Il 18 maggio in Australia si terranno le elezioni generali per eleggere il nuovo Parlamento federale. Arrivati al termine della 45esima legislatura, il popolo australiano sarà chiamato alle urne per eleggere i 151 deputati della House of Representatives, la Camera bassa, e ad assegnare 40 dei 76 seggi del Senato, la Camera alta del Parlamento australiano.
Il Parlamento di Canberra sarà eletto attraverso un sistema elettorale uninominale maggioritario con voto singolo trasferibile, caratterizzato dalla particolare modalità di voto che obbliga l’elettore a esprimere l’ordine di preferenza di tutti i candidati presenti sulla scheda. Attraverso questo sistema, il seggio uninominale verrà assegnato al candidato che otterrà la maggioranza assoluta, tenendo conto di tutte le preferenze espresse a suo favore.
Le ultime elezioni generali si erano tenute nel 2016, quando la coalizione di centrodestra guidata dall’allora primo ministro Malcom Turnbull si era imposta sul partito laburista con una maggioranza molto fragile. I tre anni successivi sono stati molto travagliati per le forze di governo: una crisi all’interno del partito liberale ha portato a un cambio alla guida dell’esecutivo nell’agosto del 2018, con Turnbull sostituito dal suo ministro del Tesoro Scott Morrison. Lo scorso febbraio, invece, il governo è stato sconfitto in un voto alla Camera bassa sull’approvazione di una proposta di legge dell’opposizione che permette ai richiedenti asilo che si trovano a largo delle coste di poter ricevere delle cure mediche sul territorio australiano. Una situazione simile non si presentava da 78 anni.
Alla vigilia del voto del 18 maggio i principali attori politici in campo sono l‘Australian Labor Party, storico partito di centrosinistra guidato da Bill Shorten, e The Coalition, una coalizione di centrodestra formata da due diversi partiti politici, il Liberal Party e il National Party, entità politiche distinte e con bacini elettorali tendenzialmente differenti tra di loro, ma che cooperano ininterrottamente dal 1946.
Il programma elettorale di The Coalition
I programmi elettorali presentati dalle due principali forze politiche sono inevitabilmente diversi e sotto molti punti di vista in contrasto tra di loro. I punti principali del programma del Liberal Party, partito maggioritario all’interno della coalizione di centrodestra, sono orientati principalmente sulla crescita economica del Paese. Le proposte prevedono la riduzione della pressione fiscale per i lavoratori e per le piccole e medie imprese e un vasto programma di investimenti nell’educazione, nella sanità e nelle infrastrutture che porterebbe alla creazione di oltre un milione di posti di lavoro. Altro aspetto importante del programma proposto dai liberali è quello che riguarda il controllo delle frontiere. La politica sull’immigrazione introdotta dal 2013 con i governi di centrodestra è una tra le più rigide al mondo, tanto da essere citata come esempio da emulare anche dal ministro dell’interno italiano Matteo Salvini.
Un altro tema a cui l’attuale esecutivo ha dedicato molta attenzione in passato e a cui ha intenzione di destinare altri investimenti è quello della sicurezza del Paese. Lotta al terrorismo e alla criminalità costituiscono uno dei punti del programma elettorale della coalizione. Al centro dell’attenzione viene posto: il rafforzamento della sicurezza negli aeroporti, la revoca della cittadinanza per ogni persona (con doppia cittadinanza) implicata in questioni legate al terrorismo e revoca del permesso di soggiorno per i criminali. Sono previsti investimenti anche per la lotta contro i programmi di radicalizzazione e per aiutare le comunità locali a lottare contro la criminalità attraverso l’installazione di telecamere e altre misure di sicurezza.
In quanto forze attualmente al governo, i partiti della coalizione di centrodestra hanno come obiettivo principale quello di continuare il lavoro iniziato nel 2013.
Il programma elettorale del Labor party
Al contrario, il Labor Party ha deciso di concentrare la sua campagna elettorale sugli errori del governo Morrison e dei precedenti governi di centrodestra. Tra le critiche mosse al governo spiccano i numerosi tagli attuati nel corso degli anni alla sanità, all’istruzione e alle pensioni per favorire maggiori investimenti a favore di banche e multinazionali. Per quanto riguarda il controllo delle frontiere, il punto di vista del Labor Party non si scosta molto da quello della coalizione.
