Per il secondo appuntamento di #SpiegamiRoma abbiamo incontrato, durante un dibattito al Nuovo Cinema Olimpia, il candidato sindaco del PD Roberto Giachetti.
Ecco cosa ci ha detto riguardo ai temi cari soprattutto ai più giovani:
Se venisse eletto alle comunali pensa che il comune potrebbe creare delle iniziative di accesso ai luoghi di cultura e creazione di banche dati relative a musei, biblioteche etc. al fine di facilitare l’accesso alla cultura per gli studenti e renderli più partecipi?
I giovani romani sono il futuro di questa città. Ho dedicato un intero capitolo del programma a voi, si intitola ‘Il Futuro’. Investirò molto nella manutenzione delle scuole, in coordinamento con il piano regionale e quello nazionale. Voglio scuole più sicure, più belle e aperte fino a sera per accogliere attività culturali e creative per gli studenti e gli altri abitanti del quartiere. Le scuole ospiteranno progetti auto-gestiti dai ragazzi di rigenerazione del quartiere e cooperazione allo sviluppo locale, insieme alle associazioni e agli esperti attivi nel quartiere. Da pomeriggio a tarda sera le scuole saranno spazi per Fablab e Coworking, teatro e musica, sport e arte. E ancora, ci saranno progetti contro la dispersione scolastica e attività di recupero scolastico pomeridiano, scuole di lingua, formazione permanente e orientamento. Le scuole saranno anche sale cinematografiche di periferia e custodi della memoria storica del quartiere.
Il bene più prezioso di Roma è la ricchezza del patrimonio artistico e museale. Il turismo deve agire da volano per le attività espositive, didattiche e educative. I musei comunali, oltre a rivolgersi al turismo nazionale e internazionale, devono attrarre i residenti, offrendo opportunità per una più assidua frequentazione. Questo accade in molte altre città europee dove la fruizione da parte dei residenti è fortemente agevolata da programmi annuali. Ci sono poi le forme di adesione filantropica, il caso di eccellenza mondiale in tale segmento è la Tate membership. Sulla base di queste esperienze, il sistema Musei In Comune introdurrà sconti (attraverso tessere annuali) e opportunità di micro filantropia (attraverso programmi di associazione). In cambio saranno offerti servizi e opportunità speciali per gli associati. È inoltre opportuno far sì che ogni museo si doti di uno spazio bambini che, attraverso laboratori tematici, permetta loro di vivere esperienze legate all’arte mentre i genitori visitano in tutta tranquillità gli spazi espositivi. Infine, proporremo la rimodulazione dei prezzi dei biglietti, con forti sconti nelle ore serali prossime alla chiusura dei musei, nelle quali si ha il picco minimo dei visitatori.
Per cambiare Roma ho bisogno di coinvolgere tutti i romani, i giovani cittadini soprattutto.
Anche se non è strettamente competenza del comune cosa farete per promuovere tematiche e sollecitare iniziative presso la regione a favore di bandi comunitari per gli studenti?
Il Comune rafforzerà gli uffici che si dedicano alla progettazione europea. I progetti europei sono un’opportunità economica ma soprattutto una opportunità di innovazione. Dobbiamo anche aiutare i privati che vogliono partecipare ai bandi comunitari. Lo faremo con particolare attenzione ai giovani e a programmi come Erasmus Plus.
Avete pensato di stipulare dei Protocolli di intesa con le università per poter inglobare gli universitari in vari progetti pilota come ad esempio progettazioni di opere pubbliche?
Vogliamo firmare un patto tra Roma, Università e studenti Con le Università della Città definiremo un “Patto per il Futuro”: per valorizzare i talenti dei giovani, per coinvolgerli nella ricerca di soluzioni, per favorire l’integrazione interculturale e intergenerazionale. Vogliamo Università che siano nella vita della città e studenti altrettanto presenti, in maniera operativa:
- grazie ad alleanze Scuola-Università per avere un orientamento che consenta ai ragazzi di scegliere con consapevolezza il proprio futuro;
- con stage curriculari presso imprese che facciano parte di una rete disponibile ad accettare giovani interessati ad esperienze lavorative.
Cosa ne pensa dei Centri Giovanili come luoghi di incontro e formazione tra i giovani? Pensa che sia possibile far partecipare le università alla progettazione e gestione degli spazi andando così a creare dei luoghi pubblici comunali gestiti interamente dai giovani?
È l’epoca delle città dell’innovazione: quelle in cui lo sviluppo parte dalla rete tra Università e Centri di Ricerca, industrie creative, makers e startup, grandi imprese innovative e tessuto artigianale. Sono tutti attori che a Roma ci sono. Dobbiamo far dialogare tradizione e innovazione, dobbiamo far incontrare gli artigiani che vogliono trasmettere il mestiere con gli innovatori digitali che partecipano alla Maker Faire, manifestazione che negli ultimi tre anni ha dimostrato l’entusiasmo della città per le nuove tecnologie. Mettere in relazione università e centri di ricerca spesso all’avanguardia, grandi imprese innovative e startupper pronti a rischiare. C’è tutto, dunque. Anche un grande patrimonio agricolo: coltivazioni, allevamenti e orti urbani, che ne fanno uno dei più grandi Comuni agricoli d’Europa. In tempi di sviluppo sostenibile e di attenzione agli stili di vita, un’altra opportunità di crescita.
