Mai come negli ultimi due anni abbiamo trascorso del tempo nelle nostre case. Ma come ha vissuto questo periodo chi non ha un alloggio di proprietà e non ha potuto pagare un affitto?
Negli Stati Uniti, un terzo della popolazione non può permettersi una casa: secondo un’inchiesta del US department of housing and urban development svolta nel 2013, il 23% è composto da minori.
I numeri sono aumentati vertiginosamente nel 2020: con la chiusura delle attività e il rallentamento della produzione infatti, molte persone hanno perso il lavoro, quindi il proprio reddito e la possibilità di pagare l’affitto. Proprio in un momento in cui si era costretti a restare in casa.
Il National Equity Atlas, uno strumento di ricerca che raccoglie i dati economici nazionali, ha stimato che 591.000 famiglie nel solo Stato di New York sono in ritardo con l’affitto e devono più di 1,97 miliardi di dollari.
In molti Paesi, tra cui l’Italia e gli Stati Uniti, è stato previsto, a partire dai primi mesi del 2020, un blocco degli sfratti per permettere alla popolazione di continuare ad avere letteralmente “un tetto sopra la testa”.
Quindi cos’è l’Eviction moratorium?
Per aiutare cittadini e imprese danneggiati dalla pandemia, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha approvato il Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security (CARES) Act.
La sezione 4024 della legge CARES prevede una moratoria temporanea sulle richieste di sfratto e ulteriori tutele per le famiglie in affitto, con assistenza federale o finanziamenti federali correlati, per alleviare le conseguenze economiche e sulla salute pubblica durante l’epidemia di COVID-19.
A integrare questa normativa, sono intervenute successivamente le moratorie di sfratto temporaneo, blocchi attuati negli Stati e nelle città da governatori e funzionari locali utilizzando poteri di emergenza.
La sezione 4024 della legge CARES vietava, di fatto, ai proprietari di abitazioni in affitto, di avviare procedure di sfratto contro un inquilino per il mancato pagamento del canone. Tali tutele si estendevano per 120 giorni dall’entrata in vigore della normativa (27 marzo 2020) a cui si aggiungevano 30 giorni richiesti per il preavviso.
È bene specificare che questa normativa ha fatto sì che in un periodo di grave crisi, economica e sanitaria, gli inquilini non fossero costretti a lasciare le proprie abitazioni. Ma al termine del periodo concesso, agli stessi è stato richiesto di pagare quanto dovuto oppure subirne le conseguenze.
Alla scadenza definitiva delle tutele previste dalla normativa CARES, è intervenuto il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), un’agenzia federale facente parte del dipartimento della Salute, emettendo un’ordinanza che di fatto prolungava l’applicazione della moratoria in alcuni casi specifi. Questo nuovo provvedimento è entrato in vigore il 4 settembre 2020 per poi essere prorogato diverse volte, fino al 3 agosto 2021, e si applicava agli affittuari che attestavano di soddisfare alcuni parametri, tra cui quello reddituale, nonché a coloro che vivevano in contee che registravano tassi elevati di trasmissione di COVID-19. I criteri di ammissibilità includevano l’aver compiuto tutti gli sforzi necessari per far fronte a questa situazione di disagio ed essere a rischio di diventare senzatetto o di dover vivere in condizioni abitative sovraffollate, al momento dello sfratto. Agli affittuari veniva richiesto di far valere il proprio diritto presentando una dichiarazione di idoneità.
Contro la moratoria del CDC sono stati depositati numerosi ricorsi, sfociati in sentenze contrastanti in merito all’autorità del CDC a emettere l’ordine. Il 29 giugno 2021, la Corte Suprema aveva respinto la richiesta degli attori di revocare la sospensione, lasciando in vigore l’ordinanza iniziale, ma esortando il Congresso a estendere la moratoria con il proprio intervento definitivo poiché non era auspicabile continuare a utilizzare procedure d’emergenza.
