Elon Musk viene spesso considerato uno spregiudicato uomo d’affari, disposto a ricorrere a qualsiasi risorsa a sua disposizione per far prosperare le sue attività e fare i propri interessi.
Il New York Times ha dato un’interpretazione utilitaristica delle recenti relazioni da lui intrecciate con i presidenti di alcuni Paesi latinoamericani. L’interesse di Musk per il Cono Sud potrebbe essere conveniente per tutti: gli Stati coinvolti beneficerebbero dell’ingresso di capitali investiti dall’imprenditore sudafricano, mentre lui riuscirebbe a ottenere vantaggi commerciali per le sue attività.
Questa strategia potrebbe essere utile soprattutto per Tesla, che è alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di un componente essenziale per le batterie dei veicoli: il litio.
L’importanza del litio
Il litio è un metallo alcalino che viene utilizzato nell’industria metallurgica, in medicina, ma anche come componente di batterie ricaricabili per dispositivi elettronici e veicoli elettrici.
In natura si trova all’interno di depositi rocciosi (tipicamente in Australia, Canada, Stati Uniti e Brasile), nei depositi sedimentari (in Cina, Russia e Stati Uniti) e nei depositi di salamoia (i salares di Cile, Argentina e Bolivia), che ospitano circa il 56% delle risorse mondiali di litio.
Le modalità di estrazione variano a seconda della collocazione del litio (in superficie o nel sottosuolo) e a seconda del tipo di deposito. Nel caso dei depositi di salamoia, ad esempio, l’acqua dei salares viene pompata in apposite vasche dove, dopo la sua evaporazione, viene raccolto il minerale, che sarà poi sottoposto a raffinazione per eliminare le impurità. La rivista Nature ha però evidenziato che l’estrazione di litio richiede elevati consumi di energia ed acqua (fino a 21 milioni di litri al giorno) e spesso avviene in contesti di sfruttamento e abusi nei confronti della manodopera.
Oggi circa l’81% dell’estrazione di litio per fini commerciali avviene in Cile e in Australia, ma il 75% della raffinazione è svolta in Cina. Entrambi questi fattori limitano l’offerta del minerale.
Dopo un considerevole aumento nel 2022, il prezzo del litio ha iniziato una riduzione che dovrebbe abbassarlo del 40% entro il 2025, secondo Goldman Sachs. Questa diminuzione dovrebbe generare, secondo un articolo di Nature del 2021, un aumento della domanda e del giro d’affari per le batterie al litio dai 30 miliardi di dollari registrati nel 2017 a 100 miliardi previsti per il 2025.
Su queste basi, Elon Musk nel 2022 ha fatto un appello pubblico per ottenere maggiori investimenti nell’estrazione di quello che ha definito “il nuovo petrolio”, per evitare che nel mercato si crei una forbice incolmabile tra domanda e offerta.
Il CFO di Tesla, Zachary Kirkhorn, nel 2022 ha dichiarato: “Stiamo lavorando sulla possibilità di raffinare il litio in autonomia, perché il miglior modo per imparare come accelerare un processo è farlo da sé”.
In questo quadro, l’interesse dimostrato da Elon Musk per gli Stati latinoamericani del “triangolo del litio” (Bolivia, Brasile e Argentina) è motivato soprattutto dalla necessità di trovare nuovi approvvigionamenti per le batterie dei suoi veicoli.
Bolivia tra complotti e infrastrutture
Elon Musk ha avuto rapporti conflittuali con alcune personalità di spicco della scena politica boliviana.
Evo Morales, presidente del Paese dal 2006 al 2019, ha sollevato l’ipotesi che l’imprenditore abbia avuto un ruolo nel fomentare le proteste che avevano portato alle sue dimissioni poche settimane dopo aver vinto per la quarta volta consecutiva le elezioni presidenziali.
