Regno Unito, la deportazione dei migranti in Ruanda è legge

Via libera al piano per deportare i migranti senza documenti, dal Regno Unito in Ruanda. Il provvedimento, di cui il premier Rishi Sunak si era fatto portavoce e a cui ha legato la sua sopravvivenza elettorale in vista del voto in autunno, è passato al vaglio del Parlamento che lo ha approvato in via definitiva. Ci si aspetta ora di veder decollare il primo volo verso Kigali entro luglio.

Dal Regno Unito al Ruanda

Il piano e l’accordo firmati tra il Regno Unito e il Ruanda rappresentavano una delle priorità del governo conservatoregià nel lontano 2022. Cavalli di battaglia per fare da deterrente alle partenze e fermare le migrazioni.

Il piano venne annunciato nel 2022 da Boris Johnson. Voluto per scoraggiare le partenze verso il Regno, prevede che i richiedenti asilo dal Regno Unito vengano inviati in Ruanda, dove verrebbero esaminate le loro richieste. Chiunque “entri illegalmente nel Regno Unito” potrebbe essere destinato a questa sorte, senza limiti di numero.

In caso di approvazione della richiesta, i migranti otterrebbero lo status di rifugiati e il permesso di rimanere. Viceversa, potrebbero chiedere di stabilirsi in Ruanda per altri motivi, o chiedere asilo in un altro “Paese terzo sicuro”. Nessun richiedente asilo potrà chiedere di tornare nel Regno Unito.

Molte organizzazioni hanno criticato il piano, sia in termini di “efficacia” che in termini economici. Il governo in risposta ha rincarato la dose, annunciando l’intenzione di offrire ai richiedenti asilo respinti fino a 3.000 sterline per trasferirsi in Ruanda, nell’ambito di un nuovo programma volontario.

I risvolti legali e la bocciatura della Corte Suprema

Nel novembre 2023, la Corte Suprema del Regno Unito aveva bocciato all’unanimità il piano, citando i rischi per i migranti e la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Convenzione che vieta la tortura e i trattamenti inumani.

Dopo la sentenza, il governo aveva introdotto un nuovo disegno di legge per chiarire nella legge britannica che il Ruanda è, contro ogni evidenza, un Paese sicuro. Alcuni parlamentari hanno attaccato la legislazione perché ritengono che violi il diritto internazionale. Altri sostengono che non sia sufficiente.

Il disegno di legge era stato approvato dalla Camera dei Comuni il 17 gennaio, ma fu poi bloccato lo scorso 6 marzo dalla Camera dei Lord. Qui erano stati inseriti diversi emendamenti che mettevano in dubbio la sicurezza in Ruanda. Tuttavia, le modifiche apportate dai Lord sono state spazzate via nell’ultimo passaggio.

Le conseguenze economiche del piano

Secondo l’Institute for Public Policy Research, il Regno Unito dovrà pagare fino a 230.000 sterline per ogni richiedente asilo deportato nel Paese dell’Africa orientale. Si tratta di circa cinque volte il costo attuale per ospitare un migrante.

L’IPPR stima che il piano costerà al governo tra 1,1 e 3,9 miliardi di sterline per deportare i 20.000 richiedenti asiloche sono entrati in UK attraverso le cosiddette “rotte irregolari” dal 2023. L’accordo col Paese africano concordato a dicembre prevede che il Regno Unito debba pagare 370 milioni di sterline in cinque anni in anticipo al governo ruandese, seguiti da altri 120 milioni di sterline una volta che i primi 300 migranti saranno inviati.

Per Marley Morris, direttore associato dell’IPPR “a parte le obiezioni etiche, legali e pratiche, il progetto del Ruanda ha un rapporto qualità-prezzo eccezionalmente scarso” e “per raggiungere il pareggio, dovrà mostrare un forte effetto deterrente sugli arrivi, per il quale non esistono prove convincenti”. Il Primo ministro Sunak ha affermato che il piano“farà risparmiare miliardi nel lungo periodo”. Il sistema di asilo del Regno Unito attualmente costa quasi 4 miliardi di sterline all’anno.