Ormai dal 22 dicembre gli Stati Uniti sono in shutdown. Lo stallo, in questo momento già diventato il più lungo della storia, prosegue ed è iniziato a causa della mancanza di un accordo fra il Congresso e la Casa Bianca sul bilancio e sulla spesa pubblica prevista per il prossimo anno fiscale. L’anno fiscale negli USA comincia a ottobre e il Congresso, secondo il principio del check and balances, si trova nella posizione di dover esercitare un potere esclusivo su tali mozioni che prevede l’assenso di entrambi i rami (Camera e Senato) per quanto riguarda gli stanziamenti. Il presidente, in caso di contrarietà, può solo porre un veto che imponga la ridiscussione dei parametri finanziari. Il motivo per il quale il bilancio non è stato approvato è la richiesta da parte del presidente di stanziare oltre 5 miliardi di dollari da utilizzare per la costruzione del “famigerato” muro al confine col Messico.
A seguito delle ultime Midterm di novembre, infatti, i Democratici sono riusciti a riconquistare la Camera e il loro peso nel Congresso è di conseguenza notevolmente cresciuto. Alla richiesta del presidente i Dem si sono infatti sin da subito energicamente opposti, dichiarando che una spesa di questo tipo e dimensione, per uno scopo come la costruzione di un muro, è totalmente inutile e dispendiosa per le tasche dei cittadini americani.
Cos’è e cosa comporta lo shutdown?
Lo shutdown scatta quando gli stanziamenti intermedi o per l’intero anno non vengono convertiti in legge. Il periodo di tempo in cui non vengono emessi tali soldi viene indicato come “deficit di finanziamento”, e il governo federale è costretto ad avviare una chiusura delle attività interessate che va a coinvolgere il personale non di emergenza e la riduzione delle attività e dei servizi delle agenzie.
Molti servizi come la consegna della posta, la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria non vengono toccati da tale situazione, mentre altri come i dipendenti dei parchi, della Nasa e delle varie agenzie di ricerca non possono proprio andare a lavorare. I sistemi delle forze dell’ordine e dei trasporti subiscono profondi ritardi e disservizi.
Al momento, quindi, circa un quarto delle agenzie federali statunitensi sono ferme, con circa 420.000 lavoratori federali che lavorano senza retribuzione, altri 380.000 in licenza senza paga e i rimborsi fiscali che potrebbero essere ritardati per mancanza di fondi.
Tale blocco comporta non solo a livello politico, ma anche economico, dei grandi problemi per Donald Trump (il quale a causa di questa situazione sembra aver perso nei sondaggi qualche punto), poiché ogni settimana di shutdown potrebbe costare circa 1.2 miliardi di dollari di spesa pubblica a gravare sul bilancio con la retroattività degli stipendi de pagare annessa.
Cifre di questo tipo minano quindi l’obiettivo stabilito di una previsione di crescita del pil che si aggiri attorno al 3% alla fine dell’anno. Dati che in prospettiva elezioni nel 2020 non sono affatto da trascurare.
Gli effetti sulla politica estera
Poiché lo shutdown del governo si estende senza una chiara prospettiva, anche il personale dell’ambasciata statunitense in tutto il mondo viene colpito, rendendo più difficile agli Stati Uniti condurre diplomazia all’estero.
Molti dei circa 75.000 impiegati del Dipartimento di Stato – 50.000 impiegati nelle ambasciate statunitensi all’estero – hanno trovato difficoltà a progredire nel loro lavoro e persino, in alcuni casi, faticano a mettere il cibo sulla tavola mentre aspettano che la Casa Bianca e il Congresso raggiungano un accordo. Significa che la politica estera americana è, nel migliore dei casi, a corto di risorse.
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato: “Il piano del Dipartimento dà priorità sia alla protezione degli interessi critici della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sia alla sicurezza dei cittadini statunitensi all’estero”, aggiungendo che “il Dipartimento svolgerà funzioni legate alla protezione della sicurezza nazionale, della salute, e della sicurezza della vita. “
Ma il modo in cui sono in grado di farlo in questo momento è insufficiente, principalmente a causa di funzionari non retribuiti, e in virtù di ciò molti altri non si presentano sul posto di lavoro. Molti dipendenti del Dipartimento di Stato non riceveranno uno stipendio la prossima settimana se il blocco non dovesse esaurirsi in questi giorni. Ciò significa che alcune famiglie lotteranno per pagare l’affitto, il cibo, la scuola, medicine e altro ancora.
