La città di Istanbul, conosciuta storicamente come Bisanzio o Costantinopoli, è unica non solo per la sua storia ma anche per la sua funzione di ponte tra realtà diverse dal punto di vista economico, sociale e culturale. Si tratta della sola città al mondo a essere sviluppata a cavallo tra due continenti e due mari, collegati tra loro dallo stretto del Bosforo.
Negli anni Settanta, l’area urbana contava circa 2 milioni di abitanti, ma con il rapido sviluppo economico e l’influsso di migranti interni dalle aree del Mar Nero e dell’Anatolia orientale è arrivata a contarne oggi più di 15 milioni. Con circa 9 milioni della popolazione residenti nella parte europea e altri 6 lungo la costa della penisola anatolica, Istanbul ospita complessivamente il 18% dell’intera popolazione turca.
Storia ed espansione di Istanbul
Istanbul è una delle città più antiche al mondo. Nel corso della sua storia ha ospitato diverse civiltà ed è stata la capitale di quattro Imperi (romano, bizantino, latino e ottomano). La città vanta un patrimonio culturale, artistico e architettonico vastissimo ed è caratterizzata dalla presenza di numerosi gruppi etnici, religiosi e linguistici. Nata come centro agricolo, si è progressivamente affermata come un polo industriale oggi ampiamente diversificato.
Il processo di tanzimat – un complesso sistema di riforme miranti alla modernizzazione dell’Impero ottomano (1839-1876) – comportò l’istituzionalizzazione e implementazione di piani di sviluppo urbano su larga scala, come quelli già avviati negli altri Stati europei durante la rivoluzione industriale. Successivamente, con l’avvio della globalizzazione verso la fine degli anni Ottanta, l’aumento della popolazione urbana e il cambiamento della struttura socio-economica, la città estese i suoi confini amministrativi integrando altri insediamenti e andando a costituire un’estesa area metropolitana. In particolare, i siti industriali esistenti sono stati ricollocati intorno alle rotte commerciali nelle periferie causando il cosiddetto sprawl o diffusione della città nello spazio, sia sull’asse est-ovest che verso nord. Allo stesso tempo, le aree centrali hanno subito importanti trasformazioni socio-spaziali come quella di gentrificazione.
La capitale de facto
Nonostante dal 1923 la capitale ufficiale della Turchia sia Ankara, Istanbul ha mantenuto il ruolo di centro economico. La presenza di un grande entroterra e la sua prossimità al mercato europeo hanno facilitato la sua trasformazione in un importante scalo a livello globale.
Istanbul da sola raccoglie il 55% delle attività economiche del Paese e il 40% del gettito fiscale. In base ai dati del Turkstat, il volume del commercio estero ha raggiunto circa 195 miliardi di dollari nel 2016 e, secondo la Banca Mondiale, nel 2015 il valore totale dell’economia di Istanbul (349 miliardi di dollari) ha superato quello di oltre 130 economie nazionali. Inoltre, stando ai dati del ministero del Commercio, Istanbul ha esportato per un valore di 34 miliardi di dollari e importato per 57 miliardi di dollari nel 2018, diventando così una delle venti città più importanti a livello mondiale per i settori del business e del commercio (Commercial Attraction Index). Oltre alla presenza dello storico settore industriale (tra cui spiccano il tessile, l’alimentare e il petrolchimico), la città è oggi divenuta il centro finanziario più importante non solo a livello nazionale, con la presenza della sede della Borsa di Istanbul, ma anche a livello internazionale con la costruzione del nuovo business centre nel quartiere di Atasehir.
Un altro fattore che contribuisce alla ricchezza di Istanbul è il turismo. La città, infatti, ha accolto nel 2018 più di 18 milioni tra turisti e visitatori – circa il 40% di tutti i turisti registrati nello stesso anno nell’intera Turchia. Istanbul è la prima destinazione turistica in Turchia seguita dalle città di Antalya e di Edirne. Secondo le statistiche della Direzione Provinciale di Istanbul della Cultura e del Turismo nel 2018, in termini di nazionalità, i primi classificati a visitare la città sono stati i tedeschi (quasi un milione) seguiti dai turisti iraniani, sauditi, russi, iracheni, inglesi, francesi, statunitensi e cinesi. Oltre ai turisti, Istanbul ha visto aumentare anche gli arrivi di migranti regolari (e irregolari), studenti universitari e residenti temporanei.
