L’Iran alle urne

Il presidente dell'Iran Hassan Rouhani durante una conferenza stampa
Meghdad Madadi - Wikimedia Commons - Licenza CC BY 4.0

Domani in Iran si terranno le elezioni politiche per l’elezione dei membri del nuovo parlamento, che sarà in carica dal prossimo 3 Maggio fino al 3 Maggio 2020. Sono le decime elezioni politiche dalla proclamazione della Repubblica Islamica nel 1979 e per la prima volta rinnoveranno contemporaneamente il parlamento, chiamato “Assemblea Consultiva Islamica”, e l’Assemblea degli Esperti, massimo organo religioso del paese.

Il parlamento iraniano è composto da 290 membri eletti direttamente, con 5 seggi riservati ai rappresentanti delle minoranze presenti nel paese: zoroastriani, ebrei, armeni, assiri e cristiani caldeani.

L’Assemblea degli esperti è invece composta da 88 religiosi eletti anch’essi direttamente ma per un mandato di 8 anni, ed ha tra gli altri il potere di nominare o destituire la “Guida suprema dell’Iran”, o Ayatollah, ovvero la massima carica politica dello stato, attualmente ricoperta da Ali Khamenei ma del quale sarà presto necessario eleggere un successore.

Alle elezioni del 26 Febbraio potranno partecipare tutti i cittadini maggiorenni, mentre per poter correre alle elezioni è necessario essere cittadini tra i 26 ed i 75 anni, essere di fede islamica, altamente istruiti ed aver giurato fedeltà alla Costituzione della Repubblica Iraniana. I candidati alle elezioni vengono esaminati dal cosiddetto Consiglio dei Guardiani, una corte di sei esperti di legge coranica posti a capo del potere giudiziario, senza l’approvazione del quale nessuno può correre alle elezioni.

I parlamentari sono eletti con un sistema misto maggioritario: nei collegi più grandi, nei quali sono assegnati molti seggi, la ripartizione di questi è proporzionale ai voti ottenuti, mentre nei collegi in cui è eletto un singolo deputato vince il candidato con più voti, a patto che ne abbia ottenuti più di un terzo del totale. In caso ciò non sia avvenuto i due candidati più votati andranno al ballottaggio.

Queste elezioni sono importanti per due grandi motivi. Innanzitutto il ruolo che la nuova Assemblea degli Esperti avrà nel gestire il passaggio del potere che per ora è ancora in mano ad Ali Khamenei, un potere praticamente assoluto in una repubblica teocratica. In secondo luogo ottenere un grande sostegno elettorale darebbe al prossimo governo la legittimità e la stabilità necessarie ad affrontare le sfide che propone il nuovo ruolo dell’Iran sulla scena globale.

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