Vedere tutelati i propri diritti umani dovrebbe essere una prerogativa, costituzionalmente garantita, presente in ogni ordinamento democratico. Tuttavia, per le minoranze e le popolazioni indigene spesso risulta complesso ottenere il riconoscimento di un ulteriore livello di tutela che si rende necessario in virtù del proprio status socioculturale. Questo risulta maggiormente complesso se associazioni rappresentative di tali interessi non possono agire in giudizio per tutelare coloro che, da soli, non avrebbero “le competenze” e gli “strumenti” per farlo.
La storia della colonizzazione brasiliana e la tutela delle popolazioni indigene
Il Brasile è uno Stato il cui rapporto con le popolazioni indigene, presenti sul territorio, è particolarmente teso e controverso. Si può affermare, a tal riguardo, che si è passati dalla conquista alla tutela e viceversa, “attraversando” la Costituzione del 1988. La storia della colonizzazione del Brasile, secondo un rapporto dell’ONG Survival International, rivela che nel 1500 circa il 90% delle popolazioni indigene è venuto a mancare a causa dei conflitti armati e delle malattie importate dai coloni europei. Nel 1967 venne creata la FUNAI (Fundação Nacional do Índio): organo del governo brasiliano preposto all’elaborazione e all’implementazione delle politiche riguardanti i popoli indigeni; responsabile, inoltre, della mappatura delle terre tradizionalmente abitate da alcune tribù. Terre, la cui titolarità è costituzionalizzata. La norma di riferimento prevede inoltre che eventuali attività economiche, come quelle estrattive di risorse minerarie o energetiche sulle terre indigene, sono consentite soltanto con l’approvazione del Congresso, e «dopo aver consultato le comunità coinvolte e informato le stesse a proposito dei risultati ottenuti». In questo il dettato normativo pare sovrapponibile ai principi fondamentali introdotti dalla Convenzione ILO n. 169, inerente la tutela dei diritti delle popolazioni indigene.
Il governo Bolsonaro e l’“inversione di rotta”
La FUNAI come organo dello Stato federale dipende necessariamente da quelle che sono le scelte di indirizzo politico, che nel contesto attuale sembrano tutt’altro che orientate a una tutela sostanziale delle popolazioni indigene o a una risoluzione pacifica delle controversie. L’attuale presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha espresso la volontà di aumentare lo sfruttamento economico delle risorse naturali brasiliane con conseguente nuova ridefinizione di quelli che sono i confini entro cui lo Stato territoriale è in grado di poter agire. La stessa FUNAI ha visto modificarsi (seppur solo formalmente), a seguito di ordine presidenziale, la propria collocazione trasferendo l’organo sotto l’egida del Ministero dei diritti umani, delle famiglie e delle donne e attribuendo la definizione dei territori “inviolabili” in capo al Ministero dell’economia. Decisione poi non avallata dal Congresso.
Il caso Articulação dos Povos Indígenas do Brasil
Nell’agosto 2020, per la prima volta nella storia, i popoli indigeni del Brasile sono risultati vittoriosi intentando una causa contro lo Stato brasiliano presso la Corte Suprema federale. Questo in virtù delle gravi violazioni dei diritti umani allegate dagli interessati, correlate alla gestione della situazione pandemica generata dal Covid-19. Dato da rilevare con favore, nonché antecedente logico della sentenza stessa, è la questione dell’ammissibilità dei ricorrenti. La Costituzione brasiliana, infatti, prevede all’art. 103 un’elencazione tassativa dei soggetti che possono adire la Corte. A norma della previsione costituzionale la ricorrente Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB), essendo un’associazione di popolazioni indigene, non rientrerebbe in nessuna delle categorie previste.
Contrariamente a quanto previsto, il ricorso viene accolto: il giudice della Corte Suprema Luis Roberto Barroso, nelle considerazioni preliminari, ha affermato che l’APIB «ha la legittimità attiva per proporre un’azione diretta dinanzi alla STF».
Nell’azione legale, l’associazione affermò una serie di violazioni a catena dei diritti umani ascrivibili alle popolazioni indigene, aventi copertura costituzionale, da parte del governo Bolsonaro con particolare riferimento alle vicende inerenti la pandemia del Covid-19.
