Il profilo del candidato sindaco: Roberto Giachetti

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Roberto Giachetti è il candidato del centrosinistra alle elezioni per scegliere il prossimo sindaco di Roma. Romano, esponente del Partito Democratico (PD) molto vicino a Matteo Renzi e vicepresidente della Camera dei Deputati dal 21 marzo 2013.

Chi è?

Roberto Giachetti, classe 1961, è da sempre attivo politicamente, fin dai 15 anni. Nasce come militante del Partito Radicale che, in verità, non ha mai lasciato. Infatti continua a mantenere la tessera dei radicali anche se dirigente PD. Ma Giachetti tra il 1989, anno in cui uscì dai radicali, ad oggi ha cambiato 3 partiti. Nel 1989 entra nel partito dei Verdi, in cui rimarrà fino al 2001, per poi approdare nella Margherita fino a confluire nel Partito Democratico durante l’assemblea fondativa.

Giachetti è un politico, non un uomo prestato alla politica. La sua carriera all’interno delle istituzioni è sempre relegata alla carriera politica. Inizia come consigliere circoscrizionale (oggi chiamati consiglieri municipali) a Roma, con i Verdi. Questo è il primo passo, il più basso scalino che ogni membro di partito fa all’interno delle istituzioni. Questo denota come quello che oggi è il candidato a Sindaco della Capitale d’Italia abbia percorso molta strada durante la sua carriera professionale.

Dopo l’esperienza municipale ricoprì due cariche all’interno del Gabinetto del Sindaco tra il 1993 e il 2001. L’allora Sindaco, Francesco Rutelli, lo nominò in un primo momento Segretario di Gabinetto per poi farlo diventare Capo di Gabinetto fino al 2001. Questo fu il lavoro decisivo per Giachetti per fare il salto di qualità. Vicino a Rutelli, pilastro centrale del partito della Margherita, si guadagnò un posto nelle liste di Roma per l’elezione alla Camera dei Deputati nel 2001. Fu eletto per la XIV Legislatura della Camera dei Deputati. Non ha mai lasciato il seggio parlamentare dal 2001. Riconfermato per la XV Legislatura e anche per la XVI Legislatura, quella iniziata nel 2013 e ancora in corso. Attualmente lavora alla Camera come parlamentare in forza PD, Vicepresidente della Camera, in I Commissione (affari costituzionali, della presidenza del consiglio e interni), ufficio della Presidenza, Commissione sulle politiche dell’Unione Europea ed è presidente del Comitato per la Comunicazione e l’Informazione Esterna.

Attualmente è candidato a Sindaco di Roma. Contrariamente al suo predecessore Ignazio Marino, che si dimise da parlamentare per correre alla carica di Primo cittadino romano, Giachetti mantiene tutt’ora le sue cariche all’interno della Camera. La questione è sicuramente diversa e difficilmente paragonabile tra i due candidati del centrosinistra. Se Marino è stato un uomo prestato alla politica ma comunque non professionista politico, essendo un medico, Giachetti è un professionista della politica, un uomo che, come abbiamo visto, vive di politica. Questo, pur non essendo una giustificazione, deve chiarire come i due personaggi rispetto a questo argomento sono contrapposti e non avvicinabili in alcun modo.

