Il 2 maggio 2016 l’australiano Craig Wright ha annunciato di essere l’inventore della rete Bitcoin. Fino a questo annuncio il sistema Bitcoin non aveva un padre fondatore ma solo uno pseudonimo misterioso: Satoshi Nakamoto. Le prove fornite da Wright sembrano fondate, tuttavia non è ancora stata accertata all’unanimità la fondatezza dell’annuncio. Cerchiamo di analizzare in cosa consiste il sistema Bitcoin.
Il bitcoin è una moneta elettronica (crypto-valuta) creata nel 2009. Negli ultimi anni il bitcoin ha assunto un ruolo dominante nel mercato valutario virtuale, suscitando al contempo forte entusiasmo e forti preoccupazioni. La tecnologia Bitcoin utilizza l’architettura di rete peer to peer (p2p), ossia usufruisce di un’architettura del web che si differenzia da quella centralizzata, conosciuta come client server (ad esempio quella utilizzata dai maggiori fornitori di servizi del web, come Google o Amazon). In una struttura di rete p2p tutti gli utilizzatori del servizio condividono parte del contenuto di interesse. Parti di file vengono continuamente fornite e scambiate tra persone all’interno della rete stessa.
Non è infatti presente nessun “server centrale” (ossia fornitore centralizzato di servizio) ma ogni scambio avviene fra “pari” (peer). Da qui il nome dell’architettura p2p, letteralmente “fra pari”. Non esiste pertanto un proprietario del software e del protocollo (in ambito informatico un protocollo è uno standard di riferimento e regolamentazione per una comunicazione fra due calcolatori) dietro a Bitcoin il quale è inoltre rilasciato sotto licenza open source, quindi accessibile a tutti.
L’intrinseca caratteristica di valuta elettronica, coadiuvata dalla tecnologia p2p, consente al bitcoin di essere indipendente da Banche Centrali (che governano le proprie valute): la gestione delle transazioni e l’emissione di bitcoin viene effettuata collettivamente dalla rete. Altra caratteristica unica del bitcoin è che il suo valore non si basa su un bene di riferimento.
Secondo il progetto, la quantità di bitcoin da immettere all’interno del sistema è limitata ad un massimo di 21 milioni. Ad oggi sono stati prodotti 11 milioni di bitcoin. Il motivo per cui è già stato comunicato il numero massimo di bitcoin può essere riassunto così: essendo la valuta molto inflattiva, se gli utenti non conoscessero già la sua circolazione massima, potrebbe essere usata per scopi speculativi da un ente centrale.
Il sistema prevede che ogni 4 anni si dimezzi la creazione di nuovi Bitcoin. Nel 2013 erano già la metà della quantità massima e nel 2017 si toccheranno i 3/4 di questi 21 milioni. Ovviamente questo determinerà una deflazione della moneta: il suo valore reale aumenterà in modo spropositato, mentre quello di scambio si avvicinerà allo zero, dato che sarà sempre più difficile possederla. La scarsità sarà però compensata con la sua divisibilità fino all’ottava cifra decimale.
Come funziona Bitcoin?
Ognuno può aprire un proprio portafoglio virtuale installando appositi programmi sul proprio computer o smartphone. Bitcoin possono essere ricevuti o trasferiti come mezzo di pagamento. Il trasferimento dei bitcoin è autenticato tramite un meccanismo di cifratura a chiave pubblica che è fondamentale, sia per la sicurezza dell’utente che delle transazioni, poiché rappresenta una parte di dati segreti che provano inequivocabilmente che chi utilizzi bitcoin da un determinato portafoglio ne sia il vero possessore.
L’intera rete Bitcoin si basa sulla “blockchain”(catena di blocchi): questa catena è un registro pubblico e condiviso tra gli utenti dove vengono raccolte tutte le transazioni confermate (una sorta di bilancio pubblico, mantenendo però l’anonimato sugli autori delle transazioni). Grazie a tale sistema, i portafogli Bitcoin possono calcolare la parte di bilancio spendibile e nuove transazioni possono essere verificate e autenticate. Ciò consente di utilizzare solo bitcoin che effettivamente sono nelle mani di chi li spende. L’integrità e l’ordine cronologico della block chain sono protetti attraverso crittografia.
Proprio la block chain permette di sventare il pericolo di una “double spend” (letteralmente doppia spesa): se un utente malintenzionato prova a spendere i propri bitcoin verso due diversi riceventi contemporaneamente, la block chain delle transazioni confermate permette di verificare che tale cifra è stata già spesa dall’utente.