Infrastrutture e mega-progetti
Un secondo punto di forza della città è senza dubbio la sua accessibilità. Grazie alla sua posizione geografica, Istanbul è raggiungibile in poche ore da tre continenti diversi (Europa, Africa e Asia) ed è circondata da un potenziale bacino di circa un miliardo e mezzo di persone. Oggi la compagnia aerea Turkish Airlines vola in più di 350 destinazioni in tutto il mondo e nel 2018, avendo registrato la Direzione Generale dell’Autorità Statale degli Aeroporti (DHMI) più di 60 milioni di passeggeri internazionali, gli aeroporti di Istanbul hanno fatto transitare circa il 62% dei passeggeri totali dell’intera Turchia. Le infrastrutture di Istanbul sono state rinnovate e potenziate negli ultimi anni e i mega-progetti infrastrutturali sono diventati il simbolo del cambiamento e dell’integrazione della città nel mondo globale. Questi progetti non sono solo volti a stimolare la domanda interna, ma anche a dare visibilità al governo del presidente Erdoğan, rafforzandone la retorica neo-ottomana.
Per citare alcuni esempi, il nuovo aeroporto di Istanbul, annunciato nel 2010, entrato in servizio nel 2018 e costato circa 12 miliardi di dollari. Un altro importante progetto a essere stato realizzato è il terzo ponte sul Bosforo costato oltre 3 miliardi di dollari, i cui lavori sono stati completati nel 2016. Il ponte serve a collegare le cittadine di Odayeri e Pasakoy nell’ambito della nuova autostrada della Marmara settentrionale, che aggira Istanbul a nord. Nel 2019 è stata completata la costruzione della Moschea Camlica, la più grande della Turchia con una capienza di oltre 60.000 persone, nel quartiere di Uskudar. Invece, tra le opere ancora in via di progettazione figura sicuramente il canale di Istanbul. Lungo 45 km, questo mega-progetto infrastrutturale è stato pianificato per collegare il Mar Nero al Mar di Marmara con l’obiettivo di essere un’alternativa per il commercio marittimo allo stretto del Bosforo.
Costo della vita, istruzione e cultura
Altri fattori che contribuiscono al benessere della città sono il basso costo della vita, la capacità di attrarre giovani lavoratori qualificati e una vivace (e sempre più influente) industria culturale. Vivere nella megalopoli turca è relativamente economico rispetto ad altre mega-città, come conferma una ricerca della Mercer company, secondo cui Istanbul nel 2018 era 154° su 209 città per il costo della vita. Secondo gli Urban Data 2016 delle Nazioni Unite, ciò sarebbe dettato dai bassi prezzi del cibo, dell’abbigliamento, dei trasporti urbani, delle utenze e del tempo libero.
Per quanto riguarda l’istruzione, in particolare il sistema universitario, nell’anno accademico 2000-2001 esistevano 20 università che contavano quasi 200.000 studenti. A meno di due decenni di distanza, le università hanno raggiunto quota 57 con circa 770.000 studenti, circa il 40% del totale degli studenti universitari dell’intera Turchia. Allo stesso tempo, nel periodo 2017-2018, il 28,5% degli studenti stranieri presenti nel Paese si trovava nella città sul Bosforo.
Istanbul sta diventando, infine, un polo importante per l’industria culturale della Turchia e un punto di riferimento per altri Paesi. Le occasioni di scambio culturale sono aumentate attraverso la realizzazione massiccia di eventi culturali, esibizioni, festival e congressi. L’esportazione di serie tv di produzione locale ha contribuito a rafforzare l’influenza culturale in particolari nei Balcani, nel Medio Oriente, in Asia e in Sud America. A beneficiare di queste produzioni non sarebbe solo il settore del cineturismo, ma anche la reputazione della Turchia, che ha trovato un efficace strumento per esercitare il cosiddetto soft power. Il dramma epico Magnificent Century – che racconta la storia dei sultani ottomani nel XVI secolo – lanciato nel 2011 è stato trasmesso in più di 40 Paesi ed è stato visto da oltre 200 milioni di utenti. Ertugrul Resurrection, sbarcata su Netflix in più di 50 paesi, è un altro esempio di serie popolare.
Grazie al suo tradizionale fervore economico e a una posizione geograficamente favorevole, Istanbul punta a divenire una delle più importanti città del futuro globalizzato. Non solo potenziando la sua attrattività economica, ma anche posizionandosi come vivace centro culturale e turistico.
Fonti e approfondimenti
Pakoz, M. Z. et Al. (2019), “An Analysis of the Changing Role of Istanbul as a Megacity in the World,” The International Society of City and Regional Planners – 55th ISOCARP World Planning Congress , vol.1, Jakarta, Indonesia, pp.645-659.
Eraydın, A., Demirdağ I., Güngördü F., Yenigun O. (2017), “Dealing With Urban Diversity: The Case of İstanbul”.
Şahin, O. (2018), “Planning and Spatial Regulation in İstanbul from Tanzimat to the Republican Era”.
Doğan, M. (2017), “Istanbul: The Mega City”.
Daily Sabah Istanbul attracts 13.4 million foreign visitors in 2018
Editing a cura di Carolina Venco