Il gerrymandering negli Stati Uniti

collegi elettorali
Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il gerrymandering è una pratica fraudolenta che consiste nel manipolare i confini delle circoscrizioni elettorali al fine di influenzare il risultato delle votazioni. Questo fenomeno è particolarmente presente nei paesi con sistema maggioritario, e negli Stati Uniti raggiunge livelli allarmanti a causa di alcune mancanze del sistema legislativo.

Le radici del gerrymandering affondano nella divisione amministrativa locale, ma i suoi effetti coinvolgono l’intero sistema politico americano fino ai suoi vertici. Nonostante il dibattito tra gli studiosi sulla portata degli effetti della mappatura dei collegi sulle elezioni, è impossibile negare l’esistenza di queste manipolazioni.

Come misura approssimativa del livello di strumentalizzazione dei distretti può essere usata la loro forma: più sono compatti e regolari, più è probabile che siano stati stabiliti in buona fede, mentre se hanno forme complesse e tentacolari è lecito pensare che abbiano subito una manipolazione. Sulla costa Atlantica, in particolare, emergono gravi anomalie, segno di un sistematico abuso di potere delle amministrazioni locali. È quindi importante affrontare questo problema e trovare soluzioni per garantire elezioni libere e giuste negli Stati Uniti.

Il peso del gerrymandering sulle elezioni

Il gerrymandering negli Stati Uniti è un problema di natura legislativa. Ogni decennio, dopo la pubblicazione dei dati del Censimento, i confini delle circoscrizioni elettorali devono essere adeguati alla nuova distribuzione della popolazione. Questa operazione, chiamata “redistricting”, viene gestita da diversi enti a seconda delle leggi statali. In 37 dei 50 Stati, la definizione delle circoscrizioni è demandata alla State Legislature. Altrove è affidata a commissioni indipendenti o politiche di amministratori. In 7 Stati, invece, esiste un unico collegio che copre l’intero territorio.

Il conflitto di interessi nasce quando i legislatori di un determinato colore politico cercano di trarre vantaggio dalla nuova mappatura per favorire la loro rielezione e quella dei loro colleghi. Questo ha portato a numerosi casi di gerrymandering nel corso della storia degli Stati Uniti. Sebbene esistano meccanismi di controllo, spesso non sono efficaci di fronte al potere degli esecutivi o alla corruzione. La pratica del gerrymandering è talmente diffusa e antica che si sono sviluppate vere e proprie strategie codificate per compiere questa azione.

Un dettaglio importante è che ogni collegio deve contenere un numero simile di votanti, che per la Camera dei Rappresentanti è di circa 710.000 elettori. Visto che le città non sono ovviamente mobili, questo implica che è solo la forma dei collegi a poter essere manipolata. Il che contribuisce a rendere evidente la pratica.

Rappresentanza distorta: l’inversione di trend del 2010

La pubblicazione del Censimento del 2010 ha portato alla necessità di ridefinire i collegi elettorali. Ma la travolgente vittoria dei Repubblicani in moltissimi organi federali e statali ha introdotto una nuova variabile. Provare che ci siano stati episodi di gerrymandering non è semplice. Ma si può tentare una misurazione usando come indicatore approssimativo la forbice tra percentuali di voti e di seggi ottenuti a livello nazionale. Proprio nel 2010, infatti, qualcosa sembra essere accaduto. I dati successivi mostrano un trend che non può essere interamente imputabile alla distorsione della rappresentanza tipica dei sistemi maggioritari.

Secondo molti studiosi, questa variabile è proprio il gerrymandering, e a riprova di questo giocano almeno due fattori. Innanzitutto, la situazione del dopo 2010 è speculare a quella degli anni tra il 1950 e il 1990. Dove il partito Democratico era nettamente più forte nelle amministrazioni locali ed effettivamente veniva costantemente sovra-rappresentato alla Camera. In secondo luogo, molte delle amministrazioni “strappate” agli avversari e riformate dai Repubblicani erano proprio alcune di quelle storicamente note per essere soggette a gerrymandering a favore delle precedenti amministrazioni Democratiche. Il che spiegherebbe l’inversione del trend.

Come affrontare il gerrymandering

Il problema del gerrymandering è un problema cronico negli Stati Uniti, indipendente dal colore delle amministrazioni, ma causato dalla predisposizione del sistema elettorale americano all’abuso del meccanismo del “winner takes it all. Per prevenire il gerrymandering, sarebbe opportuno un sistema elettorale che assicuri al vincitore delle elezioni la possibilità di governare da solo, ma sottoposto a un reale controllo dell’opposizione parlamentare, che assicurerebbe anche una maggiore trasparenza. Questo principio garantirebbe un migliore equilibrio di potere e obbligherebbe il vincitore delle elezioni a non abusare del proprio potere, poiché verrebbe “punito” alle urne per il suo comportamento scorretto dai cittadini insoddisfatti.

La recente pronuncia della Corte Suprema degli Stati Uniti ha sancito la liceità costituzionale delle commissioni indipendenti bipartisan. Dando nuovo slancio alle associazioni impegnate nel garantire che il redistricting avvenga in maniera onesta. Queste istituzioni sembrano infatti le più indicate ad assicurare un processo non predatorio, quindi implementarle sarebbe una soluzione efficace. Tuttavia, molte istanze per l’attuazione di riforme dirette in questo senso sono state bloccate dalle maggioranze delle Camere dei Parlamenti statali.

Nel 2015, l’Ohio ha introdotto una legge per cui i collegi saranno disegnati da una composizione di 7 membri. Tra i quali saranno presenti due esperti indipendenti nominati dai leader alla Camera di entrambi i partiti e due nominati dai leader di entrambi i partiti al Senato dell’Ohio. Una volta disegnati, i nuovi confini dovranno essere approvati alla Legislature da almeno due membri dell’opposizione.

Il tema del gerrymandering sta guadagnando molta notorietà negli Stati Uniti. E sarà cruciale nelle prossime elezioni locali, che nei prossimi anni faranno cambiare in più tornate tutte le amministrazioni della federazione. La lotta per una democrazia rappresentativa più equa e trasparente continua.

Fonti e approfondimenti

Christopher Ingraham (2014) America’s most gerrymandered congressional districts, The Washington Post

John Sides (2013) Gerrymandering is not what’s wrong with American politics, The Washington Post

 

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