Il diritto all’istruzione dei minori on the move

Il diritto all’istruzione dei minori on the move
Remix da foto di Islam Hassan ishassan via Wikimedia e da Foto di StockSnap da Pixabay - Pubblico dominio

Per comprendere al meglio il diritto all’educazione come diritto umano, è necessario analizzare come questo venga assicurato quando si parla di categorie vulnerabili. Tra queste, assume particolare rilievo quella dei minori on the move (in transito) ossia migranti, rifugiati, richiedenti asilo, apolidi e sfollati interni.

Nonostante si tratti di situazioni ben distinte e peculiari, quando si parla di difficoltà e rischi legati al diritto all’educazione appaiono infatti chiari i trend che le accomunano. 

Alcuni dati

Parlare di dati certi nei confronti delle migrazioni è pressoché impossibile. I numeri disponibili sono frammentati soprattutto perché riguardano una complessità e moltitudine di fenomeni. 

Nel 2019 sono stati registrati circa 279 milioni di migranti internazionali. Tra questi, 33 milioni avevano meno di 18 anni. Questo dato racchiude, però, solo una parte dello spettro, dal momento che si stima che una percentuale molto più elevata di minori siano sfollati interni nel 2018, se ne contavano almeno 17 milioni.

Queste cifre, seppur imprecise, sono utili a comprendere la vastità del fenomeno, soprattutto quando si considera che gran parte dei minorenni migranti si trova in situazioni estremamente precarie su 31 milioni di bambini e ragazzi costretti a migrare nel 2018, si stima che 13 milioni circa fossero rifugiati. 

Secondo gli studi, i bambini rifugiati hanno infatti il quintuplo del rischio di essere lasciati fuori dal sistema scolastico e nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria si registra un crollo notevole nelle iscrizioni (nel 2017, il 61% dei rifugiati era all’interno del sistema scolastico primario, mentre solo il 23% aveva avuto accesso al sistema secondario). 

Molte sono le criticità che influiscono ed emergono da questi dati e che rendono sempre più necessario lo sviluppo di piani transnazionali e regionali per affrontare e superare il problema. 

Le tutele internazionali

Il diritto all’educazione è previsto in numerosi strumenti normativi e declinato per poter tutelare tutti i bambini e ragazzi con delle specifiche particolari per quelli più vulnerabili. Se, quindi, gran parte degli strumenti già analizzati protegge i minori e le minori migranti stabilendo il diritto all’educazione per tutti, ci sono alcune Convenzioni e Dichiarazioni che si occupano nello specifico di queste categorie.

Prima tra tutte, la Convenzione contro le discriminazioni nell’istruzione (1960) che all’art. 3 prevede l’obbligo per gli Stati di prendere tutte le misure per far sì che i residenti di altre nazionalità abbiano lo stesso accesso all’educazione dei propri cittadini. 

Numerosi strumenti vanno, poi, a disciplinare le categorie particolari al fine di garantire il diritto al maggior numero possibile di minori. Tra questi, è utile ricordare la Convenzione sullo Status dei Rifugiati del 1951 (art. 22), che tutela i rifugiati, e per estensione, i richiedenti asilo; la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia del 1989 (art. 22, 28 e 29) per i rifugiati e i richiedenti asilo; la Convenzione sullo status degli apolidi del 1954 (art. 22); la Convenzione internazionale sui lavoratori migranti e i membri delle loro famiglie del 1990 (art. 30); i Principi Guida delle Nazioni Unite sugli sfollati interni del 1998 (principio 23).

Negli ultimi anni, numerose iniziative sono state portate avanti per ampliare il più possibile la tutela e la garanzia di questo diritto anche nell’ottica dell’obiettivo dell’istruzione di qualità globale (SDG 4) dell’Agenda 2030.

Alcuni degli strumenti normativi in questa direzione redatti negli ultimi anni sono stati la Dichiarazione di New York del 2016 che prevede la tutela dei rifugiati (79, 81 e 82), dei migranti (44, 57 e 59) e di entrambe le categorie (32 e 39) nelle quali vengono inclusi anche gli sfollati interni (20); i Global Compact  for Migration e on Refugees del 2018, in cui gli Stati si impegnano a estendere il diritto all’educazione per raggiungere l’obiettivo dell’educazione per tutti (rispettivamente ai punti 15 e 68); la Convenzione sul riconoscimento delle qualifiche relative all’insegnamento superiore dell’UNESCO (2019), che ha lo scopo di facilitare il riconoscimento dei livelli di istruzione a livello internazionale, contro ogni sorta di discriminazione.

Il diritto negato: gli ostacoli per i rifugiati

Ognuno degli strumenti normativi presentati, vincolanti e non, garantisce e disciplina il diritto all’educazione tentando di abbattere gli ostacoli contro cui si scontrano quotidianamente milioni di minori nel mondo. 

Questi ostacoli sono stati riassunti dall’UNESCO, per quanto riguarda nello specifico i minorenni rifugiati, in tre categorie relative alle problematiche familiari, dei sistemi educativi statali e della qualità dell’istruzione.

Nella quasi totalità dei casi le famiglie di bambini e ragazzi rifugiati hanno notevoli difficoltà a sostenere tutte le spese dirette e indirette che derivano dall’istruzione dei propri figli. Se, infatti, globalmente si tende ad assicurare la gratuità dell’istruzione primaria, i costi aumentano con il progredire dei livelli di educazione. A questi devono, poi, aggiungersi altre uscite come, ad esempio, le spese per trasporti e per il materiale scolastico.

