Democrazia diseguale: il diritto all’aborto negli USA un anno dopo Roe v. Wade

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade che garantiva la copertura federale al diritto all’aborto negli Stati Uniti.

Di conseguenza, ogni Stato ha approvato la propria legislazione in merito. Oggi l’aborto è praticamente vietato in quindici Stati, mentre in altri, i tempi entro cui è consentito sono davvero brevissimi. Per dare l’idea di cosa questo significhi, dobbiamo tenere a mente che sulla base della legge 194 del 1978, in Italia è possibile accedere all’interruzione volontaria di gravidanza entro 90 giorni (12 settimane e 6 giorni) dall’ultima mestruazione.

Divieto assoluto o quasi

In Alabama, Arkansas, Louisiana, Missouri, Mississippi, Oklahoma, Tennessee, Indiana, West Virginia e Texas l’aborto è assolutamente vietato, senza alcuna eccezione. Il 28 agosto 2023, Steve Marshall, procuratore generale repubblicano dell’Alabama, ha affermato in tribunale che lo Stato ha il diritto di perseguire anche chi organizza viaggi per consentire alle donne di abortire all’estero. Tali accordi, ha affermato, equivalgono a una “associazione a delinquere”. «La cospirazione è ciò che viene punito, anche se la condotta finale non si verifica», afferma Marshall, sostenendo che in ogni caso «è in potere all’Alabama vietarla».

In Texas, invece, i no-choice stanno utilizzando le ordinanze locali per cercare di rendere illegale il trasporto di chiunque viaggi per abortire o praticare aborti fuori dallo Stato, con l’obiettivo di bloccarli nelle arterie principali che portano fuori dal Texas. Anche il Missouri, si è mosso in questo senso, limitando la capacità delle donne di lasciare il proprio Stato al fine di abortire, addirittura ritenendole penalmente responsabili al loro ritorno, per i servizi ricevuti, legali all’aborto.

In North Dakota sono previste deroghe in caso di stupro o incesto, ma solo entro le sei settimane di gestazione. Lo stesso limite temporale è previsto nello Stato della Georgia dove, momentaneamente, la procedura è legale fino all’inizio dell’attività embrionale delle cellule cardiache, che in genere inizia nella quinta o sesta settimana dopo l’inizio dell’ultimo ciclo mestruale. Pende però in tribunale un ricorso contro il divieto totale stabilito nel luglio 2022, pertanto potrebbe essere solo una questione di tempo prima che la Georgia diventi uno degli Stati con legislazioni più severe contro il diritto all’aborto.

Anche in South Carolina l’accesso alla procedura è assolutamente vietato e già nel gennaio 2022, mesi prima della storica sentenza, il governo statale aveva approvato una serie di restrizioni per l’aborto farmacologico che erano state introdotte con un ordine esecutivo dalla governatrice Kristi Noem. Il 23 agosto 2023, la Corte Suprema ha confermato il divieto di aborto oltre le 6 settimane di gravidanza, con effetto immediato.

In Indiana, l’aborto è attualmente illegale, con eccezioni per anomalie fetali molto gravi che possano mettere a rischio la vita e la salute fisica della madre oppure in caso di stupro o incesto, ma solo entro dieci settimane. Un divieto ancor più severo, che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° agosto, è stato inizialmente sospeso da un ricorso dell’ACLU, in seguito respinto dalla Corte Suprema dell’Indiana, che già con una sentenza precedente ha dichiarato pacifico che il divieto di aborto non viola la costituzione dello Stato. Il divieto quasi totale è entrato in vigore il 21 agosto. In precedenza l’aborto in Indiana era legale fino a le 20 settimane.

Anche nello Stato del Kentucky, da sempre con leggi molto restrittive sul tema, l’aborto è vietato senza eccezioni. Lo scorso novembre però, gli elettori hanno respinto un emendamento costituzionale che avrebbe affermato espressamente che non esisteva alcun diritto all’aborto.

In Wisconsin, la cancellazione della garanzia federale del diritto all’aborto da parte della Corte Suprema ha riportato in vigore una legge del 1849 che vieta la procedura in tutti i casi tranne quando la vita della madre è in pericolo. L’applicabilità della legge, attualmente vigente, è stata contestata ed è al vaglio dei tribunali statali.

Qualche spiraglio?

In North Carolina l’aborto è vietato dopo la dodicesima settimana di gravidanza. Così come in Nebraska, dove il governatore repubblicano Jim Pillen ha firmato il divieto a maggio 2023 dopo settimane di dibattito e un tentativo fallito di approvare un divieto di sei settimane.

È attualmente in vigore il divieto di interruzione dopo la quindicesima settimana di gravidanza in Arizona, dove però l’applicazione di una norma del 1864 senza eccezioni per stupro o incesto è bloccata da una Corte d’appello.

Anche in Florida l’aborto è vietato dopo la quindicesima settimana. Ad aprile, il governatore Ron DeSantis ha firmato un nuovo divieto che portava il limite a sei settimane, ma tale misura non è in vigore perché in attesa di una revisione da parte della Corte Suprema della Florida, la stessa che ha riconosciuto il diritto all’aborto nella Costituzione statale tre decenni fa, ma che da allora è diventata più conservatrice.

