Chi sono i Paesi frugali

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Durante la pandemia da Covid-19, i Paesi frugali hanno goduto di un ampio risalto mediatico. Ma chi sono questi Paesi e quali sono i loro obiettivi? 

Cosa vogliono e come la pensano

I Paesi frugali, evoluzione della Nuova Lega Anseatica, sono quattro: Austria, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi. Questa cordata di alleati, fa parte, potremmo dire, di un certo ceto politico ed economico all’interno dell’Unione. Sono tutti Paesi piccoli, con economie avanzate e ben strutturate e con posizioni in materia di politica economica molto parsimoniose, da cui il termine frugali. 

Unita quindi da un accanito sentimento transnazionale verso il rigore fiscale, la “coalizione” è emersa nel sentimento avverso ai Paesi favorevoli a un aumento del contributo al budget dell’Unione europea dopo la Brexit. Verso questo gruppo c’è poi una tradizionale vicinanza della Germania. Seppure il ruolo tedesco nell’Unione porti Berlino ad affrontare le varie questioni in maniera eterogenea. 

I frugali non rappresentano posizioni euroscettiche, bensì proposte economiche di austerità, rigide verso incrementi di spesa e aumento del debito. I cittadini di questi Paesi inoltre, si distinguono per le loro opinioni positive sulla situazione economica dei rispettivi Paesi, superiore alla media degli altri Stati membri. Opinioni che vanno in maggioranza di pari passo a quelle della soddisfazione dell’adesione all’UE.

Il ruolo durante la pandemia

A marzo del 2020, i quattro frugali più la Germania hanno rifiutato le varie proposte giunte dagli altri membri dell’Ue di istituire fondi comuni. Iniziative promosse per raggiungere un accordo per affrontare la crisi economica causata dalla pandemia. Solo in seguito la Germania, dopo aver raggiunto un accordo con la Francia, si è unita al coro per creare un Recovery Fund, poi denominato Next Generation EU. Un fondo da 500 miliardi che ha visto l’Italia come assegnataria del maggior contributo economica, pari a quasi 200 miliardi di euro.

L’informale assise composta da questi quattro Paesi, votata al conservatorismo fiscale, si è detta quindi contraria a qualsiasi forma di mutualizzazione del debito. All’epoca si parlò di “Eurobond” o altre forme di messa in comune del debito. L’accordo è stato raggiunto grazie allo smarcamento di Berlino. 

Le critiche di questi Stati a quelli dell’Europa del Sud non sono mai mancate, e anche l’Italia non ne è stata risparmiata. Anzi, l’allora premier olandese Mark Rutte, vero e proprio falco del rigore fiscale e oggi fra i candidati alla successione di Stoltenberg come Segretario generale della Nato, non nascose il suo disappunto verso la situazione economica italiana, criticandone l’incapacità di farcela da sola.

Quali sbocchi alle prossime europee?

Nelle prossime elezioni europee di giugno, è previsto un certo spostamento a destra in molti Paesi dell’Ue. Secondo le proiezioni, i partiti di destra radicale ed euroscettici avranno un numero maggiore di seggi nel prossimo Parlamento. Anche nei Paesi frugali si registrerà probabilmente questa tendenza, già vista a livello interno.

Un esempio sono i Paesi Bassi. Qui il Partito della Libertà di Geert Wilders è risultato primo partito alle ultime consultazioni nazionali, seppur non in grado di formare un governo. Anche alle elezioni europee il partito di Wilders è in testa nei sondaggi. In Austria è in testa allo stesso modo il Partito della Libertà austriaco, che fa parte del gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia. Più indietro invece questi partiti in Danimarca e Svezia.

Ma vista la complessità politica che potrebbe crearsi a Bruxelles in seguito alle elezioni, anche questi “piccoli” Paesi godono dal punto di vista elettorale di grande importanza.

Fonti e approfondimenti

Cunningham, K., Hix, S., Dennison, S., “A sharp right turn: A forecast for the 2024 European Parliament elections”, European Council on Foreign Relations, 23/01/2024

Debomy, D., “Frugal member states vs. the EU: not too much please”, Jaques Delors Institute, 02/11/2020

Dennison, S., Zerka, P., “The transformative five: A new role for the frugal states after the EU recovery deal”, European Council on Foreign Relations, 25/11/2020

Euronews Polls Centre”, Euronews