Cos’è il Doomsday Clock?

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Nel giugno 1947 gli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, i quali collaborarono alla realizzazione della prima bomba nucleare durante il progetto Manhattan, ebbero l’idea di progettare un orologio che segnalasse l’ipotetico tempo mancante alla fine del mondo, il Doomsday Clock. L’iniziativa nasce dalla volontà di rappresentare metaforicamente i rischi a cui è sottoposta l’umanità, in modo da tenere alta l’attenzione su alcune tematiche che troppo spesso passano in secondo piano nell’opinione pubblica. 

In principio, la mezzanotte, ovvero il momento simboleggiante l’apocalisse, era da ricollegare al solo scoppio di una guerra nucleare, ma a partire dal 2007 si iniziarono a prendere in considerazione altre categorie di eventi in grado di poter infliggere conseguenze irreversibili per l’umanità. In particolare, vengono valutati giornalmente i rischi connessi al cambiamento climatico e all’utilizzo di quelle che vengono definite «tecnologie distruttive», tra le quali troviamo le armi batteriologiche e i rischi connessi alla cybersecurity.

Il Doomsday Clock può quindi essere visto come una metafora volta a ricordarci gli innumerevoli pericoli che caratterizzano il mondo moderno; minacce che necessitano di essere affrontate su scala internazionale. È importante quindi sottolineare che, nonostante il nome spaventoso, l’orologio dell’apocalisse non vuole essere uno strumento utilizzato per generare panico e angoscia. Al contrario, l’idea è quella di creare uno strumento in grado di spingere gli Stati a collaborare, prendendo decisioni concrete su questioni di primaria importanza, che non possono essere più rimandate. 

Per raggiungere questo obiettivo, il Doomsday Clock mette in luce le possibili conseguenze che si avrebbero nell’ipotetico scenario in cui non venissero prese alcune misure. Una metafora significativa, in grado di spiegare questo concetto, è stata data dal Prof. Robert Rosner, membro del Bulletin’s Science Committee, che ha definito l’orologio come «il canarino in una miniera di carbone». Fino a metà degli anni ’80, infatti, i canarini venivano utilizzati dai minatori in quanto animali molto sensibili al monossido di carbonio. Se smettevano di cantare segnalavano un pericolo imminente e spingevano i lavoratori ad agire velocemente per salvare le proprie vite.

Spostamenti delle lancette

il Doomsday Clock nasce alla fine degli anni ’40, nel contesto della Guerra Fredda e, al momento della sua fondazione, venne inizialmente impostato a sette minuti dalla mezzanotte. Da quel momento, numerosi avvenimenti hanno contribuito a modificare la posizione delle lancette, tanto che sono state mosse, in avanti o indietro nel tempo, ventidue volte.

Fino ai primi anni Duemila, tali cambiamenti sono stati dovuti principalmente all’intensificarsi o all’allentarsi degli attriti tra URSS e USA. Nel 1949, ad esempio, a seguito del primo test nucleare condotto dall’URSS e alla conseguente corsa agli armamenti, le lancette vennero spostate in avanti, a tre minuti dalla mezzanotte. Al contrario, nel 1991, in un clima di distensione, segnato dalla caduta dell’Unione Sovietica e alla sottoscrizione del trattato della riduzione delle armi strategiche, le lancette vennero spostate a diciassette minuti alla mezzanotte, momento che, ad oggi, ha rappresentato il maggior allontanamento dall’apocalisse.

Un altro cambiamento rilevante è avvenuto nel 2015, anno in cui l’orologio è arrivato nuovamente a segnare tre minuti all’ora X. Ciò che è importante sottolineare in questo contesto, sono le motivazioni che hanno portato a tale cambiamento, le quali non sono più principalmente relative ai pericoli nucleari, ma all’incapacità politica degli Stati di prendere decisioni in materia di cambiamento climatico. Lo sviluppo delle energie rinnovabili e le conferenze internazionali volte a discutere e a trovare soluzioni a questa crisi sono state infatti ritenute insufficienti per prevenire una futura crisi globale.

Bulletin’s Science and Security Board

Dietro alla scelta annuale di quanto e se spostare il tempo del Doomsday Clock vi è un diffuso e profondo dibattito. Il compito di prendere tale decisione spetta al Bulletin’s Science and Security Board, un gruppo formato da diciotto esperti, con background molto differenti, dall’ambito diplomatico e politico a quello della storia militare e della scienza nucleare. Questo comitato si riunisce due volte all’anno per discutere degli avvenimenti più rilevanti e delle politiche adottate per far fronte alle sfide contemporanee, ma non agisce da solo. 

Importantissima è infatti anche la consultazione con il Bulletin’s Science Board Sponsor, fondato da Albert Einstein e Robert Oppenheimer, con l’obiettivo di rafforzare le pubblicazioni e le attività del Bullettin’s. Attualmente ne fanno parte numerosi premi Nobel, tra cui David Baltimore, Nobel nel 1975 per la fisiologia o medicina, e Jeroem Friedman, Nobel nel 1990 per la fisica. A fine gennaio di ogni anno, dopo attente analisi e numerose consultazioni, il Bulletin’s Science and Security Board annuncia l’ora del Doomsday clock, spiegando inoltre le motivazioni che hanno portato a tale scelta.

