La violenza domestica diventa un crimine in Uzbekistan

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Di Sara Scardavilli

La legge #ZRU-829, approvata il 6 aprile ed entrata in vigore il 12 aprile, ha ufficialmente reso la violenza domestica un crimine in Uzbekistan. Intervenendo, oltre che sulla violenza domestica, sulle molestie sessuali e sul revenge porn  il provvedimento rappresenta un passo enorme in quanto ha permesso al governo di concretizzare il suo impegno, sempre più pronunciato negli ultimi anni, verso l’uguaglianza di genere e la lotta alla violenza contro le donne e i bambini.

La violenza domestica in Uzbekistan

In base a quanto riportato dalle Nazioni Unite, nel mondo una donna su tre subisce, durante il corso della sua vita, un qualche tipo di violenza di genere. Questo è un dato fondamentale per comprendere le dimensioni del problema, soprattutto nei Paesi dove mancano statistiche ufficiali sulla diffusione dei casi di violenza di genere e violenza domestica.

Fino a poco tempo fa, l’Uzbekistan era uno di questi. Ad oggi, le statistiche disponibili sulla violenza domestica in Uzbekistan sono estremamente limitate e includono principalmente i casi registrati dalla polizia. Nel 2021, questi ammontavano a 35,994, anche se si stima che il numero reale sia di molto maggiore. 

Mentre fenomeni come il rapimento delle spose, ancora endemico nel vicino Kirghizistan, non sono così diffusi in Uzbekistan, la violenza domestica è all’ordine del giorno in molte famiglie, soprattutto nelle aree rurali più remote. 

In Uzbekistan i ruoli di genere per donne e uomini rimangono molto forti. In questo contesto è significativo sottolineare l’importanza, per le famiglie, di preservare la propria immagine pubblica e la reputazione all’interno della comunità locale, che, di fatto, rende la violenza domestica una questione privata da tenere il più nascosta possibile: l’intervento di forze ed attori esterni (inclusa la polizia) è spesso malvisto. Le vittime stesse sono spesso inconsapevoli dei propri diritti e, quindi, non denunciano. 

Il rapporto sull’implementazione della Piattaforma d’Azione di Pechino prodotto nel 2019 dalla CEDAW, la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, cita una ricerca su conflitti familiari, violenza domestica e diritti delle donne condotta dal Comitato delle Donne dell’Uzbekistan insieme alla ONG internazionale ACTED in 100 mahalla, comunità di vicinato locali, nelle regioni di Samarcanda e Bukhara. 

Questa ricerca ha rilevato come gap principali il limitato supporto alla riabilitazione sociale e all’adattamento, la scarsa efficienza del sistema di prevenzione della violenza domestica, la mancanza, tra le donne, di cooperazione e consapevolezza dei propri diritti – soprattutto per quando riguarda la violazione degli stessi e la violenza domestica – e la persistente discriminazione contro le donne sia in famiglia che nella società.

Nonostante la mancanza di ulteriori dati ufficiali, già da qualche anno il governo uzbeco dedica sempre più attenzione alle tematiche relative alla violenza di genere e specialmente alla violenza domestica, individuate come priorità dal governo Mirziyoyev. 

Per fornire alle donne sempre maggiori garanzie per il rispetto dei loro diritti e libertà fondamentali, l’Oily Majlis, il Parlamento uzbeco, aveva già approvato, nel 2019 e 2020, due leggi volte a riconoscere e dedicare maggiore attenzione al problema e a creare meccanismi per proteggere le donne vittime di abusi e violenze anche all’interno del nucleo familiare.

La nuova legge nel dettaglio

A marzo 2023, l’Uzbekistan ha compiuto un passo storico e approvato la legge che criminalizza la violenza domestica.

La Legge della Repubblica dell’Uzbekistan #ZRU-829 è passata alla Camera il 23 marzo ed è stata approvata dal Senato il 6 aprile 2023. Pubblicata sul sito ufficiale delle leggi uzbeche lex.uz l’11 aprile, è entrata in vigore il 12 aprile.

