di Alessia Cerocchi
Tra i Paesi occidentali, gli Stati Uniti registrano il più alto numero di crimini violenti. Secondo gli esperti, questo accade perché più è facile accedere a un’arma, più è probabile che venga utilizzata. Nel 1999, gli studiosi dell’Università di Berkeley, Franklin Zimring e Gordon Hawkins hanno pubblicato un libro intitolato “Crime Is Not the Problem” (“Il crimine non è il problema”) in cui hanno dimostrato che i dati sui crimini più comuni negli Stati Uniti sono simili a quelli di altri Paesi occidentali. Il dato è stato riconfermato da ulteriori studi nel 2015. A variare in maniera allarmante è il numero di morti dovute a crimini violenti: un abitante di New York ha la stessa probabilità di essere rapinato di un londinese, ma è 54 volte più probabile che venga ucciso durante la rapina.
Secondo le statistiche fornite dal Gun Violence Archieve, tra il 29 gennaio e il 5 febbraio 2020, negli Stati Uniti ci sono stati 385 decessi causati da armi da fuoco (esclusi i suicidi), 664 feriti e 7 stragi (intese per sparatorie con almeno 4 vittime). Analizzando studi e statistiche degli ultimi 20 anni è emerso che la maggior parte degli omicidi negli USA è causato dalle armi da fuoco, facilmente reperibili, utilizzate soprattutto nelle sparatorie di massa (che contano più vittime del terrorismo islamico negli Usa) e dalle gang.
Il fenomeno delle gang
Secondo il “Global study on homicide 2019” delle Nazioni Unite, negli Stati Uniti le armi da fuoco sono state utilizzate in circa tre quarti degli omicidi avvenuti nel 2017. Questa percentuale rappresenta più di un quarto dei delitti commessi in tutto il mondo nello stesso anno. Uno dei fattori più influenti è stato identificato con le gang, nate negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Originariamente, i loro componenti erano in prevalenza afroamericani, mentre oggi comprendono soggetti di ogni gruppo etnico o razziale. I loro membri hanno sempre fatto uso di armi come deterrente nella gestione del territorio, soprattutto per commettere omicidi causati dalla rivalità reciproca, che sfocia spesso in sanguinose guerre a colpi di attentati ed esecuzioni.
Los Angeles e Chicago sono le città in cui si riscontra maggiormente la presenza delle gang, le quali si contengono il controllo dei traffici di droga, prostituzione e racket. In particolare, i Latin Kings, i Bloods, i Crips e i Chicano sono famosi per la loro sanguinosa rivalità.
Mass shootings e school shootings
Altro fenomeno radicato nella storia recente degli Stati Uniti sono i cosiddetti mass shootings, che stando alla definizione fornita dallo Stanford Data Project, consistono in assalti a mano armata in cui almeno quattro persone vengono colpite in un unico luogo e in un arco di tempo minimo. Secondo questa definizione, solo dal 2013 al 2018, negli USA hanno avuto luogo 1.624 sparatorie di massa, quasi una al giorno. L’episodio più sanguinoso è quello avvenuto il primo ottobre del 2017 a Las Vegas. Stephen Paddock, dalla finestra di un hotel, ha ucciso 59 persone, ferendone 489, con ben 23 armi diverse, tra cui svariati fucili d’assalto. Il movente di tale gesto rimane tuttora sconosciuto.
Negli ultimi anni, in particolare gli school shootings hanno acceso numerosi dibattiti sulle politiche di controllo delle armi. L’espressione è usata per definire atti di violenza commessi principalmente da studenti o ex studenti con l’utilizzo di armi da fuoco, all’interno di un istituto scolastico. In particolare, la strage di Columbine è divenuta un simbolo della discussione sulle armi. Nel 1999 Eric Harris e Dylan Klebold, appena maggiorenni, entrarono armati di due fucili a pompa, due 9 mm e numerosi ordigni confezionati da loro stessi all’interno della Columbine High School nella contea di Jefferson, Colorado, dove uccisero 13 persone, ferendone altre 22.
Gli episodi citati possono essere considerati casi esemplari per il numero di vittime e per le modalità con cui si sono verificati: i responsabili possedevano alcuni tratti in comune, fra cui un forte senso di emarginazione all’interno della comunità in cui vivevano, solo parzialmente esasperati da patologie psichiatriche più gravi. Questo ci porta a riflettere sull’evoluzione della società contemporanea. La globalizzazione e l’avvento delle nuove tecnologie dominate dai media hanno contribuito alla creazione di una cultura dispersiva e individualistica, nonchè di una società sempre più decentralizzata.
Numerosi sociologi contemporanei, tra cui Christopher Lasch e Richard Sennet, hanno analizzato le cause e i riflessi di questi cambiamenti all’interno della società statunitense. Hanno così delineato l’uomo moderno come un individuo incerto, psicologicamente fragile, più incentrato sulla propria realizzazione personale e meno legato alla comunità e agli affetti. In alcuni individui che non si sentono accettati, il senso di frustrazione può tradursi in episodi violenti e aggressivi contro la società, con le armi che essa stessa fornisce. Non è un caso che molto spesso gli attentatori si fanno uccidere dalle forze dell’ordine o si tolgano la vita dopo aver commesso l’atto.
Il caso di Stephen Paddok è in tal senso emblematico: il suo suicidio può essere considerato un mix perfetto di quelli che Durkheim definì suicidio egoistico e suicidio anomico, uno stato di squilibrio sociale e sregolatezza per cui l’individuo si sente disperso all’interno della società capitalistica e industriale, in cui viene meno il senso di realizzazione personale e di appartenenza alla comunità. Il soggetto finisce così per perdere “il sé sociale e la vitalità dell’esistenza”.