Il riferimento è ai numerosi scioperi della fame effettuati. L’ultimo nel 2015

La campagna elettorale

La campagna elettorale di Roberto Giachetti è stata di difficile comprensione fino a pochi giorni fa. Una campagna elettorale difensiva e non aggressiva, di riflesso e non di proposta. Oggi, dopo che il 26 maggio è stato presentato il programma, sembra essere chiaro che la strategia elettorale è stata importante e ben fatta. Questo è dovuto anche, e soprattutto, all’agenzia Proforma che si occupa della parte comunicativa delle campagne elettorali e sta sfornando strategie comunicative vincenti da oramai 20 anni. Proforma e il Partito Democratico lavorano insieme da sempre. Dal 2007 a oggi infatti l’agenzia ha lavorato per la campagna elettorale di Pierluigi Bersani nel 2009, quando vinse la segreteria PD attraverso le primarie, le regionali del 2010. Dal 2013 Proforma lavora con Matteo Renzi facendogli vincere nel dicembre 2013 una agguerrita campagna elettorale per l’elezione del nuovo segretario del Partito Democratico. Nel 2014 il PD si affida nuovamente a Proforma per le elezioni Europee del 2014, altra campagna elettorale vincente. Oggi il PD romano, sicuramente anche grazie alla connessione tra Giachetti e vittorie interne al PD di Renzi, si affida a Proforma per far vincere il PD in un territorio che sembra non aver più voglia di votare democratico.

La campagna elettorale di Giachetti rispecchia un po’ Giachetti stesso. Non aggressiva, perché il candidato non è un uomo aggressivo dai toni alti e arroganti. Di ascolto, perché sono riusciti a intuire quanto i romani e le romane non vengano ascoltati e che quindi si stava creando un distacco troppo netto tra i programmi dei candidati, troppo aleatori e poco concreti, e le necessità di chi invece vive nella Capitale. Di trasparenza, perché lo scandalo di Mafia Capitale ha affondato e sta continuando ad affondare il Campidoglio e quindi era necessaria una risposta trasparente da parte di uno dei partiti più forti a livello nazionale.

Il programma del centrosinistra è stato pubblicato probabilmente troppo a ridosso delle elezioni, sia per motivi elettorali che di logistica. Se infatti in questi ultimi dieci giorni può essere dato maggior risalto al programma e quindi riuscire a convincere gli ultimi indecisi attraverso le idee proposte e non attraverso il personaggio, dall’altra parte un programma di quasi 100 pagine non è da divulgazione in soli 10 giorni.

Possiamo suddividere il programma in due rami. Il primo è il “mini programma”, chiamato “Dieci cose da fare subito a Roma” e affronta temi come la riduzione degli sprechi, i trasporti, decoro urbano, innovazione e creatività, le Olimpiadi Roma 2024, riqualificazione di Ostia, decentralizzazione e rifiuti. Questo è un programma per certi versi forse troppo aleatorio (in pochi oramai credono in un reale intervento sul decoro urbano o a una pianificazione della raccolta rifiuti seria), dall’altra parte però sembra essere un programma ambizioso e nuovo (cercare di vincere una campagna elettorale puntando sulle Olimpiadi del 2024 non è facile).

Il secondo tipo di programma è quello pubblicato il 26 maggio che si articola in 12 punti, di 96 pagine. Questo secondo sembra essere un programma che vada a spiegare, integrare e arricchire i primi 10 punti. La novità, che potrebbe ripagare o no, è che questo secondo programma si basa sulla raccolta delle idee che i cittadini hanno potuto inviare al candidato sindaco durante tutta la campagna elettorale e che poi sono state inserite dentro il documento finale. Si è voluti ritornare quindi a rivalutare il concetto stesso di Partito Democratico. Dall’altra parte sembra che questo tipo di idea demandi un po’ troppo al cittadino degli oneri e delle responsabilità che dovrebbero essere competenza del Sindaco. Infatti la capacità del Sindaco deve passare anche attraverso la capacità di prendere delle decisioni importanti e giuste e che non abbia necessità di un eterno appoggio esterno. Forse proprio questo manca a Giachetti, un po’ più di coraggio e senza quel coraggio in più difficilmente riuscirà a districarsi all’intero di una della città più difficili d’Italia.

