Originariamente chiamata Edo (“Entrata della baia”), l’odierna Tokyo fino al 1457 non era che un villaggio di pescatori sviluppatosi sulla baia. In quell’anno un signore della guerra la fece diventare una cittadella fortificata, edificandovi un castello conosciuto come castello di Edo. Questo divenne successivamente residenza del governo militare Tokugawa che vi si insediò nel 1603 e, dal 1868 con la restaurazione imperiale Meiji, residenza imperiale. Al tempo dei generali Tokugawa, Edo si estese e la popolazione arrivò a raggiungere più di un milione di abitanti. Con l’insediamento dell’imperatore Meiji, la città cambiò il suo nome in Tokyo (capitale dell’est) e divenne ufficialmente capitale del Giappone.
Da qui in poi un intenso processo di industrializzazione investì l’area. Nonostante l’inarrestabile processo di crescita, alcuni avvenimenti, come il grande terremoto del Kanto del 1923 e i bombardamenti della guerra del Pacifico, colpirono severamente la capitale sia sul piano delle infrastrutture che su quello della popolazione. Se infatti nel 1935, dopo la ripartenza dal terremoto (che fece 140.000 morti e distrusse 300.000 case), Tokyo contava più di 6 milioni di abitanti, in seguito all’armistizio con gli americani nel ’45 ne contava circa 3.5 milioni. Questi tornarono ad aumentare parallelamente alla vertiginosa ascesa dell’economia giapponese post-bellica degli anni Cinquanta e Sessanta, arrivando a toccare i 10 milioni nel 1963. La crescita dell’economia e della popolazione portò con sé un intenso e diffuso sviluppo urbano dell’area di Tokyo. Gli attuali 13 milioni dell’area metropolitana furono raggiunti tra il 2009 e il 2010 anche grazie a un importante fenomeno di inurbamento dalle campagne.
Organizzazione urbana
Nel ’47, con la nuova costituzione imposta dagli americani, venne istituito il sistema dei 23 distretti speciali nell’area della capitale. Ad oggi quest’area può essere definita come il bacino politico, economico e culturale del Giappone: uffici governativi (tra tutti la Dieta Nazionale del Giappone), sedi aziendali, infrastrutture sviluppate, musei e gallerie d’arte. La zona dei 23 distretti, cosiddetta “centrale”, forma insieme all’area di Tama e alle isole Izu e Ogasawara la metropoli di Tokyo: una fascia di terra che si estende da est a ovest per 90 km e Da nord a sud per 25 km. A sua volta la metropoli forma insieme alle liminari prefetture di Chiba, Saitama e Kanagawa la megalopoli di Tokyo, conosciuta anche come “La Grande Area di Tokyo”. Questa ospita oggi circa un terzo della popolazione giapponese ed è la città dalla maggiore concentrazione demografica al mondo con circa 37 milioni di abitanti.
Economia
Oltre a essere un’ambita meta turistica, Tokyo è anche un importante centro mondiale per gli affari. Basti pensare che ospita il 76% delle compagnie straniere in Giappone e si piazza al secondo posto, dietro Pechino, nella classifica Global Fortune 500, ospitando 38 tra le 500 aziende più grandi al mondo. Nonostante la numerosa presenza di grandi nomi come Honda, Nissan, Panasonic e Sony, la quasi totalità del panorama imprenditoriale metropolitano è costituito da piccole e medie imprese.
Tuttavia, Tokyo punta a migliorare sempre più la competitività globale dell’industria e a promuovere centri di attività economiche internazionali. Nel 2013, è stata infatti avviata in Giappone la creazione di Zone Economiche Speciali (ZES). Grazie a particolari incentivi di varia natura, le ZES cercano di favorire l’insediamento di aziende straniere e startup, con un conseguente afflusso di capitale e rivalutazione strutturale della zona. L’area metropolitana di Tokyo, la prefettura di Kanagawa e Chiba sono tra queste.
Spostandoci nel distretto speciale Chuo, e più precisamente nel quartiere di Kabutocho, troviamo la sede della Borsa, conosciuta anche come TSE (Tokyo Stock Exchange). Il suo indice più importante è il Nikkei 225, il cui nome deriva dalle maggiori 225 compagnie che vi sono quotate. Questo raggiunse il suo massimo storico nel 1989 dando l’impressione che di lì a poco il Giappone sarebbe diventato la prima potenza economica mondiale. Tuttavia, la bolla che era partita dal mercato immobiliare scoppiò all’inizio del 1991, gettando il Paese in un lungo periodo di deflazione noto come “decennio perduto”. Oggi, secondo l’indice GFCI (il quale classifica la competitività e l’influenza dei centri finanziari globali), Tokyo è considerato il 6° centro finanziario più importante al mondo sulla base di fattori come: ambiente lavorativo, capitale umano, reputazione, sviluppo del settore finanziario e infrastrutture.
Questo suo carattere economico vivace, ha attratto molti abitanti dalle zone rurali in cerca di lavoro, causando diverse ondate migratorie: durante lo sviluppo economico tra gli anni ’60 e ’70, negli anni precedenti allo scoppio della bolla e dal 2000 in poi, a causa del deterioramento economico delle zone periferiche. Ogni giorno si contano nell’area della sola metropoli circa 16 milioni di persone, di cui 2 milioni provenienti dalle vicine prefetture per ragioni lavorative o di studio.
