“Praxis”: Dignity, il progetto tutto femminile per contrastare la period poverty in Nuova Zelanda

Praxis
Copertina a cura di @side_book

La povertà mestruale (period poverty) è un problema di portata globale che colpisce chi non ha accesso a prodotti mestruali sicuri e igienici e non è in grado di gestire il ciclo con dignità e sicurezza. Oggi, molte ragazze e donne hanno difficoltà ad acquistare o reperire gli assorbenti di cui hanno bisogno, sia per motivi economici che per motivi culturali: in molte aree rurali le donne con il ciclo vengono allontanate da famiglie e luoghi di lavoro. Inoltre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) una persona su tre continua ad avere scarso accesso all’acqua e quindi a servizi igienico-sanitari affidabili: quando si tratta di donne, questo problema finisce per rendere ancora più complicata la gestione del ciclo mestruale, aumentando i rischi per la salute. 

Restituire dignità al ciclo mestruale e abbattere i tabù

Quando nel 2016 Jacinta Gulasekharam e Miranda Hitchings si trasferirono all’Università Victoria di Wellington, capitale della Nuova Zelanda, nessuna delle due aveva mai sentito parlare di period poverty o del fatto che circa 95.000 ragazze tra i 9 e i 18 anni saltavano la scuola durante il ciclo perché non potevano permettersi di acquistare assorbenti e prodotti sanitari. Le due studentesse scoprirono la realtà di migliaia di donne neozelandesi nelle grandi città e ancor di più nelle aree rurali, dove oltre alle barriere economiche intorno al ciclo si ergevano anche barriere culturali fatte di pregiudizi e cattiva informazione. Determinate a fare qualcosa per affrontare questo fenomeno, Miranda e Jacinta hanno dato vita a un progetto semplice ma di portata rivoluzionaria per affrontare il problema della period poverty e ridare dignità alle donne durante il ciclo mestruale, abbattendo i tabù: in una sola parola, Dignity

Dopo aver raccolto dati sull’impatto del ciclo sulla vita delle donne e dopo aver partecipato a un Boot Camp per giovani imprenditori, Jacinta e Miranda hanno ufficialmente fondato Dignity nel novembre del 2016. Alla base del progetto c’è l’approccio “Buy-one, give-one”: un’impresa o un’azienda che decide di acquistare una scatola di prodotti sanitari Dignity ne dona una a una scuola o a famiglie in cui ci sono ragazze o donne che non possono permettersi di acquistarne.

Oggi Dignity è un’impresa no-profit con un team di 5 donne che collabora con importanti aziende e compagnie tra cui Cigna, ANZ, Xero e Flick Electric per distribuire scatole che contengono assorbenti, coppette mestruali e altri prodotti sanitari organici, poster educativi e materiale informativo. Insieme ai partner, che acquistano le scatole e le distribuiscono principalmente tra i loro dipendenti, Jacinta e Miranda sono riuscite in soli quattro anni a coinvolgere nella loro rete di supporto circa 195 gruppi e associazioni giovanili, almeno 30 scuole fino a raggiungere un numero totale di circa 40.000 persone. Con l’obiettivo ambizioso di rendere i prodotti sanitari accessibili a tutti, sono riuscite ad avere un impatto così forte che all’inizio del 2021 potevano contare su ben 57 aziende partner in tutto il territorio neozelandese.

L’importanza di fare advocacy

Anche se la distribuzione delle scatole è l’attività principale e caratterizzante di Dignity, l’opera di sensibilizzazione per rompere i tabù che ancora circondano le donne e il ciclo mestruale è un altro tassello importante della missione di Jacinta e Miranda. La loro impresa pubblica infatti dei report annuali sull’impatto (impact reports) sui progressi e sulle condizioni di vita delle ragazze e delle donne in Nuova Zelanda, con un’attenzione particolare per le aree rurali, dove l’accesso ai beni di prima necessità e alle informazioni è molto più complesso. 

