersi di pagare la cauzione. Affrontando gravi mancanze di tempo e di risorse, gli avvocati finanziati con fondi pubblici tendono a ricorrere più spesso al patteggiamento per chiudere in fretta il caso: il 90% degli imputati sostenuti da una difesa pubblica si dichiara colpevole.
La storia di ingiustizia razziale degli Stati Uniti continua a produrre gravissime disuguaglianze economiche: il patrimonio netto di una tipica famiglia bianca è dieci volte superiore a quello dell’equivalente famiglia afroamericana. E nonostante i successi dei movimenti per i diritti civili, questo divario di ricchezza è cambiato a malapena nell’ultimo mezzo secolo. Questo elemento è di fondamentale importanza nel rapporto con il sistema penale, poiché il dato economico unito a quello razziale ci dice chi è che si avvale in misura maggiore dei difensori pubblici: gli imputati appartenenti alla comunità afroamericana e i latinos, che sono sovrarappresentati nella popolazione carceraria. Il profilo razziale gioca un ruolo determinante dalle indagini all’esecuzione dell’azione penale, che risultano dunque pregiudicate fin dal loro inizio senza che gli imputati abbiano la possibilità di difendersi, ad esempio attraverso l’utilizzo di indagini difensive. Questo crea inoltre una sorta di circolo vizioso: se per un sospettato afroamericano o latino è più facile ottenere una condanna, una volta fuori dal carcere è ben più difficile trovare un lavoro rispetto a un ex detenuto bianco e quindi crearsi delle opportunità di guadagno e riscatto sociale. Di conseguenza, i sospettati e gli imputati afroamericani o latinos sono sproporzionatamente svantaggiati dalla mancanza di risorse e di tempo dei difensori pubblici, che non hanno la possibilità di fornire loro quella che la Corte Suprema ha definito una difesa ragionevolmente efficace.
Fonti e approfondimenti
Adkins L, T., “What does a public defender do in the U.S.?”, Share America, 17/09/2020.
Brennan Centre for Justice, Report “Conviction, Imprisonment and Lost Earnings: How Involvement with the Criminal Justice System Deepens Inequality”, 15/09/2020.
Justia, The Constitutional Right to a Public Defender.
Laughland O., “Justice denied: The human toll of America’s public defender crisis“, The Guardian, 07/09/2016.
National Association For Public Defender, Statement of Purpose.
Oppel R. A. Jr. & Patel J. K., “One Lawyer, 194 Fenoly Cases, and No Time, The New York Times, 31/01/2019.
Peng T., “I’m a public defender. It’s impossible for me to do a good job”, The Washington Post, 03/09/2015.
Portman J., “Is the Public defender a real lawyer?”, NOLO.
United States Courts, Criminal Justice Act (CJA) Guidelines.
United States Courts, Defender Services.
Yale Law School, Career Development Office, Criminal Defense, agosto 2019.
Editing a cura di Cecilia Coletti
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