In Utah, si può ricorrere all’interruzione di gravidanza entro la diciottesima settimana di gestazione. Anche in questo caso però, la normativa vigente potrebbe essere temporanea: sono bloccate da due diversi giudici una norma che prevedeva la possibilità di effettuare la procedura solo in ospedale e un altro divieto pressoché totale.

In Iowa, Montana, Ohio e Wyoming attualmente si può ricorrere all’interruzione di gravidanza fino alla ventesima settimana. Tutti e quattro i governi statali hanno tentato di introdurre divieti totali di accesso alla procedura, ma sono intervenuti con una sospensione i tribunali distrettuali o, come nel caso dell’Ohio, i cittadini stessi, che con il 56% dei voti hanno respinto un emendamento costituzionale in tal senso, proposto dal Partito repubbicano.

Un giudice del Wyoming ha bloccato temporaneamente un divieto entrato in vigore a marzo, in seguito ad un ricorso presentato da operatori e medici. A giugno, lo stesso giudice ha bloccato un’altra legge che vietava esplicitamente l’uso della pillola abortiva. Il divieto sulla maggior parte degli aborti, adottato in precedenza e innescato dalla decisione Dobbs, rimane ad oggi fermo a tempo indeterminato.

La Corte Suprema del Montana, invece, ha sicuramente applicato la copertura più forte: i giudici hanno stabilito che la Costituzione dello Stato tutela il diritto all’aborto, mettendo definitivamente fine alla discussione.

Dove l’aborto è legale

L’accesso all’interruzione di gravidanza rimane legale nel resto del Paese e, anzi, molti Stati hanno aggiunto nuove protezioni dopo Dobbs.

In Alaska, la Corte Suprema dello Stato ha riconosciuto il diritto alla “scelta riproduttiva” ai sensi della sua Costituzione.

In Kansas, la Corte Suprema ha stabilito nel 2019 che il diritto all’autonomia personale di una donna in gravidanza è protetto dalla Costituzione e i cittadini dello Stato hanno votato ad agosto, respingendo un provvedimento che avrebbe modificato la carta costituzionale al fine di affermare espressamente che non contiene il diritto all’aborto. I fondi statali non possono essere utilizzati per coprire i costi della maggior parte degli aborti e lo Stato ha adottato restrizioni che limitano l’accesso alla procedura.

In New Hampshire è consentito ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime ventiquattro settimane. Molto probabilmente l’aborto resterà accessibile, anche se non è espressamente protetto dalla legge statale e i fondi pubblici non possono essere utilizzati per coprire i costi nella maggior parte dei casi, così come in Virginia.

A Washington D.C., la Legge locale non solo protegge l’aborto in sé, ma una normativa del 2023 protegge i fornitori e i pazienti da azioni legali intentate da altre giurisdizioni. Lo stesso accade anche in California e in Illinois, dove il diritto ad accedere all’aborto è stato inserito nella Costituzione.

La Corte Suprema del Massachusetts, dove vige il limite temporale delle ventiquattro settimane di gestazione, ha riconosciuto il diritto all’aborto ai sensi della sua Costituzione. Una legge del 2022 protegge dalle giurisdizioni di altri Stati, coloro che cercano o forniscono aborti in Massachusetts indipendentemente da dove si trovi la paziente, per proteggere coloro che prescrivono l’aborto farmacologico tramite la telemedicina.

In Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Maine, Maryland, Nevada, New Jersey, New Mexico, Pennsylvania, Rhode Island, nello stato di Washington e in quello di New York al momento vige una normativa abbastanza uniforme che considera legale l’utilizzo della procedura senza limiti di gestazione o entro le 24 settimane; non c’è una specifica copertura costituzionale (che invece è stata introdotta in Michigan e Vermont) e i fondi statali non coprono tutte le spese necessarie, ma sono state introdotte leggi ordinarie che tutelano la procedura e chi viene da altri Stati per potervi accedere.

Il Minnesota e l’Oregon sembrano attualmente i più “attivi” nella protezione di questo diritto: nel primo Stato non solo non ci sono limiti temporali per sottoporsi alla procedura e sia le pazienti che gli operatori sono protetti dalla Legge, ma la Corte Suprema dello Stato ha riconosciuto il diritto all’aborto ai sensi della sua Costituzione e nel 2023 il governo statale ha promulgato una legge per sancire il diritto alle cure riproduttive. Nel secondo, non ci sono limiti di tempo e il governo ha creato un fondo di quindici milioni di dollari per sostenere economicamente coloro che vogliono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.

 

Fonti e approfondimenti

Abortion Bans Across the Country: Tracking Restrictions by State – The New York Times, 15/09/2023.

Amnesty International Italia, “Le leggi sull’aborto negli Stati Uniti d’America. Dieci cose da sapere”, 18/06/2019.

Amnesty International Italia, “Usa: proteggere il diritto all’aborto!”, 24/06/2022.

Aubourg L.,”I medici che sfidano il divieto di aborto negli Stati Uniti”, Internazionale, 03/08/2023.

Redazione, “Right to abortion: In which countries is it banned, restricted or threatened?”, LeMonde, 24/06/2022.

 

Editing a cura di Matilde Mosca

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