Infatti, il partito di centrosinistra ha ribadito all’interno del suo programma elettorale di non avere intenzione di cambiare le politiche introdotte negli ultimi anni. La versione del partito laburista, tuttavia, è più morbida: ne è un esempio la proposta di legge approvata dal Parlamento contro la volontà del governo che permette ai migranti con problemi di salute di poter essere curati sul territorio australiano anche nella fase precedente all’accettazione della domanda di asilo.
Politica principale all’interno del programma laburista è invece quella ambientale. Nell’ultimo anno in Australia si è dovuto far fronte a numerosi eventi climatici estremi come alluvioni, cicloni e incendi boschivi. Inoltre, l’estate del 2018 è stata la più calda mai registrata nell’isola. Per questi motivi i temi ambientali sono entrati a far parte delle agende politiche di tutti i partiti politici. Il programma presentato dal Labor Party sembra essere molto più ambizioso rispetto a quello degli avversari della coalizione, ponendo come obiettivo principale la riduzione dell’emissione di gas serra del 45% entro il 2030 (l’obiettivo della coalizione a riguardo è del 26-28%).
La campagna elettorale
Oltre alla coalizione di centrodestra e al Labor Party, principali forze politiche all’interno del sistema partitico australiano, altri partiti minoritari prenderanno parte alla competizione elettorale del prossimo maggio: i più importanti sono i verdi di Richard Di Natale e il Katter’s Australian Party, partito populista-conservatore nato nel 2011 dal deputato indipendente Bob Katter.
Fino a questo punto la campagna elettorale delle due principali forze politiche si è concentrata prevalentemente sugli aspetti economici. Sia la coalizione che il partito laburista evidenziano come il voto del prossimo maggio possa essere strategicamente importante per l’economia australiana dei prossimi dieci anni. Da un lato la coalizione che si presenta come unica forza politica capace di mantenere l’economia ai livelli attuali, dall’altra il Labor Party che cerca di fare leva sulle divisione interne all’esecutivo.
Cosa dobbiamo aspettarci dal voto del 18 maggio? Dopo aver vinto le elezioni sia nel 2013 che nel 2016, The Coalition sembra essere in grande difficoltà e una sua ulteriore riconferma al potere sembra essere tutt’altro che scontata. Gli ultimi sondaggi evidenziano infatti un testa a testa tra la coalizione al governo e il Partito Laburista, con quest’ultimo che sembra essere leggermente in vantaggio. I sondaggi riguardanti le preferenze tra i due candidati principali alla guida del governo, Scott Morrison e Bill Shorten, vedono ancora saldamente al comando l’attuale primo ministro.
Si dovrà quindi attendere il voto del prossimo mese per capire se Morrison riuscirà a trascinare il suo partito fino alla vittoria, conquistando il terzo mandato consecutivo.
Fonti e approfondimenti:
– Parliament of Australia, Australian electoral systems (https://www.aph.gov.au/About_Parliament/Parliamentary_Departments/Parliamentary_Library/pubs/rp/RP0708/08rp05).
– The Liberal Party of Australia (https://www.liberal.org.au/our-plan).
– BBC, “Australian election announced: 10 things to know about the poll” (https://www.bbc.com/news/world-australia-47769028).
– The Guardian, “Bill Shorten reveals Labor’s election policies as Morrison hits back” (https://www.theguardian.com/australia-news/2018/oct/07/bill-shorten-reveals-labors-election-policies-as-morrison-hits-back).
– The Guardian, “Polls show 2019 election win an uphill battle for Coalition” (https://www.theguardian.com/australia-news/2019/apr/07/labor-holds-significant-lead-over-morrison-government-in-latest-poll).
– The Conversation, “Labor’s climate policy: a decent menu, but missing the main course” (http://theconversation.com/labors-climate-policy-a-decent-menu-but-missing-the-main-course-114606).