Per esempio, secondo il report del 2019, il 72% dei dirigenti scolastici dichiarava di aver visto un incremento significativo della frequenza scolastica tra le ragazze dopo la distribuzione delle scatole di prodotti sanitari sicuri e gratuiti già nel primo semestre. Nel 2020, la pandemia da Covid-19 rischiava di mettere a repentaglio il lavoro fatto negli anni precedenti. Per rispondere alle difficoltà del caso, Dignity ha lanciato un’iniziativa alternativa alla solita “Buy-one, give-one”: la give one, two three. In questo modo, piuttosto che un’unica scatola, i partner e i donatori potevano scegliere di donarne anche due o tre per far fronte alla crisi sanitaria. Al netto dei risultati, la campagna ha avuto molto successo: il team di Dignity ha distribuito circa 32.000 prodotti sanitari sostenibili nel 2020, come riportato nel report pubblicato sul sito. 

La risposta del governo di Jacinda Ardern

Nel febbraio 2021, a quattro anni dalla prima scatola Dignity consegnata da Jacinta e Miranda, il governo guidato dalla premier Jacinda Ardern ha annunciato che tutte le scuole della Nuova Zelanda avrebbero cominciato a fornire assorbenti gratuiti, con l’obiettivo di contrastare il preoccupante tasso di esclusione scolastica delle studentesse. Secondo il governo nel 2021 ancora una giovane su dodici saltava la scuola durante il ciclo, perdendo fino a una settimana di lezioni. Questi numeri diventavano ancora più alti nelle aree rurali e sulle isole più piccole.

La regione settentrionale di Waikato è stata la prima ad essere coinvolta in un tentativo di nazionalizzazione della spesa di prodotti sanitari. Nel 2020 il governo ha lanciato il “Access to Period Products pilot program”, programma pilota di distribuzione di assorbenti e vari prodotti sanitari gratuiti, per il quale è stato stanziato un budget iniziale di 2,6 milioni di dollari neozelandesi. Un gruppo di osservatori del ministero dell’Istruzione e organizzazioni no-profit (tra cui Dignity) hanno individuato le 15 scuole della regione con il tasso di assenteismo più alto per lanciare il programma, che ha avuto molto successo e ha portato all’annuncio dello scorso febbraio. La prima fase del progetto su scala nazionale è iniziata a giugno con fondi assicurati fino al 2024 e a maggio aveva raggiunto già 1.470 scuole in tutto il Paese.

Governi a guida femminile

La Nuova Zelanda è il secondo Paese al mondo ad aver pianificato ed effettivamente implementato un piano di azione per contrastare la period poverty e la stigmatizzazione del ciclo mestruale. Prima del governo della Ardern, solo quello scozzese della premier Nicola Sturgeon ha reso gratuiti i  prodotti igienico-sanitari per tutte le donne. 

Nonostante si tratti di segnali positivi di cambiamento, il fatto che solo due governi abbiano effettivamente varato misure drastiche ed efficaci contro la period poverty è preoccupante. In molti Paesi, tra cui l’Italia, gli assorbenti sono ancora tassati come beni di lusso (al 22% nel caso italiano, anche se in settimana il Consiglio dei ministri ha annunciato che l’Iva sarà portata al 10% nella prossima Legge di bilancio), costringendo molte donne a rinunciarvi. Inoltre, il fatto che siano stati solo governi a guida femminile ad agire in questo modo dà molto cui pensare: nel 2021, lo stigma sociale e la disinformazione attorno al ciclo mestruale sono ancora forti e radicate nella società. Occorrono strategie globali per farvi fronte e per garantire maggiori tutele e informazioni più accessibili a uomini e donne, nelle scuole così come sul posto di lavoro.

 

Fonti e approfondimenti

Dignitynz.com 

The Impact Initiative New Zealand 

E.A. Roy in Dunedin, New Zealand tackles period poverty with free sanitary products for all schoolgirls, The Guardian, 03/06/2020.

Giangualano, Povertà mestruale: partecipare alla vita pubblica non è un lusso, il Sole 24 ore, 12/08/2021.

 

Editing a cura di Elena Noventa

Copertina a cura di Simone D’Ercole

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