Trasporti e progetti
Lo spostamento è favorito dalla grande rete di trasporto pubblico della megalopoli. Nella zona centrale dei 23 distretti, è facilissimo imbattersi in una fermata di mezzi pubblici, che siano autobus, treni o metro. Il trasporto su rotaia è quello più utilizzato. Tokyo vanta il servizio più esteso e utilizzato al mondo, gestito da compagnie differenti che servono tutto il territorio della megalopoli. Milioni di persone sfruttano questo servizio che connette il cuore della megalopoli con le aree esterne e gli aeroporti di Haneda e Narita. I trasporti sono resi ancora più efficienti da una rete stradale costruita attorno a 3 autostrade ad anello e da altre 9 che irradiano dalla zona centrale. I 3 anelli tuttavia sono ancora parzialmente in fase di costruzione. Nell’area dei 23 distretti rimane prevalente l’utilizzo dei mezzi pubblici, con una concentrazione di macchine tra le più basse in confronto a grandi città come Seoul, New York, Londra e Pechino.
Nel Dicembre 2014, l’allora vertice del Governo Metropolitano di Tokyo (d’ora in avanti TMG), il governatore Masuzoe, ha formulato un piano di lungo termine per la megalopoli con l’obiettivo di costruire una città sempre più all’avanguardia e ospitale anche in previsione delle Olimpiadi. Gli obiettivi previsti nel piano comprendono: lo sviluppo di infrastrutture (i 3 anelli stradali sono parte di questo), della sicurezza, dei servizi per bambini e anziani, del panorama culturale e del lavoro (attraverso la creazione di ZES), il tutto in un’ottica eco-sostenibile.
L’anno scorso è stato inoltre lanciato il piano per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050. Diversi paletti sono stati prefissati per rendere questa transizione graduale ed efficace. Tokyo cercherà di abbassare la concentrazione di inquinanti a meno di 0.07 ppm entro il 2030, incentivando l’utilizzo di veicoli a emissioni zero e promuovendo la creazione di aree verdi.
Entro il 2030 il governo metropolitano punta a ridurre del 30% le emissioni di CO2, la maggior parte provenienti da residenze e aziende. In quest’ottica è quindi necessario abbassare i consumi di energia che la producono. Un altro obiettivo è infatti ridurre il consumo energetico del 38%, attraverso incentivi e disincentivi che spingano abitazioni e aziende ad adottare fonti di energia più sostenibili. Il TMG raccoglie i dati delle strutture e aggiorna il tetto massimo di emissioni tollerabili ogni 4 anni in base alla tipologia della struttura stessa. Chi non rispetta gli standard può ricevere cattiva pubblicità sui report pubblicati a riguardo dal TMG, oltre a sanzioni pecuniarie. Per i nuovi edifici è necessario presentare un piano di impatto ambientale direttamente al governo metropolitano, mentre le residenze sono incentivate al rinnovo degli impianti energetici e all’isolamento termico degli spazi.
Avendo Tokyo un grande impatto sull’utilizzo delle risorse in tutto il Giappone, si sta cercando di ridurre lo spreco di quest’ultime. Sempre entro il 2030 l’obiettivo è quello di abbassare lo spreco di risorse del 25% e di aumentarne l’ammontare riciclato del 37%. Oltre alle note misure di rimozione della plastica monouso in alcuni settori o di prezzatura di questa ove non necessaria, Tokyo ha stabilito un’area sulla baia chiamata Super Eco Town. Si tratta di un’area a disposizione di aziende in grado di proporre tecnologie innovative di riciclaggio in modo che possano contribuire al riciclo dei materiali. Il progetto valorizza l’area, riduce l’impronta ecologica e porta introiti nelle casse del governo metropolitano che vende il terreno alle aziende che vi vogliono operare. Consumare meno e riutilizzare di più è un mantra a cui soprattutto grandi centri come Tokyo non possono più sottrarsi.
Conclusioni
Dall’essere un villaggio sulla baia, Tokyo è diventata una città ai vertici delle classifiche economico-finanziarie più significative del mondo. La prospettiva delle Olimpiadi e dei cambiamenti climatici, hanno spinto la città ad adottare una linea ecologica e di innovazione interna più intensa negli ultimi anni. D’altronde per attrarre abitanti dall’estero e nuove imprese, non conta solo presentarsi come una delle più grandi capitali del business, ma anche come ambiente in grado di favorire un’alta qualità di vita. Nonostante quest’anno la cattiva sorte abbia colpito ancora causando il rinvio delle Olimpiadi, con tutto ciò che ne consegue, nel corso degli anni Tokyo si è sempre dimostrata resiliente in seguito a catastrofi naturali e finanziarie. Ad oggi tra le più grandi megalopoli internazionali, la capitale dell’est è in costante evoluzione.
Fonti e approfondimenti
Bureau of Industrial and Labor affairs, Tokyo Metropolitan Government, Industry and Employment in Tokyo- a Graphic Overview, 2019
Tokyo Metropolitan Government, Creating a Sustainable City- Tokyo’s Environmental Policy, 2019