Gli accordi di Schengen nascono nel 1985 con la firma del trattato da parte di Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi. Il primo trattato stabiliva solamente l’abolizione dei controlli documenti ai cittadini e alle merci che provengono e viaggiano tra questi Stati. Nel 1990 invece si arriva alla Convenzione di Schengen, che costituisce l’architrave dell’attuale Zona Schengen. I Paesi firmatari erano gli stessi del 1985 ma veniva aperta la firma a tutti gli altri membri della Comunità europea. L’Italia firmò la convenzione il 27 novembre del 1990.
Cosa prevede l’accordo di Schengen
Schengen comporta quattro grandi cambiamenti per gli Stati Europei:
- La totale abolizione dei controlli alle frontiere per i cittadini europei e non. Nel periodo successivo alla firma del trattato si aprì la discussione se mantenere le frontiere per il controllo sui cittadini che non erano provenienti dall’Europa. Successivamente si decise che le frontiere esterne erano sufficienti per il controllo.
- L’adozione procedure simili all’interno degli ordinamenti riguardo la gestione dei visti e dei permessi per muoversi all’interno dell’Europa di Schengen.
- Maggiore coordinamento tra polizie e organi giudiziari nazionali.
- Creazione del SIS (Schengen Information System), rete in cui ogni Stato condivide informazioni riguardanti la sicurezza nazionale.
L’accordo Schengen è stato integrato dal Trattato di Amsterdam che ha riconosciuto alla libera circolazione la definizione all’interno del primo pilastro della Comunità Europea.
Ma se questo trattato è fondamentale, come mai gli Stati possono sospenderlo? Già all’interno del primo accordo vi era una clausola di sospensione e riattivazione dei controlli per “motivi di grave pericolo per la sicurezza dello Stato“. Questa clausola è stata usata dalla Francia dopo gli attentati e già era stata usata altre venti volte in precedenza.
La possibile durata dei controlli è di soli 30 giorni dunque si è dovuto ricorrere al Reg. n 1051/2013 che sancisce la possibilità di sospensione per gravi lacune delle frontiere esterne della Zona Euro.
La situazione attuale è complessa e molti Paesi hanno ristabilito i controlli (solitamente blandi) che però portano grandi problemi ai trasporti ed aumentano i costi. I Paesi che hanno ristabilito in parte i controlli sono la Germania, l’Austria, la Francia, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, i Paesi Bassi e La Danimarca (quest’ultima sembra essere la più disposta a ristabilire totalmente i controlli).
Fonti e approfondimenti
Commissione europea, Schengen Area.