Queste contestazioni erano state provocate dalla scarsa trasparenza del conteggio dei voti e dal fatto che Morales, con la sua candidatura, aveva violato il limite di due mandati presidenziali previsto dalla Costituzione boliviana del 2009, approvata durante un suo governo.
In un tweet pubblicato il 25 luglio 2020 su X, però, Evo Morales ha accusato Elon Musk di essere stato coinvolto nelle proteste del 2019. Secondo una teoria complottista circolata su internet, infatti, il malcontento della popolazione boliviana sarebbe stato pilotato dagli Stati Uniti con lo scopo di ottenere più facilmente accesso alle risorse minerarie del Paese.
Musk ha replicato provocatoriamente alle accuse twittando: “Facciamo colpi di stato dove vogliamo”, salvo poi chiarire che Tesla si rifornisce di litio prevalentemente in Australia.
Carlos Romero, ex ministro del governo Morales, inoltre, ha recentemente affermato che Marcelo Arce, figlio dell’attuale presidente Luis Arce (rappresentante del Movimiento Al Socialismo, lo stesso partito di Morales), avrebbe preso contatti proprio con Tesla nel quadro del progetto di sfruttamento del litio presente in Bolivia.
Nonostante non vi sia alcuna prova a sostegno delle accuse mosse da Evo Morales e da Romero, è plausibile sostenere che vi siano forti interessi diretti alle risorse minerarie del Paese.
Nel 2019, il Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS) ha certificato la presenza di circa 21 milioni di tonnellate di litio nei diciannove salares boliviani, dato che rende la Bolivia il Paese con la maggior disponibilità al mondo di questo minerale.
Fin dal primo mandato di Evo Morales, nel 2006, è stato avviato un progetto di sfruttamento del litio attraverso la nazionalizzazione delle miniere e dell’industria estrattiva.
Tuttavia, non sono stati raggiunti risultati competitivi, anche perché la Bolivia patisce la carenza di infrastrutture industriali per l’estrazione e la raffinazione.
Il presidente Luis Arce ha cambiato rotta, cercando collaborazioni con società straniere per estrazione e lavorazione del litio, nonché per sviluppare tecnologie che velocizzino questi procedimenti. La gara d’appalto convocata nel gennaio 2024 dalla società statale Yacimientos de Litio Boliviano (YLB) a questo fine ha però generato forti critiche per il mancato coinvolgimento della popolazione delle aree circostanti i salares, che teme le conseguenze ambientali negative dell’attività estrattiva.
Brasile: mercato aperto e beghe giudiziarie
I rapporti tra Elon Musk e l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro sono iniziati nel 2022, dopo che l’allora ministro delle comunicazioni, Fábio Faria, aveva contattato l’imprenditore manifestando interesse per una partnership con Starlink.
La collaborazione è iniziata il 20 maggio dello stesso anno, con l’annuncio di un progetto di utilizzo dei satelliti Starlink per monitorare la deforestazione e fornire internet ad alta velocità a 19 mila scuole nelle aree rurali amazzoniche, potenziando così il programma governativo Norte Conectado. Nonostante la forte copertura mediatica data all’evento di lancio, il progetto ad oggi non è stato concretizzato, tanto che Carlos Baigorri, capo della regolamentazione delle telecomunicazioni brasiliane, ha affermato che secondo lui non è mai esistito.
“Il fatto che Elon Musk si riunisca con Bolsonaro per parlare di “proteggere l’Amazzonia” è una battuta così poco divertente che spero non convinca nessuno” twittava nel 2022 Mauricio Angelo, fondatore del sito Observatorio da Mineração (Osservatorio dell’industria mineraria).
Nello stesso periodo, infatti, Musk aveva firmato un contratto che garantiva la fornitura di nichel a Tesla da parte di Vale S.A., quarta multinazionale mineraria a livello mondiale e seconda produttrice di nichel al mondo, tristemente famosa per le opache operazioni estrattive condotte nei territori indigeni.
Il Brasile è anche un Paese ricco di litio, concentrato per l’85% nell’area della valle Jequitinhonha, nello stato di Minas Gerais.