Armi nucleari

Nel 2020 l’orologio è passato dal segnare due minuti alla mezzanotte a 100 secondi, vicino alla fine del mondo come non lo era mai stato in passato. Una delle ragioni alla base di questo cambiamento è da ritrovare ancora una volta nel pericolo esercitato dalle armi nucleari. USA e Russia continuano infatti a investire ingenti risorse in questo settore e, alcuni di questi programmi di perfezionamento, come lo sviluppo di armi ipersoniche, stanno portando a pericolosi risvolti. Un altro esempio è l’investimento in missili a portata intermedia (intermediate range ballistic missile), lanciati da terra, con i quali la Russia continua ad armarsi. 

Questi missili presentano un notevole pericolo, in quanto la loro velocità li rende difficilmente intercettabili, tanto che erano stati banditi nel trattato INF (Intermediate Range Nuclear Forces Treaty) siglato nel 1987 dal presidente Ronald Reagan e dal leader sovietico Michail Gorbačëv, accordo però non rinnovato da Trump nel 2019, il quale ha dichiarato che per troppo a lungo la Russia aveva violato tale trattato senza subire nessuna conseguenza. Altro Paese a preoccupare è la Cina, passata da un arsenale nucleare limitato a impiegare ingenti risorse in testate nucleari, investimenti che non sembrano volersi fermare.

Cyberwarfare e disinformazione

Negli ultimi anni un altro fattore che ha portato alla scelta di spostare le lancette più vicino alla mezzanotte è legato all’aumentare dei pericoli connessi alla cyberwarfare. Strumenti tecnologici sempre più avanzati permettono infatti un aumento del livello di disinformazione che rende sempre più difficile gestire emergenze come il cambiamento climatico e i pericoli legati alle armi nucleari. Un esempio di tecnologia che rende difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è il deepfake, ovvero una tecnica per la sintesi di immagini umane che permette di sovrapporre immagini e video esistenti con quelli originali, permettendo di creare perfette alterazioni della realtà. 

La diffusione di disinformazione nel mondo moderno ha mostrato conseguenze concrete durante l’attuale pandemia, portando leader e cittadini a rifiutare le indicazioni di scienziati ed esperti. Il Covid-19 ha inoltre fatto emergere due aspetti fondamentali. Innanzitutto, ha dimostrato che, nonostante la stabilità economica, sociale e politica caratterizzante un gran numero di Stati moderni, la situazione potrebbe drasticamente cambiare in maniera improvvisa. Il secondo aspetto è l’impreparazione degli Stati a rispondere con prontezza e risolutezza alle emergenze. Nonostante ciò, le speranze che nei prossimi anni l’orologio torni ad allontanarsi dalla mezzanotte sono alte. La campagna vaccinale ha infatti dimostrato che la collaborazione tra i Paesi è possibile ed è uno strumento fondamentale per fare fronte a sfide sempre più globali. 

L’orologio dell’apocalisse non deve quindi essere strumentalizzato per generare panico e allarmismo tra la popolazione. Bensì deve essere visto come uno strumento volto a sollecitare gli Stati a collaborare e a prendere provvedimenti su problematiche di carattere internazionale e come strumento per aumentare la consapevolezza tra la popolazione.

Gli scienziati del Bulletin ritengono che la recente pandemia abbia dimostrato come l’equilibrio degli Stati moderni sia fragile e facilmente alterabile. Allo stesso tempo però, alcuni segni di speranza hanno evitato un ulteriore avvicinarsi dell’orologio all’apocalisse nel 2021. Tra questi vi è l’elezione del presidente statunitense Joe Biden che, a differenza di Trump, riconosce il cambiamento climatico come una delle minacce principali del mondo moderno e, sul piano delle armi nucleari, ha proposto di siglare il New Start con la Russia, con l’obiettivo di limitarne la proliferazione.

 

 

Fonti e approfondimenti

Lerner L., The Doomsday Clock explained. Chicago News. Retrieved from: https://news.uchicago.edu/explainer/what-is-the-doomsday-clock.

Marks J. (24 Gennaio 2020). The Cybersecurity 202: Disinformation threat pushes Doomsday Clock closer to midnight. The Washington Post. Retrieved from: The Cybersecurity 202: Disinformation threat pushes Doomsday Clock closer to midnight – The Washington Post.

McGrath M., (8 Ottobre 2018). Final call to save the world from ‘climate catastrophe. BBC. Retrieved from:

Final call to save the world from ‘climate catastrophe’ – BBC News.

Bulletin of the Atomic Scientist. (2015). 2015 Clock Statement. 2015 Clock Statement.pdf (thebulletin.org)

Mecklin J. (2021). Bulletin of the Atomic Scientist. This is your COVID wake-up call:

It is 100 seconds to midnight. Retrieved from: https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/.

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

 

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