Amministrative 2017: i risultati finali dopo i ballottaggi

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Domenica scorsa si sono tenuti i ballottaggi delle elezioni amministrative in 111 comuni, tra cui 21 capoluoghi. Il risultato cambia radicalmente a seconda di come lo si guarda, con il Centrosinistra che ha ottenuto in generale più sindaci ma ha perso duramente nei capoluoghi contro il Centrodestra. I segnali politici che arrivano da questo voto sono molti e riguardano tutte le forze politiche.

L’affluenza è stata moto bassa rispetto al prmo turno, intorno al 46%, ma non c’è da stupirsi, non è raro che in molti non si presentino al secondo turno, soprattutto se il loro candidato di fiducia non vi ha potuto accedere.

Al termine dei due turni, quindi, tra i 25 capoluoghi andati al voto il centrodestra ne ha ottenuti ben 16, mentre il centrosinistra si è fermato a 6. Il Movimento 5 Stelle non ha ottenuto alcun capoluogo mentre 2 sono andati a candidati indipendenti. Trapani non è riuscita ad eleggere un Primo Cittadino e sarà quindi commissariata.

Allargando però lo sguardo a tutti i comuni oltre i 15.000 abitanti la prospettiva cambia: è il Centrosinistra ad essere vincitore, con 67 sindaci su 158 contro i 59 del Centrodestra. Il risultato non entusiasma comunque la segreteria del Partito Democratico, rappresentando di fatto un risultato sotto le aspettative per quanto buono.

Al termine dei due turni si possono quindi analizzare i risultati finali, e ciò che segnalano. I numeri forniscono alcuni dati importanti riguardo gli attuali equilibri politici anche se, per la natura territoriale del voto, riflettono solo in parte la situazione nazionale.

 

 

Centrosinistra

Il risultato ai ballottaggi dei candidati appoggiati dalle forze di centrosinistra è stato abbastanza deludente. Tra i capoluoghi confermati ci sono Lucca e Taranto mentre solo Padova e Lecce sono state conquistate, entrambe a scapito della destra. La coalizione ha però perso Pistoia, La Spezia, Lodi, Monza, Como, Asti, Piacenza e soprattuto Genova, (ex) roccaforte incrollabile della Sinistra.

Questo risultato conferma un arretramento del Partito Democratico e delle sue forze alleate, in parte annunciato già dalle amministrative dello scorso anno, che ha raffreddato quella che di fatto non è una sconfitta, visto che la coalizione ha ottenuto più comuni di ognuno dei suoi avversari sebbene meno della scorsa tornata.

Centrodestra

La coalizione di Centrodestra ha vinto in meno comuni dei suoi avversari di Centrosinistra ma ha avuto un successo enorme nei capoluoghi di provincia, ribaltando la sonora sconfitta subita dagli avversari lo scorso turno.

Questo risultato conferma quanto si poteva già dire guardando al primo turno: il centrodestra vince quando è unito, anche se entrambe le anime della coalizione se ne attribuiscono il merito esclusivo. Si sta infatti infiammando il dibattito tra chi da dentro sostiene che la chiave sia stata l’atteggiamento moderato e chi invece dà il merito al radicalismo di alcuni esponenti.

Il problema è quindi proprio mantenere l’unità, minata dalla lotta per l’identità e la leadership della coalizione tra partiti come la Lega Nord e Fratelli d’Italia da un lato e Forza Italia dall’altro che, sebbene alleati, non hanno molti punti in comune se non l’opposizione alle attuali forze di governo.

Il significato che questo voto può avere rispetto il voto nazionale è quindi molto relativo e saranno i rapporti tra i partiti a determinarne il valore, a seconda che l’alleanza trovi il modo per funzionare allo stesso modo non solo a livello comunale ma anche nella corsa al Parlamento.

Movimento 5 Stelle

Il risultato del partito di Beppe Grillo è stato deludente, anche se non peggiore di quanto prevedibile dai risultati del primo turno. Il Movimento 5 Stelle ha infatti vinto 8 dei 10 ballottaggi che aveva conquistato, perdendo però Asti, l’unico capoluogo del gruppo. A passare in mano ai pentastellati sono state però città popolose come Guidonia Montecelio nel Lazio e Fabriano nelle Marche.

Il partito paga ancora una volta la sua scarsa capacità di radicarsi nei territori, istituzioni in cui le dinamiche di candidati e campagne elettorali sono completamente diverse rispetto alle elezioni politiche e in cui il carisma e l’esperienza dei candidati fa spesso la differenza.

La situazione del Movimento 5 Stelle è la prova che è artificioso paragonare il consenso che i partiti riscuotono ai vari livelli di elezioni: la pessima performance del partito alle amministrative non segnala una sua debolezza a livello nazionale ma solo un’incompatibilità di fondo tra la sua organizzazione interna e le dinamiche dietro l’elezione delle giunte comunali.

Lo ricordiamo: il Movimento 5 Stelle a livello nazionale attualmente gode da solo degli stessi consensi del Centrosinistra e delle forze di Centrodestra.


Le conclusioni che possiamo trarre da queste elezioni amministrative sono quindi le stesse che avevamo tratto analizzando i risultati del primo turno.

Innanzitutto il fatto che il Centrodestra, unito, sia in grado di riscuotere un successo locale che mancava da tempo, in parte ovviamente legato alle sue posizioni sui temi caldi del dibattito politico contemporaneo e alla sua attività di opposizione al governo. Riuscire a capitalizzare questi voti anche alle prossime elezioni politiche non sarà però facile: la coalizione deve mettere d’accordo le sue molte voci discordanti, abbandonando lo scontro per attribuirsi i meriti del risultato per discutere i termini di una (ormai probabilissima) coalizione per il dopo-Gentiloni.

Il risultato del Movimento 5 Stelle, invece, non suggerisce altro se non che molti dei suoi sostenitori non si siano fidati dei gruppi locali e dei loro candidati sindaco. Il segnale che la segreteria del partito dovrebbe cogliere è quindi che finché non creerà una classe politica locale sarà molto dura entrare nelle istituzioni territoriali, visto che la fiducia non viene accordata tanto al simbolo del partito quanto alle persone.

In definitiva, quindi, dobbiamo essere molto cauti nel trarre conclusioni relative alla politica di Governo e Parlamento da questo voto ma prendere atto del divario che si sta creando tra i due livelli di governo del paese. Se il trend delle amministrative si ripeterà anche alle future elezioni politiche non possiamo saperlo e le attuali richieste di dimissioni e accuse di non rappresentatività sono quello che sono: atti eclatanti per consolidare la propria base, nulla più.

Fonti e Approfondimenti:

Analisi del primo turno di votazioni

http://www.youtrend.it/2017/06/26/amministrative-2017-comunali-ballottaggi-bilancio-definitivo/

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