Come si ottiene un’arma negli Stati Uniti?
Il secondo emendamento della Costituzione sancisce il diritto di ogni cittadino di possedere un’arma per ragioni di sicurezza. I regolamenti per l’acquisto variano sensibilmente da Stato a Stato, ma ci sono comunque alcune regole di base stabilite a livello federale. Oltre alle armerie, chi vuole comprare una pistola o un fucile può partecipare alle fiere di armi organizzate ogni settimana in molti Stati, mentre in alcune zone può acquistare direttamente da un privato cittadino. Ancora, per acquistare un’arma ci si può recare negli appositi reparti all’interno di alcuni supermercati oppure online.
I background check sono effettuati solamente per gli acquisti di armi nei negozi: il cliente deve compilare un modulo del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF), con i propri dati anagrafici e rispondere a un questionario su eventuali precedenti penali, l’uso di farmaci e informazioni sul proprio stato di salute mentale. Una volta compilato il modulo, il venditore deve effettuare un controllo incrociato con l’FBI.
Queste misure sono però poco efficaci: si stima che i divieti a seguito del controllo preventivo siano meno dell’1% sul totale di armi vendute ogni anno. Basti pensare che Omar Mateen, che ha compiuto la strage di Orlando nel 2016, ha potuto acquistare pistola, fucile e munizioni nonostante fosse stato indagato in passato dall’FBI per terrorismo.
Possibili soluzioni
Escludendo le gang, che attingerebbero facilmente al mercato illegale delle armi, come accade con il crimine organizzato di tutto il mondo, appare evidente il collegamento esistente fra una politica liberale delle armi, il forte individualismo che caratterizza la cultura statunitense e gli episodi violenti che le coinvolgono.
Alla luce di quanto analizzato, il problema della violenza armata non può ricondursi unicamente a singoli individui con particolari patologie: la sua ragione profonda risiede in cause e pressioni sociali caratteristiche del sistema di valori statunitense. Per tentare di risolvere, o almeno contenere questa problematica, sarebbe necessario dunque modificare la stessa struttura sociale degli States, a partire dal sistema scolastico, al fine di renderla più inclusiva.
Ovviamente un lavoro di questo tipo richiede molto lavoro e tempo. Si potrebbe iniziare cercando di monitorare in maniera efficace il possesso delle armi. È vero che il diritto di possedere una pistola è garantito dalla Costituzione, ma non è detto che essa non possa essere cambiata. O quanto meno che non si possano apportare delle modifiche imponendo una registrazione, vietando gli acquisti online o tra privati che sfuggono a qualsiasi controllo. Un buon inizio sarebbe seguire l’esempio del Canada, in cui dal 1 maggio 2020 sono vietate la vendita, il trasporto, l’importazione e l’uso di 1.500 modelli di armi d’assalto. Seppur non citato dalla Costituzione, il possesso di armi è anche lì molto diffuso.
Gli Stati Uniti non possono continuare a ignorare un problema tanto grave. Un intervento in tal senso non è più rimandabile poiché i dati delle sparatorie e degli omicidi con l’utilizzo di armi da fuoco non accennano a diminuire. Nella sola Chicago, in tre settimane (dal 22 marzo al 15 aprile) ci sono state almeno 80 sparatorie e 12 omicidi, nonostante la quarantena imposta a causa del Covid-19.
Fonti e approfondimenti
Amnesty International, “Gun violence – key facts”: https://www.amnesty.org/en/what-we-do/arms-control/gun-violence/
Cnn, “Columbine High School shootings fast facts”: https://edition.cnn.com/2013/09/18/us/columbine-high-school-shootings-fast-facts/index.html
IlPost, “Come si comprano le armi negli Stati Uniti”: https://www.ilpost.it/2016/06/21/armi-sospetti-terroristi/
Durkheim E., “Il suicidio. Studi di sociologia”, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano, 2014
Internazionale 1344, “Stati Uniti, il paese delle armi”
Internazionale 1354, “Stati Uniti, Chicago a mano armata”
LAPD Official site, “about gangs”: http://www.lapdonline.org/la_gangs/content_basic_view/1396
The Chicago Reporter, “Chicago’s gang have changed. Our violence intervention strategies should too.”: https://www.chicagoreporter.com/chicagos-gangs-have-changed-our-violence-intervention-strategies-should-too/
The Guardian, “Mass shootings in the US: there have been 1.624 in 1.870 days”: https://www.theguardian.com/us-news/ng-interactive/2017/oct/02/america-mass-shootings-gun-violence
The New York Times, “What Explains U.S. Mass Shootings? International Comparisons Suggest an Answer”: https://www.nytimes.com/2017/11/07/world/americas/mass-shootings-us-international.html
United Nation, “Global Study on Homicide 2019”: https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/global-study-on-homicide.html
USA Today, “Behind the bloodsheed – the untold story of America’s mass killings”: http://www.gannett-cdn.com/GDContent/mass-killings/index.html#title
Vox, America doesn’t have more crime than other rich countries. It just has more guns: https://www.vox.com/2015/8/27/9217163/america-guns-europe
Vox, America’s unique gun violence problem, explained in 16 maps and charts: https://www.vox.com/policy-and-politics/2017/10/2/16399418/us-gun-violence-statistics-maps-charts
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