La novità principale della legge è l’introduzione del reato di violenza domestica, che viene punito con pene che vanno dalle multe alla prigione per un massimo di sette anni, in base al crimine ma anche all’aggravante.

Grazie a questo nuovo reato, le vittime di abuso vedono riconosciute come violenza domestica situazioni che impediscano loro di godere di diritti come la proprietà, l’istruzione, la salute e il lavoro, situazioni di umiliazione, intimidazione e isolamento dalla propria famiglia, e maltrattamenti fisici e psicologici all’interno del nucleo familiare, con tanto di possibili aggravanti. 

Questa norma non è da sottovalutare in un Paese dove il concetto di famiglia è messo su un piedistallo; i ruoli di genere sono tendenzialmente fissi; la violenza e l’abuso sono spesso normalizzati, soprattutto all’interno della famiglia, non solo tra partner, ma anche tra genitori e figli o tra suocere e mogli. 

Queste situazioni si verificano e sono anzi abbastanza comuni soprattutto nelle famiglie allargate dove i suoceri coabitano con i propri figli, di solito almeno il figlio minore, e le rispettive mogli. Sono molte le storie di donne che hanno subito abusi da diversi membri della famiglia del marito. 

Inoltre, la violenza è spesso giustificata dalle vittime stesse

Secondo il Multiple Indicator Cluster Survey 2021-2022 di UNICEF, il 40% delle donne tra i 15 e i 49 anni in Uzbekistan giustifica la violenza fisica da parte del marito quando la moglie esce di casa senza dirglielo, trascura i bambini, discute con lui, rifiuta un rapporto fisico o brucia la cena.

Con l’approvazione della legge, anche il revenge porn, definito come la “diffusione e disseminazione o la minaccia di diffondere senza consenso informazioni che arrechino danno all’onore e alla dignità di una persona e ne riflettano gli aspetti intimi della vita personale”,  diventa finalmente un reato, insieme alle molestie sessuali.  

In più, le pene per reati già presenti, come lo stupro, la sodomia e la coercizione ad atti sessuali sono state inasprite e completate da aggravanti come, per, esempio, il caso in cui il perpetratore sia un famigliare stretto, la vittima abbia una disabilità o meno di sedici anni. La nuova legge modifica anche altre disposizioni con lo scopo di proteggere e salvaguardare maggiormente i bambini.

Ostacoli legali e culturali permangono per le donne che vogliono denunciare

Nel preambolo, il testo della legge riconosce che, fino al momento della sua approvazione, in Uzbekistan mancavano sia sanzioni appropriate per punire i crimini lesivi dei diritti di donne e bambine, sia adeguate garanzie legali che proteggessero le donne da violenze e abusi. 

Prima dell’introduzione, infatti, le sanzioni per la violenza domestica erano solo amministrative: una volta pagata una multa, i perpetratori erano liberi di ricongiungersi al nucleo familiare. La vittima era spesso incoraggiata dalla stessa polizia a perdonare gli autori della violenza per riconciliare la famiglia. Per questo motivo, l’approvazione della legge è una conquista che non sembra esagerato definire storica. 

Il provvedimento è stato sostenuto anche da Saida Mirziyoyeva, capo del Dipartimento delle Politiche di Comunicazione e Informazione dell’Ufficio Esecutivo dell’Amministrazione Presidenziale, nonché figlia dello stesso presidente, Shavkat Mirziyoyev. Tra le principali fautrici della nuova legge figurano inoltre diverse attiviste per l’uguaglianza di genere come l’avvocata per la difesa dei diritti umani Dilfuza Kurolova, la presidente della Fondazione dei Mass Media uzbeca Nozima Davletova e, soprattutto, Irina Matvienko, la fondatrice della ONG nemolchi.uz.

