Spiegami le elezioni: il tema dei diritti

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Tra le differenze più evidenti all’interno dei programmi delle varie coalizioni c’è sicuramente l’attenzione ai diritti della comunità Lgbtq+, al ruolo della donna all’interno della società, più nello specifico dell’interruzione volontaria di gravidanza, ai diritti delle persone con disabilità e alla questione della cittadinanza.

Comunità Lgbtq+: diritti contro ideologia

Il centrosinistra si presenta alle elezioni con la coalizione composta da Partito democratico, Alleanza verdi di sinistra, +Europa e Impegno civico. Ogni partito si presenta con il proprio programma, ma ci sono molti elementi in comune, soprattutto in tema di diritti sociali e civili. Il primo tra tutti riguarda la necessità di approvare una legge contro l’omolesbobitransfobia e l’introduzione del matrimonio egualitario. I partiti guidati da Emma Bonino e Nicola Fratoianni citano, inoltre, l’introduzione del divieto assoluto di trattamenti di conversione o terapie riparative, che hanno come obiettivo quello di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona. In accordo con questi anche Unione popolare e Movimento 5 stelle, che condivide con i Verdi anche l’inserimento nelle scuole di progetti e programmi di educazione sessuale e all’affettività, per educare alla diversità e al rispetto, al fine di contrastare quegli stereotipi di genere che sono spesso causa di bullismo, misoginia e violenza.

Di tutt’altro avviso è, invece, la coalizione di centrodestra, composta da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, dalla Lega di Matteo Salvini e da Forza Italia. Oltre a presentare programmi singoli, le forze del centrodestra hanno elaborato un accordo di governo nel quale vengono elencati gli obiettivi comuni, e in cui il tema dei diritti della comunità Lgbtq+ non viene citato, così come non è espressamente trattato nel programma di Forza Italia. Giorgia Meloni, invece, non menziona direttamente la questione, se non inserendo la volontà di contrastare ogni discriminazione basata sulle scelte sessuali e sentimentali delle persone. Viene specificato il mantenimento della legge sulle unioni civili, ribadendo al tempo stesso il divieto di adozioni omogenitoriali e la lotta a ogni forma di maternità surrogata, nell’interesse supremo del minore. 

Il programma della Lega invece prevede espressamente la contrarietà a quella che definisce «l’ideologia gender» e alla fluidità in più settori della società (scuola, sport, carceri, documenti pubblici) contemplando piuttosto una «maggiore tutela del ruolo della donna e delle misure a suo favore rispetto alla prevaricazione delle teorie gender». Sempre all’interno del programma, il partito si dichiara espressamente contrario a iniziative come il Ddl Zan, e in difesa della libertà di espressione, di opinione e religione. Seguendo una tendenza che accomuna molte forze conservatrici europee e d’oltreoceano, viene ribadita la presunta contrapposizione tra tutela dalle discriminazioni e vincoli alle libertà individuali, utilizzando la narrativa dell’ideologia gender al fine di limitare la diffusione di idee in aperto contrasto con la tradizione cristiana, le cui istituzioni nel nostro Paese sono state tra le prime oppositrici delle richieste della comunità Lgbt+.     

Anche Italexit si schiera contro l’introduzione delle cosiddette teorie gender nelle scuole, per evitare il “bombardamento” di informazioni che diventerebbero pericolose per il percorso di crescita naturale e creerebbero confusione, nonostante in molti Paesi europei ormai siano stati introdotti insegnamenti ad hoc. Primo su tutti il Regno Unito: pur essendo un Paese storicamente conservatore, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, la lezione di diritti Lgbtq+ e di inclusività è diventata una materia di studio obbligatoria, in attuazione di una legge del 2019. Dunque, gli studenti delle scuole secondarie inglesi hanno all’interno del piano di studi percorsi e lezioni sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le relazioni sentimentali, mentre per i più piccoli le lezioni saranno improntate sui ruoli all’interno della famiglia, per far sì che comprendano subito il significato dell’uguaglianza. Un obiettivo ancora lontano per tanti Stati europei, come testimonia la fotografia scattata dall’Unesco in un report del 2021, secondo cui oltre la metà degli studenti Lgbtq+ nel nostro continente è stata vittima di bullismo.

La questione femminile, tra diritti e ruoli

Per quanto riguarda la questione femminile, Unione popolare si prefigge l’obiettivo di contrastare la violenza di genere in ogni suo aspetto, dando piena applicazione alla Convenzione di Istanbul, rafforzando e sostenendo le reti territoriali dei centri antiviolenza. Si propone anche l’apertura in ogni città di case rifugio pubbliche per le vittime di violenza. Elementi in comune con il programma dei Verdi, di +Europa e del Partito democratico, che prevede anche un piano straordinario per l’occupazione femminile, al fine di abbattere gli ostacoli che le lavoratrici trovano sul mondo del lavoro. 