Come pensa di gestire il problema dei trasporti che grava molto soprattutto sui più giovani che impiegano sempre più tempo a raggiungere le università per le varie falle nel sistema?
A parte le grandi opere, soprattutto tram, corsie preferenziali e completamento della metro C, lavoreremo al piano trasporti giovani. Favoriremo una convenzione con gli atenei di Roma che permetta agli studenti di acquistare un abbonamento agevolato per il trasporto pubblico, i servizi di bike e car sharing, car pooling, taxi e i nuovi servizi di mobilità. Ma oltre a questo saranno previste navette notturne per i luoghi di ritrovo e intrattenimento giovanile, nella politica di bike e car sharing specifica attenzione sarà data ai raccordi tra gli atenei, le stazioni della metro, le scuole e i capolinea dei bus. La carta aprirà anche le possibilità di accedere a opportunità culturali e artistiche.
Per quanto riguarda invece il problema degli alloggi? Come gestirete la situazione? Ci sarà un bonus per gli studenti fuori sede?
Accanto alla tradizionale edilizia popolare andranno favorite le forme più moderne e innovative di Social Housing per realizzare nuovi alloggi per esigenze diverse da quelle dell’edilizia popolare. Le abitazioni verranno offerte con diverse formule: locazione, vendita e locazione con patto di futura vendita, e daranno risposta alla domanda abitativa per la gran parte dei romani che non hanno le risorse per comprare una casa ma hanno diritto a locazioni coerenti con i loro redditi e non sanno, oggi, a chi rivolgersi. Ogni intervento di rigenerazione prevederà una quota di Housing Sociale e si punterà a realizzare gli interventi con obiettivi energetici ambiziosi e di qualità, per chiudere definitivamente con una stagione di degrado e di mala gestione. Sarà un social housing diffuso nella città, quindi, destinato a non creare ghetti, fatto di edifici che dovranno rispettare criteri di qualità architettonica e di innovazione sociale: edifici multifunzionali, che ospitino uffici, spazi per il coworking, attività commerciali e servizi comuni.
C’è poi Amici di generazione. È un programma di co-abitazione tra anziani e studenti fuori sede che faccia incontrare gli anziani soli che vivono in case di grandi dimensioni e gli studenti fuori sede vessati da affitti spropositati ed in nero. Si tratta di realizzare una convivenza tra pari anche se di diversa generazione, attraverso un patto di reciproco aiuto. Lo studente non dovrà essere confuso con l’assistente famigliare.
E anche il progetto Accogliere i giovani del Mondo. Saper accogliere bene è un investimento: nel presente e nel futuro. È significativo che Roma, oggi, sia l’unica capitale europea a non avere un Ostello della gioventù. È una eccezione che va sanata, sia con una struttura centrale, sia con una rete di accordi con forme alternative di residenza. Ma accogliere bene significa anche altro. Significa, ad esempio, occuparsi in maniera diversa degli studenti stranieri che sono qui a fare un Erasmus oppure della comunità di studenti che frequenta le Università straniere a Roma. Anche su questo avvieremo raccordi per aumentare le forme di collaborazione e per avere cittadini del mondo che, domani, vorranno mantenere relazioni con la nostra città.
C’è sempre più disaffezione nei confronti della politica, in particolare da parte degli studenti e dei più giovani. Come pensa di poter colmare questo gap ed incrementare la partecipazione giovanile?
I giovani, oggi, sono lontani dalle istituzioni. Non partecipano alla vita pubblica, non sono coinvolti nelle decisioni e nei progetti, non sono in condizione di mettere da subito in gioco le loro capacità. Se vogliamo una città forte domani, dobbiamo costruire da subito una generazione che capisca che la vita pubblica è impegno e possibilità di cambiamento. Per questo avvieremo un programma per avvicinare i giovani all’amministrazione:
- istituiremo il Consiglio comunale dei Giovani, che sarà interpellato sull’operato dell’amministrazione e contribuirà alla definizione di azioni mirate a favore dei più giovani;
- prevederemo forme per far sì che i giovani siano protagonisti del processo di rigenerazione urbana, partecipando con idee e progetti alla riqualificazione e al recupero degli spazi pubblici, perché meglio di altri immaginano un volto diverso per la nostra città;
- Sarà istituito un servizio civile giovanile nei parchi di Roma, nell’Amministrazione capitolina, nei campi sportivi, a salvaguardia delle infrastrutture critiche e del patrimonio artistico, nei musei civici, con cui metteremo al lavoro i nostri giovani: partendo da quelli in maggiore difficoltà.
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