Nel 2023 circolava la voce che Elon Musk fosse interessato all’acquisto di Sigma Lithium, una compagnia canadese, classificatasi al primo posto nel ranking Venture 50 del 2023, che stava costruendo un’infrastruttura per l’estrazione di litio proprio nella valle Jequitinhonha.
Le comunità locali, tuttavia, lamentavano che tale attività avrebbe compromesso gli equilibri della regione, scarsa di risorse idriche, che sono necessarie in grandi quantità per l’attività estrattiva.
Musk non si è limitato a fare affari in Brasile, ma si è anche interessato alla dimensione politica del Paese, dimostrando forte sostegno all’ex presidente Jair Bolsonaro, guadagnando l’affetto e l’ammirazione dei suoi sostenitori. L’imprenditore ha addirittura appoggiato le teorie secondo le quali Bolsonaro avrebbe perso le elezioni presidenziali a causa di brogli elettorali e ha criticato l’operato del giudice Alexandre de Moraes, definendolo un traditore della costituzione e dei cittadini del Brasile. Questo perché il magistrato ha ordinato la sospensione di circa 140 account di X attribuibili a sostenitori di Bolsonaro utilizzati per diffondere teorie complottiste su asseriti brogli elettorali che gli avrebbero fatto perdere le elezioni. Musk avrebbe anche lasciato intendere che i dipendenti di X avrebbero gestito la piattaforma in modo favorevole a Lula.
In aprile, de Moraes ha annunciato con una decisione l’apertura di indagini a carico di Musk per ostruzione, istigazione e associazione per delinquere finalizzata all’illecita strumentalizzazione del social media X per la diffusione di notizie false o diffamatorie rispetto all’operato della Corte Suprema brasiliana da parte di un gruppo denominato “milizie digitali”, coinvolto nelle fake news sull’esito delle elezioni presidenziali che avevano favorito il tentativo di golpe dell’8 gennaio 2023.
Argentina: Milei a caccia di capitali stranieri
Subito dopo la sua elezione, Javier Milei ha iniziato un corteggiamento di Elon Musk allo scopo di attirare i suoi investimenti.
Durante una visita allo stabilimento texano di Tesla, Milei ha ricordato a Musk che l’Argentina è una grande produttrice di litio, presente nelle regioni settentrionali di Jujuy, Salta e Catamarca, ma che necessita di investimenti nelle infrastrutture per la sua lavorazione.
Il neo-presidente argentino, inoltre, ha varato una serie di provvedimenti molto vantaggiosi per le attività di Musk.
Nel Decreto de Necesidad y Urgencia n. 70/2023, Milei ha semplificato la normativa sulla connessione internet via satellite, facilitando l’accesso al mercato argentino di Starlink, oltre a introdurre deroghe alla regolamentazione dell’attività estrattiva e alla tutela delle comunità indigene.
Con la Ley Ómnibus, approvata dalla Camera dei Deputati il 30 aprile, inoltre, sono stati previsti benefici di natura fiscale per le imprese straniere.
La fruttuosa esplorazione della regione latinoamericana di Elon Musk sembra destinata a proseguire.
In aprile, infatti, l’imprenditore ha pubblicato un tweet in cui si dispiaceva che l’economia del Venezuela, Stato molto ricco di risorse naturali, fosse stata rovinata dal modello socialista.
Maria Corina Machado, ex candidata dell’opposizione alle presidenziali, gli ha risposto che le risorse del Venezuela saranno usate per rendere il Paese “uno Stato di diritto aperto a investimenti globali in tutti i settori, una volta superata la dittatura di Maduro”. Potrebbe essere un input a una possibile nuova collaborazione per l’uomo più ricco del mondo?
Fonti e approfondimenti
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The Objective, Elon Musk promete inversiones en el sector del litio en Argentina tras recibir a Milei en Texas, 13 aprile 2024
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