I costi sono quindi il primo grande, e spesso insormontabile, ostacolo che si scaglia tra i minori e l’accesso al sistema scolastico. In molti casi, infatti, le famiglie necessitano di entrate economiche e ciò fa sì che molti minori vengano costretti a sposarsi o a iniziare a lavorare prima del tempo.

A questi si sommano tutta una serie di problematicità legate, ad esempio, alla distanza degli istituti scolastici, ai problemi di sicurezza per i minori e in particolare le minori che devono spostarsi da soli e alle difficoltà linguistiche, essendo previsti in pochissimi casi programmi multilingue nelle scuole.

C’è, infine, una vasta gamma di rischi per la tutela fisica e mentale dei minori rifugiati. Tra questi, i moltissimi casi di intolleranza e violenza non solo da parte dei coetanei, ma spesso e purtroppo anche da parte di adulti e insegnanti e la mancanza di programmi specifici relativi alla salute mentale di bambini e ragazzi che hanno affrontato situazioni difficili e di grande pericolo. 

Ai problemi relativi ai singoli casi, anche se parlare di singoli può essere fuorviante essendo comunque ostacoli che accomunano la quasi totalità delle situazioni specifiche, si aggiungono, poi, le criticità dei sistemi educativi negli Stati di accoglienza e delle relative amministrazioni. 

Spesso, infatti, i rifugiati vengono accolti in Paesi a medio/basso reddito, in cui i sistemi educativi sono incapaci di sostenere la crescente domanda di iscrizioni. In più, in alcuni contesti – sia per previsioni statali, sia per mancanza di documenti ufficiali – i minori rifugiati si trovano di fronte all’impossibilità legale di frequentare il sistema educativo dello Stato ospitante e a dover ricorrere a metodi di educazione non formale. Il problema dei documenti è sempre più al centro delle discussioni della comunità internazionale, che sta cercando attraverso la cooperazione transfrontaliera di superare gli ostacoli dovuti a documenti assenti, smarriti o non riconosciuti. 

Infine, nella maggior parte dei casi i minori rifugiati non riescono a raggiungere i risultati minimi educativi che dovrebbero essere garantiti. Ad oggi, anche se mancano dati ufficiali sul livello di istruzione di queste categorie vulnerabili, si suppone che sia alquanto basso, a causa sia di problemi strutturali (come la mancanza di istituti e di docenti formati) sia di problemi intrinseci (come la succitata mancanza di strumenti psicologici adatti ad affrontare i traumi e di programmi multiculturali).

Seppur in modo non esaustivo, quanto sin qui illustrato per i minori rifugiati può essere utile per individuare alcune barriere al diritto allo studio che sono riscontrate, spesso con maggiore intensità, in categorie ancora più vulnerabili, come gli sfollati interni o i richiedenti asilo. 

Impegno transnazionale e fine della marginalizzazione

Che si tratti di migranti, rifugiati, richiedenti asilo, apolidi o sfollati interni, la comunità internazionale è chiamata a cooperare per assicurare a tutte e tutti il diritto all’istruzione gratuita e di qualità, contro ogni forma di discriminazione e ogni ostacolo. Ancora di più per le criticità connesse alla crisi sanitaria e alle forme di didattica a distanza, che stanno avendo un impatto significativo su queste categorie più a rischio.

Garantire, promuovere e tutelare il diritto all’educazione rappresenta per i minori e le minori on the move una delle pochissime assicurazioni di maggiore integrazione, rispetto e tolleranza e permette loro l’uscita dalla marginalizzazione e dalla povertà, con l’obiettivo finale di ottenere una vita migliore e più sicura. 

 

 

Fonti e Approfondimenti

UNICEF, Child Migration, aprile 2020.

UNESCO Education Sector, The impact of climate displacement on the right to education, Working Papers on Education Policy No.12, 2020.

UNESCO Education Sector, Enforcing the right to education of refugees, Working Papers on Education Policy No.8, 2019.

UNESCO, Global education monitoring report – Migration, displacement and education: building bridges, not walls, 2019.

UNHCR, Coming Together for refugees education, 2020.

UNHCR, Education Brief: SDG 4 and Refugee Education, 2015.

Paper commissioned for the 2019 Global Education Monitoring Report, Migration, displacement and education: Building bridges, not walls, 2019.

D. You, N. Lindt, R. Allen, C. Hansen, J. Beise and S. Blume, Migrant and displaced children in the age of COVID-19: How the pandemic is impacting them and what can we do to help, Migration Policy Practice Vol. X, Number 2, 2020.

 

 

Strumenti Normativi

UNESCO General Conference, Convention against Discrimination in Education, 1960.

UN General Assembly, Convention Relating to the Status of Refugees, 1951.

UN General Assembly, Convention on the rights of the child, 1989.

UN Conference on the Status of Stateless Persons, Convention relating to the Status of Stateless Persons, 1954.

UN General Assembly, The International Convention on the Protection of the Rights of All Migrant Workers and Members of their Families, 1990.

UN, Guiding Principles on Internal Displacement, 1998.

UN General Assembly, The New York Declaration for Refugees and Migrants, A/RES/71/1, 2016.

UN General Assembly, Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, A/RES/73/195, 2018.

United Nations High Commissioner for Refugees, Global compact on refugees, A/73/12, 2018.

UNESCO, Global Convention on the Recognition of Qualifications concerning Higher Education, 2019.

 

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

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