Come si generano i bitcoin?
I bitcoin hanno un’origine digitale. Nascono da un’operazione chiamata mining, che deriva dal gold mining, ovvero estrazione dell’oro. Con mining si intende la potenza di calcolo computazionale messa a disposizione dell’intera rete, ossia calcoli matematici al fine di confermare le transazioni e aumentare la sicurezza della rete Bitcoin. Come ricompensa per il loro servizio, i miner (minatori) di Bitcoin possono incassare delle commissioni sulle transazioni che autenticano, in aggiunta ai nuovi bitcoin appena creati. Questo sistema ha generato un mercato specializzato, competitivo e complesso dove le ricompense sono divise in base a quanti calcoli sono stati eseguiti.
Inizialmente chiunque poteva partecipare a questa attività di produzione. Ora l’aumento della difficoltà di calcolo permette la partecipazione solo a chi possiede un hardware specializzato. Non a caso oggi l’attività di mining viene effettuata da un gruppo di utenti e non da singoli in quanto un singolo calcolatore commerciale di quelli domestici per esempio, sarebbe in grado di generare anche a fronte di decine di ore di calcolo una quantità di bitcoin minimale e vicina allo 0.
Bitcoin come mezzo di pagamento.
Il bitcoin non è riconosciuta come valuta ufficiale. Pur potendo essere convertito con monete ufficiali è fuori dal controllo delle riserve monetarie mondiali. Una moneta fuori dal controllo delle Autorità e che non si basi su un parametro di riferimento è una moneta instabile e soggetta ad alta volatilità. Oggi 1 bitcoin vale 397,46 €. Tale valore può mutare repentinamente in positivo o in negativo senza grande possibilità di previsione. Tuttavia, proprio l’indipendenza dalle banche centrali è l’aspetto che più affascina gli utenti della rete.
In generale, le transazioni tramite bitcoin offrono numerosi vantaggi:
- Libertà di pagamento: è possibile trasferire bitcoin in ogni momento da ogni parte del mondo, senza limitazioni, burocrazie o controlli esterni.
- Commissioni di pagamento personalizzabili: non ci sono commissioni per la ricezione di bitcoin, mentre per il pagamento è possibile scegliere quale commissione applicarsi sulla base della velocità di conferma di pagamento che si vuole ottenere.
- Meno rischi per i commercianti: le transazioni effettuate tramite bitcoin non contengono informazioni personali, permettendo così un commercio più aperto nei confronti di altri mercati e riducendo i pericoli di frode o di furto dell’identità.
- Trasparenza: ogni transazione è disponibile e consultabile nella rete Bitcoin, protetta e sicura, così da lasciare traccia di ogni transazione avvenuta, senza le informazioni personali dei soggetti coinvolti.
Tutti questi vantaggi hanno fatto permesso che i bitcoin diventassero una delle monete più usate nel mercato nero e sul deepweb. Questi due “mercati sommersi” sono il campo in cui i gruppi terroristici si riforniscono di armi e non solo proprio perché il bitcoin garantisce totale anonimato, sicurezza e intracciabilità, così come i mercati in questione.
Oltre alla pericolosità del mercato anonimo in cui il terrorismo si muove e affonda le proprie radici per mantenersi stabile c’è un altro pericolo, di natura finanziaria. Infatti, avere un valore di riferimento non ancorato ad un bene reale (di cui il valore è certo) potrebbe generare delle bolle speculative difficilmente controllabili. Mantenere risparmi in bitcoin, pertanto, risulta molto pericoloso.
Negli ultimi anni molti utenti si sono avvicinati alla rete Bitcoin e molti negozi, bed and breakfast e hotel hanno iniziato ad accettarli come mezzi di pagamento (per vedere la mappa degli esercizi commerciali che accettano bitcoin cliccare qui).
Anche le istituzioni monetarie dei vari Paesi stanno analizzando a fondo la questione (è di febbraio la notizia che la Commissione Europea Affari Economici e Monetari sta istituendo una task force che si occupi di queste innovazioni). L’idea è suggestiva e probabilmente anticipatrice del futuro, tuttavia molti dubbi permangono. Staremo a vedere in futuro se la rete Bitcoin, con la sua valuta virtuale, riuscirà definitivamente a convincere i propri detrattori o viceversa.
Fonti e Approfondimenti:
https://www.bitcoinmining.com/
https://it.wikipedia.org/wiki/Bitcoin