Dopo che il CDC ha emesso un nuovo provvedimento, che andava a estendere la moratoria fino alla fine di ottobre, i querelanti (Alabama Association of realtors e altri) hanno presentato un nuovo ricorso. In data 26 agosto 2021 la Suprema Corte ha bloccato la moratoria sugli sfratti, con la conseguenza che il provvedimento del CDC non è più legalmente esecutivo e dando, di fatto, il via libera agli sgomberi.
L’intervento di Cori Bush
La democratica Cori Bush, prima donna afroamericana eletta per rappresentare lo Stato del Missouri al Congresso, ha catturato l’attenzione nazionale per il suo attivismo in questo contesto, soprattutto dopo che, nell’estate 2021 ha dormito sui gradini del Campidoglio per diversi giorni, per protestare contro la decadenza della moratoria. Bush fa parte di “The Squad”, un gruppo di sei membri democratici della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, noti per essere i più progressisti del Congresso ed è entrata in politica dopo aver partecipato alle proteste di Ferguson del 2014, a seguito dell’omicidio del giovane Michael Brown da parte di un poliziotto. Dichiarò che in quell’occasione venne picchiata dalla polizia e ferita da colpi di arma da fuoco.
Bush ha affermato di vivere la battaglia contro la sospensione della moratoria in maniera molto personale: prima di essere eletta infatti, è stata sfrattata per ben tre volte, di cui l’ultima nel 2015, a causa di problemi economici dovuti al lavoro precario, situazione che l’ha costretta per un certo periodo di tempo a vivere nella propria auto con i due figli.
La protesta di Cori Bush è stata rilanciata su tutti i media e social media a livello nazionale, facendole guadagnare ulteriore stima e approvazione da molti colleghi come Jesse Jackson e Alexandria Ocasio Cortez, che si sono uniti a lei nella protesta. In un primo momento sembrava avesse avuto l’effetto desiderato, poiché Biden aveva annunciato il prolungamento della moratoria. Fino all’intervento della Corte Suprema.
Facciamo due conti…
Il governo federale ha stanziato quarantasette miliardi di dollari per assistere gli affittuari nell’ambito del programma Emergency Rental Assistance e dell’’American Rescue Plan Act: sei mesi dopo che il piano di aiuti era stato varato da Donald Trump, solo il 12% dei primi 25 miliardi stanziati aveva raggiunto i cittadini.
Il CDC ha dichiarato che per distribuire effettivamente questi fondi, ci sarebbe voluto più tempo, largamente concesso però, dalle proroghe. In realtà, questi dati hanno posto l’accento sui problemi di un’iniziativa che ha stentato a decollare da subito, fra parametri molto stringenti di accesso agli aiuti e una scarsa chiarezza da parte dell’autorità emittente.
Fonti e approfondimenti
Barron, J., “New York’s Eviction Moratorium Is Ending”, The New York Times, 14/01/2022.
Bryan, Davis, G., “Eviction Moratorium Status: Federal & State Rules in 2022”, sparkrental.com, 09/03/2022.
Pistarino, E., “La Corte Suprema mette fine alla moratoria per gli sfratti: a rischio 3.6 milioni di famiglie”, lavocedinewyork.com, 27/08/2021.
Redazione, “Quanti sono i senzatetto negli Stati Uniti”, Internazionale, 02/03/2015.
Rizzo, M., “Stati Uniti, i poveri sono un terzo della popolazione ma non si devono vedere”, La Repubblica, 13/03/2017.
Ruiz – Grossman, S., “Cori Bush progressive dems call on congress to extend Eviction Moratorium”, Huffpost, 27/08/2021.
Serfaty, S., Foran, C., “Freshman Rep. Cori Bush in national spotlight for her activism to fight eviction”,cnn.com, 05/08/2021.
Stracqualursi, V., “House Democrat sleeps on Capitol steps as she blasts lawmakers over expiring eviction moratorium”, cnn.com, 02/08/2021.
Congressional Research Service, “The CDC’s Federal Eviction Moratorium”, crsreports.congress.gov, 31/08/2021.
Editing a cura di Cecilia Coletti