Un altro punto d’unione all’interno dei programmi di sinistra e centrosinistra è il tema della salute femminile, riproduttiva e non, a partire dal supporto post-partum e delle malattie croniche e invalidanti come endometriosi o vulvodinia, ma soprattutto il pieno riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, garantendo l’applicazione della legge 194/1978 in ogni sua parte, sull’intero territorio nazionale.  Questo può avvenire rafforzando la rete di consultori e, come proposto da +Europa, garantendo almeno una presenza minima di medici non obiettori di coscienza in tutti i presidi ospedalieri – secondo i dati raccolti dall’Associazione Luca Coscioni, attualmente ci sono 72 strutture sul territorio nazionale che hanno tra l’80 e il 100% di obiettori di coscienza.

Il programma congiunto di Azione e Italia viva è in linea con il centrosinistra per quanto riguarda il lavoro femminile e il contrasto alla violenza di genere ma non tratta il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza.

Nel programma comune del centrodestra troviamo la volontà da parte delle tre forze politiche di contribuire alla tutela delle madri lavoratrici e all’introduzione di politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia per i genitori, così come la necessità di azioni incisive e urgenti per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Per quanto riguarda i singoli programmi, il partito guidato da Matteo Salvini non tratta in maniera esplicita la questione dell’aborto, ma sottolinea in diversi punti il sostegno alla natalità e alla creazione della famiglia, inteso come elemento fondante della società. 

Giorgia Meloni, invece, sostiene l’importanza di campagne d’informazione di natura medica sul tema della fertilità, nonché la piena applicazione della legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione. Prevede, allo stesso tempo, l’istituzione di un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza e in generale la tutela della vita umana fin dal suo inizio. All’interno delle stesso programma, si prevede un aggiornamento della normativa in materia di violenza domestica e violenza di genere (Codice rosso), sottolineando la necessità di applicare, a seguito della denuncia da parte della vittima, il braccialetto elettronico indipendentemente da eventuali misure cautelari personali e consentendo sempre alla persona offesa di dotarsi di un dispositivo di allerta e richiesta d’aiuto, in caso di violazione della distanza da parte del reo. Si richiede anche l’inasprimento delle pene per matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili. 

Disabilità: un passo oltre le barriere?

La vera novità dei vari programmi è la costante presenza del tema della disabilità, generalmente assente. Nei quindici punti dell’Accordo quadro di programma per un governo di centrodestra, l’argomento viene menzionato quando si parla di famiglia, di lavoro e di Stato sociale. Si promette sostegno concreto alle famiglie con una persona disabile a carico attraverso l’incremento dei livelli essenziali di assistenza sociale, il rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione per i soggetti affetti da disabilità e prevedendo l’innalzamento delle pensioni minime, il controllo e il potenziamento degli incentivi, nonché maggiore tutela per i lavoratori svantaggiati.

Italexit di Paragone ritiene necessaria una ristrutturazione della società, a partire dalle fasce più deboli. Affronta, quindi, il tema della disabilità nella sezione “Welfare” del programma, ritenendo necessario l’aiuto e il supporto quotidiano per queste persone e per le loro famiglie, con un intervento primario dello Stato nell’organizzazione dei servizi di prossimità, erogati da persone professionalmente preparate e disponibili durante tutto l’arco della giornata (anche di notte, laddove necessario). Si richiede anche l’erogazione gratuita, da parte dello Stato, di tutti i servizi necessari (sanità scuola, cultura sport, spettacolo, attività ricreative). 

Infine, prevede di compensare la perdita del lavoro del genitore del ragazzo disabile con una forma di sostentamento che tenga conto di ogni singola situazione. La compensazione sarebbe sostenuta da una forma previdenziale di contribuzione INPS. Parzialmente d’accordo il Movimento 5 stelle, che prevede di incrementare le pensioni di invalidità per le persone con disabilità, ma anche di potenziare gli strumenti per i percorsi di vita indipendente degli stessi e le tutele per i caregiver.

La lista Azione e Italia viva, nell’ambito di diritti e pari opportunità, oltre al riconoscimento del ruolo dei caregiver, dichiara di voler attuare una normativa uniforme in tutte le regioni per la tutela delle persone con disabilità, e di favorire interventi per l’abitare civile, perseguendo l’obiettivo di contrasto a forme di segregazione esistenti e garantendo il diritto alla realizzazione del proprio progetto di vita. In ambito lavorativo, si tratta il tema del diritto al lavoro agile per lavoratori con disabilità e l’adozione di decreti attuativi del Jobs Act, con particolare riferimento alla figura del disability manager.

Il Partito democratico, nel contesto dei temi legati all’istruzione e ai diritti sottolinea il bisogno di potenziare l’apparato degli insegnanti di sostegno, con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche per coinvolgere gli studenti con disabilità nelle attività scolastiche e sportive. Propone anche il miglioramento dell’assegno unico e universale, un sostegno economico alle famiglie con prole a carico, senza alcun limite d’età per i figli disabili.

Rimanendo nel centrosinistra, il programma dei Verdi lascia largo spazio al tema dal punto di vista della sanità e dello snellimento della burocrazia in tema di disabilità. Si sostiene l’attuazione della legge 227 del 2021 – legge delega sulla Disabilità e di quanto previsto dalla legge 22 giugno 2016 n.112 (“Dopo di Noi”).