La decisione della Corte ha accolto i principali punti del ricorso dell’associazione e ha richiesto al governo brasiliano di adottare un nuovo piano di intervento per la protezione delle popolazioni indigene rispetto alla situazione pandemica, facendo un breve ma significativo riferimento al particolare modus vivendi delle popolazioni autoctone. Tra le nuove misure da adottare si legge: la ri-pianificazione del piano di azione-prevenzione con la partecipazione delle comunità; azioni per contenere gli accessi dei “non autorizzati” all’interno delle riserve indigene; la creazione di barriere sanitarie nel caso di popolazioni indigene incontattate; accesso per tutte le popolazioni indigene al sottosistema sanitario nazionale ove necessario; l’elaborazione di un piano per confrontare e monitorare i contagi Covid-19 nel corso dei mesi successivi.
Nella motivazione della sentenza i giudici federali hanno fatto riferimento non solo ai diritti degli indigeni presenti nella Costituzione federale del 1988, ma anche ai trattati e alle leggi internazionali di cui il Paese è firmatario, come la Convenzione ILO n. 169, che riconosce espressamente il diritto al consenso libero, preventivo e informato delle popolazioni indigene nel caso in cui vengano adottate misure che de facto hanno un impatto sui loro territori. Viene così ribadito un principio cardine della tutela indigena: l’obbligo di informazione e coinvolgimento delle popolazioni nei processi decisionali aventi diretto o indiretto impatto sulla propria vita socioculturale.
La sentenza della Corte Suprema e possibili sviluppi normativi
La sentenza ha avuto l’indubbio merito di creare un autorevole precedente giurisprudenziale a cui si potrà fare riferimento in futuro. È da accogliere con favore che i giudici della Corte Suprema abbiano interpretato estensivamente l’art. 103 della Costituzione brasiliana: hanno cioè ricondotto, fra i soggetti titolati a proporre ricorso dinanzi ad essa, “figure” diverse da quelle espressamente previste.
Secondo la dottrina, il caso in questione è da accogliere con particolare favore; costituendo un importante passo avanti per lo sviluppo progressivo della tutela delle popolazioni indigene. Si ritiene infatti che sia indispensabile uno stretto raccordo tra la predisposizione e l’applicazione di norme statali e internazionali allo scopo di proteggere in maniera più efficace i diritti delle popolazioni indigene. Questo nell’ottica di un duplice scambio: la normativa interna ha la funzione di individuare aspetti di tutela della specifica identità culturale delle comunità di riferimento stanziate nello Stato, dovendo predisporre un’apposita e dettagliata normativa; al contempo il diritto internazionale avrebbe il compito di poter delineare regole di carattere generale per evitare che la frammentazione normativa possa importare una difficile applicazione dei principi guida in materia.
Questo quadro dovrebbe inoltre essere integrato facendo riferimento sia ad altre norme internazionali riguardanti l’ampia materia della tutela dei diritti umani, sia alle specifiche regole poste a presidio delle minoranze.
Fonti e approfondimenti
M.Yuko, Frontiers of Citizenship: a Black and Indigenous History of Postcolonial Brazil, Cambridge University Press, 2018.
Bacud, Integration of Indigenous and Scientific Knowledge in Disaster Risk Reduction, Procedia Engineering, 2018.
Belleau, History, Memory, and Utopia in the Missionaries’ Creation of the Indigenous Movement in Brazil, The Americas.70.4, 2014.
Pereira, The Articulation of the Indigenous Peoples of Brazil in Facing the Covid-19 Pandemic, Researchgate, 2021.
(PDF) The Articulation of the Indigenous Peoples of Brazil in Facing the Covid-19 Pandemic (researchgate.net).
M.Bugden, Indigenous leaders want the ICC to try Bolsonaro for crimes against humanity, Lifegate, 2021. https://www.lifegate.com/bolsonaro-crimes-against-humanity-icc-interview.
Phillips, Indict Jair Bolsonaro over indigenous rights, international court is urged, The Guardian, 2019.
Costituzione del Brasile, 1988. Consultabile in: https://federalismi.it/nv14/articolo-documento.cfm?artid=12908.
Leigheb, “La giornata mondiale dei popoli indigeni al tempo della pandemia”, Progeu, 2020, https://www.progeu.org/la-giornata-mondiale-dei-popoli-indigeni-ai-tempi-della-pandemia/.
Editing a cura di Francesco Bertoldi
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