Sulla scia delle indiscrezioni del New York Times e del Washington Post, il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan, nel corso di un briefing avvenuto il 7 luglio alla Casa Bianca, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno bombe a grappolo, o cluster bombs, per soddisfare i “bisogni sul campo” delle forze ucraine attualmente impegnate in una vasta controffensiva per riconquistare i territori occupati dai russi. La promessa degli armamenti ha innescato un intenso dibattito, in un conflitto la cui fine sembra più lontana che mai.
Lo stato degli armamenti
Gli Stati Uniti forniranno proiettili di artiglieria da 155 mm che possono essere sparati dagli obici M777 e dai sistemi missilistici Himars che sono stati forniti all’esercito ucraino dai paesi occidentali.
Sebbene Washington non abbia dichiarato quale tipologie di munizione sarà inviata, le due principali versioni calibro 155 mm presenti nei magazzini statunitensi sono la M864 e la M483, entrambe in grado di rilasciare sub-munizioni M42/M46, granate ad alto potenziale a duplice scopo ideali contro la fanteria e i mezzi corazzati in quanto combinano l’effetto penetrazione a quello della frammentazione.
Allo stesso tempo, questa tipologia di ordigno è vietata dalla convenzione di Oslo poiché costituisce un serio rischio per la popolazione civile anche nel lungo periodo, a causa delle numerose sub-munizioni liberate dalle bombe e che spesso si depositano sul suolo inesplose ma letali. Il presidente Biden ha affermato che si è trattato di una decisione difficile, ma resa necessaria dall’esigua quantità di munizionamento delle batterie ucraine.
Cosa sono le bombe a grappolo
Le cluster bombs sono munizioni convenzionali migliorate, progettate per disperdere sub-munizioni su un’area ellittica che può estendersi per diverse centinaia di metri quadrati. L’ordigno è generalmente formato da una testa principale, o munizione madre, costituita da un involucro che funge da area di carico in cui sono collocate le sub-munizioni, di dimensioni più piccole e di peso inferiore a 20 chilogrammi.
Una volta che la munizione madre viene sparata, la spoletta che si trova al suo interno inizia una sequenza di espulsione che può essere calibrata per liberare le sub-munizioni ad una determinata altitudine sopra l’obiettivo oppure ritardata per consentire alla testata di percorrere la distanza necessaria per raggiungere il suo target. L’attivazione della spoletta accende una o più cariche di propellente che causano l’apertura dell’involucro e la conseguente espulsione delle sub-munizioni. Una volta rilasciate queste sfruttano la rotazione e la resistenza dell’aria per azionare il meccanismo di armamento per poi esplodere sull’obiettivo.
Le cluster bombs possono essere sparate da sistemi di artiglieria (come cannoni navali e mortai), montate sulle testate di razzi e missili, oppure possono essere sganciate da velivoli. Sono utilizzate per colpire diversi tipi di bersaglio perciò le caratteristiche e gli effetti differiscono dalla tipologia di bomba impiegata. Il Comitato internazionale della Croce rossa (ICRC) identifica più di 210 tipologie di bombe a grappolo sviluppate da 34 paesi.
Oltre a quelle che verranno consegnate dagli Stati Uniti all’Ucraina, vi sono altri modelli come la sub-munizione a frammentazione AO-1SCh russa, impiegata principalmente contro la fanteria; oppure la bomba US MK 118 Rockeye di produzione statunitense, concepita per perforare le corazze di carri armati e altri veicoli protetti grazie alla sua carica sagomata incorporata.
Le criticità delle bombe a grappolo
Come ogni altro proiettile sparato dalla distanza, le bombe a grappolo presentano un certo grado di imprecisione a cui si aggiunge l’elevata dispersione delle sub-munizioni, essendo per definizione armi di saturazione d’aria. Il rilascio esplosivo delle munizioni determina una traiettoria balistica piuttosto casuale che è influenzata da ulteriori fattori come il vento e la detonazione delle altre granate.
Anche nel caso in cui fossero sparate da sistemi d’arma piuttosto precisi, l’elevata dispersione della rosa potrebbe provocare la caduta delle munizioni in aree non militarmente circoscritte, ponendo un serio pericolo per i civili soprattutto se utilizzate nei pressi di centri abitati. L’impatto di un attacco a grappolo produce la cosiddetta “impronta”, un’area soggetta sia agli effetti esplosivi delle sub-munizioni sia alla contaminazione da parte di ordigni inesplosi definiti anche con l’acronimo di UXO (unexploded ordnance).
Sebbene esistano tipologie di ordigni progettati per fungere da mine anti-uomo per negare al nemico l’accesso ad un’area specifica, in molti casi sub-munizioni designate per esplodere all’impatto non innescano la carica a causa di un malfunzionamento della spoletta. Difetti di fabbricazione, deterioramento delle componenti interne, condizioni del terreno nell’area di impatto, danneggiamento del dispositivo dovuto all’esplosione delle altre munizioni, ma anche angolo di caduta, velocità e assetto del proiettile sono tutti elementi che possono inficiare il meccanismo di esplosione.
Una decisione contraria al diritto internazionale?
L’International Committee of the Red Cross (ICRC) sostiene che le bombe a grappolo abbiano un tasso di fallimento che si aggira tra il 10% e il 40%. Le sub-munizioni inesplose mantengono nel tempo le proprie letali potenzialità anche a distanza di anni dal termine del conflitto, ritardando i processi di ricostruzione e di ripresa delle zone colpite dalla guerra e impedendo il ritorno a casa degli sfollati. L’attività di bonifica è resa ancora più difficile dalla loro natura instabile poiché in grado di esplodere al minimo stimolo o dopo che sono state a lungo maneggiate.