Le liste

L’appoggio a Giachetti è dato da ben 7 liste. Il suo passato che abbiamo raccontato sopra è la chiave per capire perché il PD, i Verdi e i Radicali voteranno uniti a Roma. Oltre a questi tre partiti troviamo la lista dell’Italia dei Valori tra i partiti che appoggiano il candidato PD. Le altre tre liste sono tutte e tre civiche, la più importante di esse è “Lista Civica Giachetti Sindaco“. Si è discusso molto sulle liste presentate dal centrosinistra, soprattutto perché al loro interno ci sono alcuni candidati che hanno firmato la caduta del Sindaco Marino, votato e sostenuto da loro.

Oltre a questo dibattito interno al PD che è sempre più infuocato e che sempre di più sta portando a una tensione interna tra i circoli c’è la necessità di evidenziare un’altra trasformazione all’interno delle liste del centrosinistra. Infatti, alcuni degli ex SEL che non sono voluti confluire all’interno del progetto di Sinistra Italiana con il candidato Stefano Fassina, hanno trovato spazio all’interno delle liste civiche. Uno tra tutti Alessio Stazi, già vicepresidente e assessore all’ambiente del IX Municipio (ex XII Municipio), che ha portato avanti una lunga campagna nel proprio municipio per la raccolta differenziata, ispirando anche molti altri municipi. Oltre ai fuoriusciti SEL c’è moltissima società civile all’interno delle liste, Mina Welby con i radicali, Marco Lodoli, scrittore che ha raccontato una Roma nascosta nel libro “Isole”, solo per citarne alcuni.

L’annuncio della giunta

Il candidato del centrosinistra è l’unico ad aver annunciato la giunta, o meglio parte di essa, prima delle elezioni. Questo è un elemento da non sottovalutare perché significa che gli elettori possono valutare non solo il candidato sindaco ma anche altri 9 soggetti che saranno fondamentali per la gestione della città.

Le caratteristiche principali di questi 9 assessori proposti sono varie. Prima di tutto ci sono 6 donne e 3 uomini, secondo ci sono 3 assessori dell’ex giunta Marino. L’ex assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, l’ex assessore alla Scuola, Marco Rossi Doria  e l’ex Capo di Gabinetto, Alfonso Sabella. L’ex assessore al Bilancio della giunta Marino comunque rientra tra coloro che lasciarono il Sindaco, anche se qualche mese prima dell’opposizione finale che portò alla sua inevitabile caduta. Per maggiori informazioni sui profili degli assessori, sul sito di Giachetti è stata messa una sezione a parte (La Giunta).

Quello che però non è stato detto è che la giunta non è composta da 9 membri, bensì da 12. Quindi se da una parte è da riconoscere la trasparenza con cui Giachetti sta affrontando la campagna elettorale, dall’altra quei 3 assessori vacanti sembrano essere indice di contrattazioni e giochi di forza. L’incertezza per il ballottaggio e per l’esito finale, quindi, faranno sicuramente pressione sul centrosinistra che dovrà trovare un appoggio esterno alla coalizione. Il candidato più vicino è sicuramente Fassina e le sue affermazioni sono indice di come queste due forze politiche potrebbero attrarsi l’un l’altra. La lista della sinistra è data, nei sondaggi, tra il 5% e il 7% ma, se all’inizio della campagna elettorale, veniva sbandierato lo slogan “mai con il PD”, oggi le cose sono un po’ cambiate. Fassina continua a rispondere alla domanda, provocatoria, “chi voterà al ballottaggio?” in maniera altrettanto provocatoria “andremo noi al ballottaggio”. Queste affermazioni fanno intuire che ci sia uno spiraglio per un’unione in Campidoglio tra Sinistra Italiana e PD. Se questo fosse verificato allora il mistero dei 3 assessori non assegnati verrà risolto.  

 

Fonti e Approfondimenti

http://www.robertogiachetti.it

https://www.proformaweb.it

http://listepulite.robertogiachetti.it

http://parlamento17.openpolis.it/parlamentare/giachetti-roberto/453

http://www.camera.it/leg17/29?shadow_deputato=300480&idpersona=300480&idlegislatura=17

ELEZIONI A ROMA: ECCO COME VOTERÒ

La Giunta

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