Un’altra grande novità è la possibilità di estendere la durata delle ordinanze restrittive, già di recente introduzione, che fino a marzo 2023 venivano emesse per un massimo di soltanto 30 giorni. Ora si prevede di estenderle per più di un mese con un processo relativamente veloce (la decisione viene comunicata entro 24 ore dalla richiesta). 

Tuttavia, questo si svolge in maniera abbastanza complessa e richiede la presenza di vittima e perpetratore nella stessa stanza, pur sotto l’osservazione di un incaricato del Ministero dell’Interno. La vittima deve essere in grado di dimostrare una minaccia reale, pena il rigetto della domanda di estensione dell’ordinanza. Inoltre, la decisione pubblicata a seguito dell’istanza viene consegnata in copia a tutte e due le parti e contiene diversi dati sensibili della vittima e del perpetratore: cognome, nome e patronimico; data e luogo di nascita; luogo di residenza e occupazione.

Una conquista, ma anche un passo avanti in un percorso ancora lungo

Sulla carta, la legge sulla violenza domestica ha un grande potenziale di impatto positivo sulla società uzbeca. Rimane da vedere, nei prossimi mesi, come questa verrà applicata. 

Secondo Nozima Davletova, “se questa conquista è arrivata, vuol dire che la nostra società si sta trasformando, e questo mi rende più positiva e ottimista sulle prospettive di emancipazione delle donne e protezione dei diritti dei bambini”. 

Per fare sì che la sua implementazione sia efficace, è necessario che il governo stanzi le risorse necessarie a formare il personale del Ministero dell’Interno e della polizia, così che la nuova normativa venga compresa a fondo e la polizia sia in grado di applicarla correttamente. 

Inoltre, rimane l’incognita dell’impatto della legge a livello culturale, e di quanto promuova un cambiamento di mentalità e ricalibrazione degli equilibri nei rapporti tra uomini e donne. 

Questa legge introduce punizioni più o meno serie per i vari reati ma queste, per ora, non prevedono ancora meccanismi sistematici di prevenzione della violenza e percorsi formativi calibrati a livello sociale e culturale che accompagnino la sua implementazione e si occupino di sensibilizzare donne e soprattutto uomini sui diritti da salvaguardare.

 

Fonti e approfondimenti

Dzardanova, S. e Uralova, N. Covid-19 and the Gender-based Violence Pandemic in Central Asia: Assessing Response Measures of the State, Civil Society, and International Actors in Kyrgyzstan and Uzbekistan. Institut für Europäische Politik (IEP), 2022.

Modifiche e aggiunte ad alcuni atti legislativi dell’Uzbekistan per l’ulteriore miglioria del sistema per una protezione affidabile dei diritti, libertà e legittimi interessi di donne e bambini. Lex.uz (in russo e uzbeco), 2022.

Another Step In Legal Protection For Women And Children In Uzbekistan. Majlis podcast, RFERL, 9 aprile 2023.

A staggering one-in-three women, experience physical, sexual abuse. UN News, 24 novembre 2019. 

2021-2022 Multiple Indicator Cluster Survey (MICS) in Uzbekistan – Statistical Snapshots. UNICEF, Uzstat, 2022. 

Uralova, N. A cycle of perpetual violence for the women of Uzbekistan. The Diplomat, 22 giugno 2022.

CEDAW Implementation Report ​​of the Implementation of the Beijing Declaration and Platform for Action – Uzbekistan. UN Women, 2019. 

Risoluzione del Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan #ZRU-829 “Modifiche e aggiunte ad alcuni atti legislativi dell’Uzbekistan per l’ulteriore miglioria del sistema per una protezione affidabile dei diritti, libertà e legittimi interessi di donne e bambini” 

Storie delle vittime di violenza domestica in Uzbekistan

Uzbekistan – Sacrificing Women to Save the Family? Human Rights Watch, giugno 2001.

Pikulicka-Wilczewska, A. Uzbek domestic abuse victims feel judged, trapped despite new law. Reuters, 27 novembre 2020.

 

Editing a cura di Elena Noventa

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