La cittadinanza, un tema “sospeso” al ribasso

Uno dei temi su cui emerge più chiaramente la divisione lungo l’asse sinistra-destra nello spettro politico è quello della cittadinanza. Dopo che nel 2017 era tramontata la proposta di legge avanzata dal Partito democratico, la questione della cittadinanza è progressivamente scomparsa dai radar, per poi riapparire negli ultimi mesi nel dibattito parlamentare e quindi pubblico. Ad ogni modo, se la discussione cinque anni fa era incentrata sullo ius soli, ovvero sul diritto in base al quale chiunque nasca nel territorio di uno Stato ne acquista la cittadinanza, la proposta su cui dibattono i nostri rappresentanti alla Camera è quella dello ius scholae. In questo caso, centrale è l’inserimento in un percorso formativo: la cittadinanza infatti viene riconosciuta a quanti abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese.

La proposta di legge sullo ius scholae, se approvata, andrebbe a riformare la legge 91/1992 che da trent’anni regola l’acquisizione di questo diritto stabilendo il principio dello ius sanguinis, secondo cui acquisisce la cittadinanza italiana chi ha uno o entrambi i genitori cittadini italiani. Per comprendere il dibattito pubblico e le posizioni assunte dai partiti è  importante mettere a fuoco il fatto che la legge in vigore si fonda, come rileva Locchi, su una concezione «familistica» della comunità politica, in base alla quale la cittadinanza è assimilabile a una proprietà che si acquisisce sostanzialmente per discendenza, alla pari di un’eredità. E in quanto tale, come ribadiscono i candidati conservatori in tutti i contesti pubblici che li vedono protagonisti, non può «essere regalata» dallo Stato, in una cornice narrativa che, anche a fronte di cambiamenti sul lato della proposta politica nel corso del tempo, si è mantenuta di fatto immutata. 

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, a schierarsi a favore dell’introduzione dello ius scholae sono Azione-Italia viva, Movimento 5 stelle, +Europa, Partito democratico, Alleanza verdi-sinistra. Sul fronte opposto, invece, si collocano le liste che compongono la coalizione di centrodestra, insieme a Italexit, che respingono ogni tentativo di cambiamento in materia. Infine, l’unica forza politica a farsi promotrice solamente dello ius soli è Unione popolare. È interessante notare come, in base alle rilevazioni del CISE, oggi si dichiari a favore di una riforma in direzione progressista del diritto di cittadinanza la maggioranza della popolazione (57%), una percentuale in aumento negli ultimi anni. Al tempo stesso, se su questa singola questione la posizione del centrosinistra incontra il favore di una parte più ampia di elettorato, è anche da rimarcare come, rispetto ad altri temi, la discussione  sulla cittadinanza si riveli molto più marginale.

Diritti civili: una questione identitaria? 

Negli ultimi anni i diritti civili sono stati spesso tra i temi su cui si sono registrate le maggiori divisioni tra le forze politiche, anche in ragione del peso identitario che hanno assunto le proposte di legge avanzate, come, ad  esempio, sulla cittadinanza e sulla tutela delle comunità Lgbtq+. Da un lato, questo non dovrebbe sorprendere: nel mondo post Guerra Fredda, sul versante socio-economico le differenze tra le proposte politiche si sono in molti casi affievolite, mentre la questione culturale è diventata sempre più importante, in un dibattito che i partiti orientano strategicamente verso la polarizzazione con il fine di consolidare la propria base. Dall’altro lato, è da evidenziare come, nonostante su tante tematiche le rilevazioni demoscopiche abbiano individuato tendenze smaccatamente progressiste nell’opinione pubblica, le politiche attive molto spesso non abbiano seguito queste direttrici

 

Fonti e approfondimenti

azione.it, 02/09/2022. Programma elettorale Lista Azione+Italia Viva 2022, Programma elettorale

forzaitalia.it, 02/09/2022. Programma elettorale Forza Italia 2022, Oggi più che mai una scelta di campo

fratelli-italia.it, 02/09/2022. Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un governo di centrodestra.

fratelli-italia.it, 02/09/2022. Programma elettorale Fratelli d’Italia 2022, Il programma pronti a risollevare l’Italia.

italexitperlitalia.it, 02/09/2022. Programma elettorale Italexit 2022, l’Italia con Paragone. 

legaonline.it, 02/09/2022. Programma elettorale Lega Nord 2022, Programma di governo.

movimento5stelle.eu, 02/09/2022. Programma elettorale M5S 2022, Dalla parte giusta.

elezioni2022.partitodemocratico.it, 02/09/2022. Programma elettorale Partito Democratico 2022, Insieme per un’Italia democratica e progressista.

unionepopolare.blog, 02/09/22. Programma elettorale Unione Popolare 2022, L’Italia di cui abbiamo bisogno. 

verdisinistra.it, 02/09/2022. Programma Alleanza Verdi e Sinistra 2022, Programma.

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