Gli USA e la lobby delle armi

Logo NRA. Fonte: WIkimedia Commons

« Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto. » Così recita il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Proprio su questo si fonda l’esercizio della National Rifle Association (in acronimo NRA), un’organizzazione che agisce in favore dei detentori di arma da fuoco negli Stati Uniti d’America. Armi da fuoco tornate prepotentemente e recentemente al centro del dibattito dell’opinione pubblica statunitense a causa dell’ennesima strage avvenuta in una scuola.

Il 14 Febbraio, infatti, a Parkland in Florida, un giovane studente di nome Nicolas Cruz, 19 anni, che precedentemente era stato allontanato dal campus perché “pericoloso”, ha fatto irruzione nella sua scuola armato di un fucile semiautomatico. Dopodiché, il giovane avrebbe fatto fuoco uccidendo 17 persone. Dopo i messaggi di cordoglio, si è dato poi inizio alle prime illazioni di stampo politico. Il presidente Trump ha infatti proposto di armare gli insegnanti, suscitando reazioni di sdegno e sgomento.

Il dibattito riguardante l’emanazione di leggi più severe sulla vendita e il possesso delle armi – che negli Stati Uniti è protetto dal secondo emendamento, a cui abbiamo già fatto riferimento, e da una solidissima tradizione culturale –  dura da almeno trent’anni e viene ostacolata dalla costante influenza politica della NRA, la principale lobby per le armi.

Dal punto di vista giuridico, inoltre, nel luglio del 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il diritto dei cittadini di possedere armi, dichiarando incostituzionale la legge del distretto di Columbia,  che invece ne vietava ai residenti il possesso. È così stabilito il diritto individuale dei cittadini statunitensi ad essere armati, annullando la legge che da 32 anni proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un’interpretazione definitiva al Secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi. Questo significa che è stato riconosciuto un diritto inviolabile al pari persino di quello al voto e della libertà di espressione.

NRA e politica

Fondata a New York il 17 Novembre 1871, quando l’inquilino della Casa Bianca era Ulysses S. Grant, generale dell’esercito dell’Unione durante la Guerra di Secessione, la NRA viene definita come la più antica organizzazione per i diritti civili in America. Diritti civili fra i quali vi è, appunto, il possesso e il porto di un’arma da fuoco.

Da sempre molto potente e influente in ambito politico ed economico, l’organizzazione spesso finanzia e sponsorizza campagne politiche appoggiando personaggi di spicco dei palazzi del potere statunitensi. È ufficialmente apartitica, e, nel corso del tempo, ha appoggiato politici appertenenti sia al Partito Democratico che Repubblicano, anche se la maggioranza di essi appartengono a quest’ultimo schieramento.

Molti i politici che risultano perciò essere a libro paga. Libro paga, nel significato di lobbying, pratica lecita e trasparente negli Stati Uniti, che produce unione di intenti tra chi gode dei finanziamenti e l’associazione, e che grazie allo strumento dei PAC (Political Action Commitee) permette un rapporto di causa/effetto tra i soldi raccolti e quelli stanziati in favore di un politico, di un progetto di legge preciso, di una campagna d’opinione mirata. I PAC non si fanno quindi solo per costruire ponti e ospedali, ma anche per bloccare qualsiasi azione legislativa contro il porto d’armi, favorendo l’immunità per chi le produce e le vende, comprese naturalmente quelle d’assalto che dovrebbero essere in uso solo ai militari o ai corpi speciali della polizia.

Dal 1989 a oggi i PAC della NRA hanno portato la ragguardevole cifra di 41,9 milioni di dollari in donazioni dirette ai candidati favorevoli all’attuale legislazione in materia di armi. Tutto ciò lascia quindi intendere le grandi difficoltà in materia di cambiamento e di impegno legislativo.

Damiano Mascioni | Lo Spiegone

NRA claim. Fonte: Wikimedia Commons

Il libro paga

Tra i politici che hanno usufruito o usufruiscono tuttora dei soldi della NRA risultano esserci nei i primi 10 posti delle classifiche, sia del senato che della camera, solo personalità appartenenti al Partito Repubblicano (tra di essi John McCain, candidato alla presidenza nel 2008 e che ha ricevuto più di 7 milioni di dollari dalla NRA, Marco Rubio, candidato alle primarie per il Partito Repubblicano alle ultime presidenziali e che ha usufruito di più di 3 milioni, Richard Burr che ha ricevuto più di 6 milioni , Bill Cassidy che di milioni ne ha presi più di 2, Rob Portman a quota 3 milioni e tanti altri).

Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a quanto risulta, avrebbe usufruito di 21 milioni di dollari dalla NRA durante la sua campagna verso la presidenza. Questi 21 milioni sarebbero stati divisi in 9 milioni in favore di pubblicità e materiali promozionali pro-Trump, mentre i restanti 12 sarebbero andati su annunci e pubblicità che attaccavano la campagna di Hillary Clinton, avversaria elettorale del Tycoon di New York.

Il primo democratico ad essere classificato in tale speciale “classifica” è il membro della Camera dei Rappresentanti Sanford Bishop, piazzato al quarantunesimo posto. Nella Top 100 alla camera 95 sono repubblicani. Al senato i migliori due dei democratici sono Joe Manchin della West Virginia e Patrick Leahy del Vermont.

La NRA e Parkland

Dopo il cordoglio dovuto alla strage di Parkland, l’attuale amministratore delegato della NRA Wayne LaPierre ha risposto agli attacchi dicendo che “alle élite non interessa granchè delle scuole americane e degli allievi” e che “il loro obiettivo è cancellare il secondo emendamento della Costituzione e il nostro diritto di possedere armi, in modo da toglierci poi tutte le libertà individuali”. LaPierre è passato poi al contrattacco affermando che la sicurezza nelle scuole deve essere rafforzata facendo eco alle parole del presidente Trump. Secca la risposta del leader democratico al senato Chuck Schumer il quale ha prima condannato le parole di LaPierre e poi definito patetico il tentativo della NRA di dare la colpa a tutto tranne che al vero oggetto del dibattito: le armi.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

http://www.lastampa.it/2018/02/15/esteri/sparatoria-a-scuola-strage-in-florida-hqeNMfElk7fhpWjqjfresI/pagina.html

https://www.panorama.it/news/esteri/controllo-delle-armi-il-dibattito-che-non-interessa-allamerica/

https://www.nytimes.com/interactive/2017/10/04/opinion/thoughts-prayers-nra-funding-senators.html

http://www.bbc.com/news/world-us-canada-35261394

List of US politicians who receive millions from National Rifle Association

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-02-22/la-lobby-armi-usa-stragi-pretesto-abolire-nostri-diritti-185612.shtml?uuid=AEeiFI5D&refresh_ce=1

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