Tutti gli scienziati politici vorrebbero avere la possibilità di prendere un determinato personaggio di un determinato Paese e spostarlo in un altro scenario per provarne la nuova efficacia. Chi non vorrebbe provare l’efficacia di un Berlusconi in Francia o di un Obama in Germania? Ma questo resta evidentemente fantapolitica, a parte in un caso. Infatti, coloro che vorrebbero provare che cosa potrebbe fare Trump nella politica canadese forse saranno presto soddisfatti.
Andrew Scheer – l’attuale leader del partito conservatore canadese – sembra l’uomo giusto per tentare questo esperimento. Il presidente americano e il giovane politico canadese presentano degli aspetti sovrapponibili sotto diversi punti di vista. Cerchiamo di capire chi è il principale sfidante di Justin Trudeau alle prossime elezioni di ottobre.
La sua storia e l’entrata in politica
Andrew Scheer nasce a Ottawa nel 1979, da una famiglia fortemente cattolica di origine rumena. Il giovane Scheer cresce in un ambiente fortemente conservatore e chiuso, studia in un liceo cattolico e frequenta l’università pubblica dell’Ontario, dove si laurea in storia. Ben presto, inizia a frequentare i gruppi dei giovani conservatori, diventando piano piano famoso per la sua radicalità.
Mentre guida campagne elettorali – che riesce sempre a vincere – prende un master in finanza e prova a entrare nel mondo lavorativo come broker, con scarsi risultati. È chiaro che la sua strada è il mondo della politica. Infatti, nel 2004, a soli 25 anni, è eletto membro del Parlamento canadese, sconfiggendo Denise Savoie, storica rappresentante del New Democratic Party.
Questa vittoria ci dice molto sulla personalità di questo giovane politico rampante. Scheer non ha freni e vince la campagna elettorale con una contestatissima accusa alla deputata democratica di essere debole sulla pedopornografia.
Il successo per Andrew Scheer, però, non si ferma qui, e viene subito eletto alla presidenza della Camera dei Deputati, per una manciata di voti. Molti conservatori, tra cui il primo ministro Harper, hanno proposto lui pensando che potesse essere facilmente manovrabile – sbagliandosi ampiamente.
Gli anni da speaker della Camera sono costellati di accuse a proposito di conflitti di interessi e di violazioni nei confronti delle opposizioni, che hanno visto regolarmente negato il diritto di replica. Il 2015 stravolge il dominio dei conservatori, ma è una grande occasione per Scheer, unico “big” rieletto dopo la batosta data da Trudeau. Scheer viene nominato leader dei conservatori in parlamento, e da quel momento inizia la sua ascesa come leader unico del partito conservatore.
L’ascesa al trono conservatore e il suo staff
Lanciato nella corsa per la leadership, Andrew Scheer mostra di avere delle posizioni totalmente differenti dai suoi avversari. I conservatori canadesi hanno una storia di grande moderazione politica, avendo sempre tenuto fuori dal partito i suprematisti bianchi.
Tuttavia, Scheer vede in queste frange della popolazione un’occasione irripetibile. Il vero fautore di questo cambiamento ha, però, un altro nome e cognome: Hamish Marshall, il capo della comunicazione di Scheer che da sempre coltiva amicizie strette nel mondo dell’estrema destra. Dopo il lancio della candidatura, infatti, parte una campagna massiccia in favore di Scheer all’interno dei media indipendenti dei bianchi suprematisti. Il candidato compare anche in un’intervista su Rebel media condotta da Faith Goldy, presentatrice dell’universo suprematista canadese.
La campagna è martellante: gli immigrati che vengono accolti da Trudeau sono “tutti terroristi”, l’Islam diventa una nazione pronta a invadere militarmente il Canada cristiano, mentre Trudeau, i liberali e il New Democratic Party diventano “traditori della nazione”, “criminali” e “assassini di bambini”.
La vittoria alle primarie del partito conservatore per Scheer è schiacciante, ma macchiata da enormi critiche, non solo dal punto di vista dei contenuti ma anche a causa di sospetti brogli elettorali. Le indagini sono tuttora in corso, ma molti sostengono apertamente che – negli Stati dove i conservatori non sono mai stati in enorme vantaggio – il leader conservatore abbia foraggiato il supporto degli elettori canadesi con vari milioni di dollari.
Le simpatie a destra e i ripensamenti
Diventato leader, la campagna mediatica di destra di Scheer si blocca, perché in concomitanza avviene la tragedia di Charlottesville negli Stati Uniti, con i suprematisti bianchi che uccidono un’attivista antifascista. Il Canada non è gli Stati Uniti, e anche i conservatori più vicini al modo dei suprematisti rimangono scioccati da questi avvenimenti. Il giovane leader è costretto a correre ai ripari e afferma che non concederà più interviste a Rebel media, che in quel momento supportava i suprematisti americani, negando addirittura la morte dell’attivista. Pochi giorni dopo, poi, Scheer ha espulso dal partito conservatore un parlamentare, per delle frasi razziste contro gli indigeni canadesi che avevano toccano profondamente l’opinione pubblica.
Nonostante questi ripensamenti siano stati quanto meno necessari, le simpatie a destra sono ancora fortemente presenti. Scheer ha applaudito il nuovo NAFTA, anche se chiaramente a detrimento di Ottawa, perché è stato proposto dal suo amico Trump. In Europa, Scheer vede in Boris Johnson e Matteo Salvini due esempi con cui mantenere ottimi rapporti.
Conclusioni
Se Scheer somiglia molto a Trump negli atteggiamenti, nelle amicizie e nelle strategie, il Canada potrebbe non essere così simile agli Stati Uniti e quindi decidere di non favorire un candidato così estremo. Le elezioni di ottobre 2019 vedranno un Trudeau molto indebolito. Cosa succederà in campagna elettorale? La vicinanza di Sheer all’estrema destra potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, ma molto dipendeà dai temi su cui verterà maggiormente l’avvicinamento alle urne.
Fonti e approfondimenti
Mclean’s, Andrew Scheer has a problem,
Mcleans’s, A new 338 Canada projection has the Tories safely in majority territory,