Netanyahu come Putin, mette il bavaglio alla stampa

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Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

L’erosione della democrazia in Israele continua e colpisce (ancora) la libertà di stampa. Dopo aver costretto i giornali internazionali a sottoscrivere un patto per entrare nella Striscia di Gaza, la Knesset ha approvato una legge grazie alla quale il Primo ministro e il ministero delle Comunicazioni potranno ordinare la chiusura delle reti straniere che operano dentro il Paese. A ciò si aggiunge la discrezionalità di confiscare tutti i loro materiali. Una mossa che ricorda molto quella del presidente russo Vladimir Putin. Con la differenza che a Tel Aviv viene spesso associata la nomea di “unica democrazia del Medio Oriente”. 

Il bavaglio 

Il bavaglio, approvato con 71 voti favorevoli e 10 contrari, ha un obiettivo ben preciso, esplicitato anche dallo stesso premier Benjamin Netanyahu in un tweet: Al Jazeera. Secondo Bibi “Al Jazeera ha danneggiato la sicurezza di Israele, ha partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre e ha incitato contro i soldati dell’Idf”. 

Ovviamente l’accusa non ha alcun fondamento. Il network qatarino è tra quelli che meglio copre ciò che sta succedendo nella Striscia, ma tanto basta al premier israeliano per affermare che contro Al Jazeera si debba “agire immediatamente”. La notizia, che sposta Israele sempre più verso una autocrazia, è stata accolta negativamente anche dai rappresentanti degli Stati Uniti. La portavoce della Casa bianca, Karine Jean-Pierre, ha commentato che “se le notizie sono vere, ciò ci preoccupa”. 

La fine della stampa

Secondo il rapporto del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), un’organizzazione indipendente con sede a New York, dal 7 ottobre a Gaza c’è stata una strage di giornalisti. A oggi sono state confermate le morti di 95 giornalisti e operatori dei media, di cui 90 erano palestinesi, 2 israeliani e 3 libanesi. A questo numero vanno aggiunti i 16 giornalisti feriti, i 4 denunciati come dispersi e i 25 che sarebbero stati arrestati

Già prima dello scoppio del conflitto, Israele non poteva essere considerato un baluardo della libertà di informazione. Secondo la classifica del 2023 di Reporters Sans Frontières il Paese si attesta al 97esimo posto al mondo, in caduta di 11 posizioni rispetto al 2022. Dietro, e di gran lunga, a regimi che difficilmente possono essere definiti “democratici”. 

 

Fonti e approfondimenti

Knesset News. Approved in final readings: Temporary provision allowing closure of foreign broadcasting organization that harms state security. 1/04/2024

Magid, J.,“US expresses ‘concern’ over legislation aimed at shutting down Al Jazeera”, The Times of Israel, 1/04/2024

Mandour, M., “Attacks, arrests, threats, censorship: The high risks of reporting the Israel-Gaza war – Committee to Protect Journalists”, CPJ, 2/04/2024

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