I precedenti
Quello in corso non è il primo shutdown nella storia degli Stati Uniti ovviamente. Anzi. Già in passato sono accadute cose del genere che hanno portato allo scontro presidente e Congresso, per periodi più o meno lunghi di tempo.
La procedura di blocco delle attività amministrative è dovuta da una legge promulgata per la prima volta nel 1870, che poi è stata più volte emendata fino al 1982, anno dal quale non è stata più toccata.
Il primo blocco si è verificato nel 1976 con il repubblicano Gerald Ford alla Casa Bianca, quando entrambi i rami del Congresso erano controllati dai Democratici. Questo primo stallo, durato 12 giorni, fu dovuto al veto posto da Ford su un progetto di legge per il finanziamento del Dipartimento del lavoro e del Dipartimento della sanità, dell’istruzione e del welfare, che portò a una parziale chiusura del governo. La controversia venne risolta con una legge apposita.
Altro Shutdown precedente, che fino ad ora era stato il più lungo della storia americana, iniziò il 15 Dicembre 1995 e terminò il 6 Gennaio del 1996 per una durata complessiva di 21 giorni.
Motivo dello stallo fu la richiesta dei Repubblicani (che controllavano interamente il Congresso) all’allora presidente democratico Clinton di proporre un budget per un calendario di sette anni usando i numeri dell’Ufficio di bilancio del Congresso, piuttosto che i numeri dell’Ufficio di gestione e bilancio dello stesso capo dell’esecutivo. Proposta che Clinton rifiutò. Alla fine, il Congresso e Clinton concordarono di approvare un budget di compromesso.
L’ultimo grande shutdown prima dell’attuale, è stato quello che ha coinvolto il presidente Obama nel 2013. Il blocco, andato avanti dall’1 al 17 Ottobre 2013, aveva al centro della disputa l’Obamacare con il Senato democratico e la Camera Repubblicana.
La Camera offrì dei finanziamenti molto bassi e la questione si risolse 16 giorni dopo quando Democratici e Repubblicani concordarono un accordo che estendeva i finanziamenti per i servizi governativi fino al 15 gennaio, apportando solo lievi modifiche all’Obamacare e ad altri finanziamenti. Questa risoluzione fu rapidamente adottata da entrambi i rami del Congresso con voti bipartisan e venne firmata il mattino presto del 17 gennaio dal presidente Obama.
Fonti e approfondimenti
Vox, All 20 previous government shutdowns, explained, 12 Gennaio 2019: https://www.vox.com/policy-and-politics/2018/1/19/16905584/government-shutdown-history-clinton-obama-explained
The Washington Post, Shutdown of the Federal Government: Causes, Processes, and Effects, 18 Febbraio 2011: https://www.washingtonpost.com/wp-srv/politics/documents/RL34680.pdf??noredirect=on
The Guardian, What services are affected when the US government shuts down, 1 Ottobre 2013: https://www.theguardian.com/world/2013/sep/29/us-government-shutdown-services-affected
The New York Times, Trump and Democrats Dig In After Talks to Reopen Government Go Nowhere, 2 Gennaio 2019: https://www.nytimes.com/2019/01/02/us/politics/trump-congress-shutdown.html?emc=edit_cn_20190103&nl=politics&nlid=8821070620190103&te=1
Vox, The government shutdown is hurting America’s diplomats — and diplomacy, 12 Gennaio 2019: https://www.vox.com/2019/1/10/18175694/government-shutdown-trump-state-department-pompeo
The New York Times, The Wall and the Shutdown, Explained, 21 Dicembre 2018: https://www.nytimes.com/2018/12/21/us/politics/build-the-wall-border-facts-explained.html?emc=edit_cn_20181222&nl=politics&nlid=8821070620181222&te=1