Uno rapporto prodotto dal Royal United Services Institute nel 2019 sostiene che i civili rappresentano il 97% di tutte le vittime provocate dalle bombe a grappolo, di cui il 66% è costituito da bambini. Un ulteriore studio promosso dall’Istituto di ricerca della Nazioni Unite sul disarmo (UNIDIR), ha concluso che l’economia e l’impatto delle bombe a grappolo sono fondamentalmente legati: la presenza degli ordigni sul territorio ostacola lo sviluppo, limitando l’uso del terreno e aumentando i costi dei progetti infrastrutturali.
I rischi per la popolazione civile connaturati all’uso di una simile arma hanno convinto 111 Stati, di cui 23 membri dell’alleanza atlantica, a ratificare la convenzione di Oslo con la quale viene proibito l’impiego, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio.
La convenzione, tuttavia, non impone un divieto assoluto ma ne consente esclusivamente l’utilizzo nei casi in cui queste vengano utilizzate a scopo difensivo, come flares e chaff, oppure se composte da meno di 10 sub-munizioni purché abbiano una capacità di targetizzazione limitata ad un solo obiettivo e siano provviste di sistemi autodistruttivi o disattivanti per evitare dispositivi residui inesplosi.
Sebbene gli Stati Uniti, insieme a Russia ed Ucraina, non compaiano tra i firmatari del trattato, una direttiva introdotta all’interno del Dipartimento di Difesa nel 2008, durante il mandato di Barack Obama, vieta la produzione, l’uso e l’esportazione di bombe a grappolo con un tasso di fallimento superiore all’1%.
Il costo delle bombe
Anche a fronte di tutte le criticità, alla luce dell’esigenze militari dell’Ucraina e delle problematiche inerenti la produzione e il rifornimento dei colpi d’artiglieria per alimentare le bocche di fuoco di Kyev, il presidente Biden ha ceduto alle richieste dell’alleato pur ammettendo di trattarsi di una decisione difficile e a lungo rimandata.
Il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, durante un recente incontro con i giornalisti presso la Casa Bianca, ha affermato che il proprio governo è ben conscio dei rischi legati all’utilizzo di questa tipologia di arma perciò saranno fornite solo per un periodo di transizione, fino a quando l’industria bellica statunitense non sarà in grado di produrre maggiori munizioni calibro 155mm di tipo tradizionale. Sullivan ha detto ai giornalisti che saranno inviate bombe con un tasso di fallimento non più alto del 2.5%, rispetto a quelle russe che registrano invece un’incidenza del 40%, e che l’Ucraina ha fornito rassicurazioni in forma scritta con la quale si impegnerà ad utilizzare le munizioni a grappolo esclusivamente contro obiettivi militari presenti all’interno del proprio territorio.
Gli USA però non hanno ottenuto l’endorsement dei loro alleati, che sulla base del fermo impegno assunto nel rispettare i principi enunciati dalla convenzione di Oslo, si sono mostrati contrari alla decisione di Washington. Anche se alcuni Paesi, come Francia e Germania, hanno dichiarato di comprenderne le ragioni.
Secondo il governo degli Stati Uniti le munizioni a grappolo sono armi legittime con una chiara utilità militare, fondamentali ad assicurare la sicurezza e gli interessi della nazione altrimenti non garantiti adempiendo ai termini espressi dalla Convenzione. Secondo i vertici degli States ora più che mai le bombe a grappolo sono necessarie per garantire la sovranità dell’Ucraina, soprattutto all’interno di un contesto bellico in cui la controparte russa le usa dall’inizio del conflitto.
Fonti e approfondimenti
A guide to cluster munitions; Geneva International Centre For Humanitarian Demining, Maggio 2016
Bulletpicker:https://www.bulletpicker.com/projectile_-155mm-extended-ran.html
Convention on cluster munitions: https://www.clusterconvention.org/
Cluster Munitions: Background and Issues for Congress; Congressional Research Service, 9 marzo 2022: https://sgp.fas.org/crs/weapons/RS22907.pdf
Cluster munitions: What are they and what is the problem?; International Committee of the Red Cross, luglio 2010
Department of Defense Law of War Manual; Office of General Counsel Department of Defense, dicembre 2016:https://dod.defense.gov/Portals/1/Documents/pubs/DoD%20Law%20of%20War%20Manual%20-%20June%202015%20Updated%20Dec%202016.pdf?ver=2016-12-13-172036-190
Diplomatic conference for the adoption of a convention on cluster munitions, Dublino, 30 maggio 2008
- Herb; CNN Exclusive: Biden says sending cluster munitions to Ukraine was “difficult decision”, but “they needed them”; CNN politics, 7 luglio 2023
Royal United Services Institute For Defence And Security Studies, 31 marzo 2020
The convention on cluster munitions; International Committee of the Red Cross, Agosto 2018
- Kim, G. Gupta, J. Ismay; Here’s What Cluster Munitions Do and Why They Are So Controversial; The New York Times, 6 luglio 2023
White House officials speak about U.S. plan to send cluster munitions to Ukraine | full video – CBS News: https://www.youtube.com/watch?v=UoSgzCN35c4
Editing a cura di Elena Noventa