La profonda crisi dei socialisti in Spagna

di Pietro Onorati

L’instabilità politica della Spagna potrebbe aver trovato un punto di svolta con le dimissioni dell’ormai ex segretario generale del PSOE (partito socialista operaio spagnolo) Pedro Sánchez.

Il presidente incaricato, Mariano Rajoy (partito popolare), ha tempo fino al 31 ottobre per trovare una maggioranza stabile e formare un nuovo governo: la situazione di stallo dura dal 21 dicembre scorso e non sembra ancora aver trovato una via d’uscita nonostante le elezioni tenutesi il 16 giugno.

Tra le forze politiche in gioco, chi con fervore si è sempre opposto a Rajoy, è stato proprio Sánchez. Negli ultimi mesi si sono accentuate le lotte interne al partito socialista e l’intento di rivoluzionare la linea politica passava proprio per le dimissioni del segretario.

Il 25 settembre le elezioni nei Paesi Baschi ed in Galizia hanno rappresentato uno tra i più bassi risultati elettorali mai ottenuti dal partito e, soprattutto, hanno isolato Sánchez dal resto del partito tanto che il 28 settembre ben 17 membri del comitato esecutivo si sono dimessi. 
Questa manifestazione di forza ha reso inevitabili le dimissioni del segretario generale e quindi il partito, dal primo ottobre, sarà guidato fino al prossimo congresso da un commissariato collettivo.

Il partito socialista spagnolo, sulla falsa riga della tendenza europea che vede i partiti di sinistra in calo, dal 1980 ad oggi ha visto i propri consensi calare vertiginosamente dal 44% al 22,6%.

Percentuali che fanno paura ai socialisti, tanto che il commissariato collettivo ha espressamente affermato che spingerà affinché non si vada nuovamente alle urne e che sarà necessario cercare compromessi con il partito popolare per creare una stabile formazione di governo. Ad aumentare le pressioni sulle forze politiche è l’impellente necessità di presentare la propria legge finanziaria del 2017 alla Commissione Europea entro il 15 ottobre.

La profonda crisi politica che da anni sta investendo la Spagna, nonostante la possibilità concreta di un governo di maggioranza capitanato da Rajoy, non sembra però placarsi. Le scadenze che riguardano da un lato la formazione di governo e dall’altro la legge finanziaria non faranno altro che delineare in modo più chiaro le intenzioni del PSOE e di Rajoy: lontani con Sánchez, forse ora più vicini.

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