Economia civile e Transizione ecologica

Lo Spiegone x FNEC 2021

Il benessere e lo sviluppo sono concetti dinamici e spesso soggettivi. Per questo motivo essi assumono forme e definizioni diverse non solo a seconda dei contesti spaziali e temporali in cui vengono considerati, ma anche in base alle percezioni individuali e personali. Il miglioramento delle condizioni materiali (prosperità) e delle esigenze umane più profonde (realizzazione) è un processo che si svolge nel tempo e che necessita di una forza evolutiva costante. In altre parole, questo processo è qualcosa che si “genera”. Nel corso degli anni, l’economia civile ha fatto proprio il concetto di generatività come capacità di essere creativi e produttivi in un’ottica ben più ampia rispetto alle semplici logiche di profitto. Difatti, esso si basa su alcuni princìpi particolari, come ad esempio l’attitudine a creare e consolidare le relazioni, la possibilità di costruire contesti sociali inclusivi, rendere realizzabili le opportunità degli individui, tendere verso un rafforzamento del senso di comunità.

L’importanza di queste idee cresce nel momento in cui le sfide da affrontare aumentano e riguardano sempre più aspetti delle nostre vite. Tra queste, in particolare, la necessità di imprimere una svolta in senso sostenibile a molte abitudini di produzione e consumo ormai incompatibili con un uso più equo delle risorse naturali e con la salvaguardia ambientale del Pianeta. Nella misura in cui le abitudini e lo stile di vita di molti esseri umani vanno ripensati e trasformati, la corrispondenza tra generatività e sostenibilità trova la propria sintesi con la nozione di Transizione ecologica. Il termine “transizione”, secondo l’enciclopedia Treccani, pur applicandosi in modo diverso a varie discipline sociali e scientifiche indica un passaggio da una condizione iniziale ad una nuova. A questo viene affiancato l’aggettivo “ecologico”, riferito alle relazioni tra l’ambiente e gli organismi che ci vivono, di cui anche l’essere umano fa parte. Risulta quindi chiaro come un processo di transizione sia un processo generativo, ovvero dinamico e continuativo, che ha come obiettivo una nuova ricerca del benessere sociale e individuale più conciliabile con la limitatezza delle risorse e il rispetto degli ecosistemi. 

Le contromisure da attuare in modo sempre più stringente e rapido per far fronte agli effetti del cambiamento climatico sono pratiche che avranno un impatto concreto su molti aspetti sociali e del vissuto quotidiano. Ad esempio, la diminuzione della dipendenza dai combustibili fossili, il passaggio a materiali più facilmente smaltibili e l’adozione di pratiche di riciclo e riutilizzo proprie dell’economia circolare sono destinate a cambiare il modo in cui consumiamo, abitiamo e lavoriamo. Il ruolo fondamentale della ricerca, della tecnologia e della digitalizzazione nel supportare questo passaggio nel corso del tempo è però una condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti, è altrettanto fondamentale agire dal punto di vista culturale e politico attraverso una presa di consapevolezza delle nostre azioni e una responsabilità maggiore nelle interazioni pubbliche e private tra i cittadini, le istituzioni e i mercati. L’originalità e l’innovazione richieste per affrontare questi cambiamenti dovranno tenere conto di fattori complessi, come i diversi bisogni dei singoli e delle collettività. Inoltre, saranno necessari nuovi processi di cooperazione, confronto e disseminazione di conoscenze. 

La crescente importanza in Italia di questo tema si può riscontrare anche nella nascita di un nuovo ministero appositamente dedicato alla transizione ecologica. Nel febbraio di quest’anno, infatti, è stato approvato un decreto del Consiglio dei Ministri che trasferisce le competenze dell’ormai ex ministero dell’Ambiente a quello della Transizione ecologica, il cui obiettivo principale risiede non solo nella programmazione delle politiche ambientali, ma anche nella pianificazione strutturale di interventi che favoriscano il passaggio graduale e definitivo verso una società più “verde” e sostenibile. Il ruolo chiave dell’Economia Civile nel sostenere questo processo politico consiste nel promuovere una visione più sistemica di cambiamento di paradigma. Ciò può avvenire attraverso la creazione di sinergie creative e virtuose da parte di tutti i componenti della società, con l’obiettivo di valorizzare il bene comune e di dare vita a una nuova visione a lungo termine di sviluppo e felicità. 


Lo Spiegone/FNEC2021

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti realizzati da Lo Spiegone in vista del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2021.
Per approfondire le tematiche trattate nell’articolo potete seguire l’evento dal 24 al 26 settembre. Qui il programma completo dell’evento.

Fonti e approfondimenti

Sito del Ministero della Transizione Ecologica.

Sito del Festival dell’Economia Civile.

Luigi Geronico, Becchetti: la  «generatività» pilastro della nuova Europa, Avvenire, 27/05/2019.

Sito del Dizionario Treccani – Transizione.

 

 

Editing a cura di Beatrice Cupitò

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