Lo scandalo del sangue infetto in Gran Bretagna

Londra

Oltre 30 mila persone sono morte nel Regno Unito tra gli anni ’70 e gli anni ’90 dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue infetto da virus come l’HIV o l’epatite. Uno scandalo che è però stato volutamente insabbiato dalle autorità britanniche.

Lo scandalo

Stiamo parlando di quello che viene definito lo scandalo più grave nella storia della Sanità pubblica britannica. Viene ricordato come “lo scandalo del sangue infetto”. Negli anni ’70 e ’80 coinvolse moltissimi ospedali del Regno Unito e migliaia di persone, inclusi centinaia di bambini. 

A distanza di anni l’Infected Blood Inquiry ha fatto emergere una serie di gravissimi insabbiamenti compiuti dalle autorità britanniche, dal governo al servizio sanitario pubblico (Nhs) fino ai servizi trasfusionali. I fatti risalgono a circa mezzo secolo fa. Molte delle persone colpite erano affette da emofilia, una patologia che influisce sulla capacità del sangue di coagulare. 

Il sangue infetto 

Poiché vi era scarsità di prodotti sanguigni, per curarla, venne importato del plasma dagli Stati Uniti senza però sottoporlo ai dovuti esami. Questo provocò, a pazienti già vulnerabili, l’epatite C e l’HIV. 

Sì, perché parte di questo plasma utilizzato per produrre quelli che vengono chiamati emoderivati era stato rintracciato da donatori ad alto rischio. Tra questi, per esempio detenuti o tossicodipendenti, che venivano pagati per fornire campioni di sangue. 

Il plasma era proveniente da migliaia di donazioni, per cui un donatore infetto comprometteva l’intero lotto. 

Sono serviti ben sette anni di inchiesta, e un rapporto di 2500 pagine per arrivare, finalmente, alla condanna totale e assoluta delle autorità, dai membri del governo ai direttori medici. 

Cosa dice il report

Il report è chiaro. Le autorità britanniche e il servizio sanitario nazionale hanno consapevolmente esposto centinaia di migliaia di pazienti a infezioni mortali attraverso il sangue e gli emoderivati contaminati. Questo nonostante fosse evidente, già all’inizio degli anni ’80, che l’AIDS poteva essere trasmesso attraverso il sangue infetto. Le autorità avrebbero nascosto la verità per decenni: un insabbiamento “sottile, pervasivo e agghiacciante”,  si legge nel report. 

I numeri sono impressionanti: più di 30 mila persone contagiate dal sangue infetto, dagli anni Settanta all’inizio degli anni Novanta, e 3 mila morti.

Entrando nel dettaglio, parliamo di circa 1.250 persone affette da disturbi emorragici, tra cui 380 bambini, infettate da prodotti ematici contaminati dall’HIV. Altre 5.000 persone hanno sviluppato l’epatite C cronica, un tipo di infezione del fegato. 

La realtà attuale

Nel frattempo, si stima che altre 27mila persone siano state infettate dall’epatite C dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue, spesso somministrate negli ospedali dopo un parto, un intervento chirurgico o un incidente.

Decessi e malattie che avrebbero potuto essere evitati in caso di un intervento rapido e trasparente da parte del governo britannico. 

Dal 2015 al 2022, si stima che il numero di persone che convivono con l’infezione cronica da epatite C in Inghilterra è diminuito drasticamente nella popolazione adulta generale del 51,6% ed è ora stimato in 62.600.

Fonti e approfondimenti

UK GOV. 2023. Hepatitis C in England 2023 

Infected Blood Inquiry. May 2024. The Inquiry Report