Origini del conflitto basco: storia dei primi “Indiani d’Europa”

Bandiera basca
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La storia dei Paesi Baschi e del loro popolo è sicuramente tra le più controverse e dibattute del panorama europeo. Se, da una parte, questo interesse ha origini piuttosto recenti, dall’altra si può affermare con cognizione di causa che sia nato insieme all’Europa stessa.

Secondo recenti teorie, infatti, l’attuale popolazione basca discenderebbe direttamente da un uomo di Cro-Magnon evolutosi in queste zone; mentre l’idioma basco (l’euskara) si presenta come l’ultima lingua superstite tra quelle parlate in Europa prima delle invasioni indoeuropee.

Nell’insieme queste due caratteristiche rendono i baschi, secondo molti studiosi, gli ”Indiani d’Europa”.

Insediatesi  nella regione franco-cantabrica da tempo, le tribù basche (in particolare Vasconi e Aquitani) erano già citate negli scritti di Strabone e di Plinio il Vecchio. 

Quando si parla di Paesi Baschi ci si riferisce a un’entità geografica e culturale definita e delimitata storicamente. Fanno parte di Euskal Herria ( letteralmente “popolo della lingua basca”), le province francesi del Labourd (Lapurdi, in basco), della Bassa Navarra (Beche Nafarroa) e di Soule (Zuberoa). Questi territori insieme formano l’Ipar Euskal Herria o, più brevemente, Iparralde. Il territorio basco nello stato spagnolo, invece, è compreso tra le province di Biscaglia (Bizkaia, in basco), Guipuzcoa (Guipuzkoa) e Araba (Alava).  Quest’ultime, chiamate Hego Euskal Herria o più brevemente Hegoalde, costituiscono in Spagna la Comunità Autonoma Basca (Cav).

Tra il V e il VII secolo la popolazione basca dovette  combattere a lungo per riuscire a conservare il controllo del proprio territorio, minacciato dai tentativi di invasione delle popolazioni arabe e germaniche.

Nonostante confini bene definiti, però, i Paesi Baschi non sono mai stati un’entità nazionale omogenea governata da uno stato unitario e indipendente, al contrario della Catalogna (altra comunità autonoma con rivendicazioni indipendentiste).

Dei territori che compongono il País Vasco, infatti, solo la Navarra costituì un proprio regno fino al 1512, anno in cui fu occupata dalle truppe castigliano-aragonesi e annessa, prima, alla corona d’Aragona e, in seguito, al Regno di Spagna (1515).

La Navarra, in ogni caso, poteva definirsi basca soltanto in parte, fatto che garantì una relativa facilità nel processo d’integrazione all’interno del regno di Castilla.

Le province di Guipúzkoa e Vizkaya, invece, non godettero mai di un regno con dei confini propri. Paradossalmente fu solo dopo lo statuto di autonomia concessogli dalla Spagna nel 1979 che ottennero una certa indipendenza.

L’altra caratteristica che permise il mantenimento dell’identità basca è senza dubbio il sistema forale, adottato in Spagna a partire dall’XI secolo.

Il sistema forale prende il nome dai fueros, l’insieme di disposizioni giuridiche, codificate a partire dal XIV secolo, che regolavano la vita politica e amministrativa di una data comunità, una volta che questa si trovava sotto il dominio di un signore estraneo.

I fueros, su cui i sovrani dovevano giurare, presupponevano il riconoscimento da parte della Corona e non attribuivano, dunque, una sovranità totale agli abitanti di questi territori, nemmeno ai baschi.

Nonostante ciò, questo regime ‘speciale’, insieme all’unicità dell’euskara, servirà da base per le future rivendicazioni nazionalistiche.

A questo proposito, le guerre carliste, che avranno nei Paesi Baschi il loro teatro principale, rappresentano un momento topico.

Con ‘guerre carliste’ si indicano tutti quei conflitti combattutisi in Spagna nel XIX secolo. La guerra civile  (perché in fondo di questo si trattò) vedeva da una parte i carlisti, sostenitori di Don Carlos (designato come legittimo successore dal fratello Ferdinando VII di Borbone), che combattevano per il mantenimento della tradizione nella monarchia spagnola; dall’altra i seguaci della regina Isabella II di Spagna, figlia del precedente Re.

La zona in cui Don Carlos raccolse maggiori consensi fu proprio il nord della Spagna con Paesi Baschi e Catalogna su tutti (più per contrastare il liberalismo promosso dalla regina Isabella che per fedeltà al legittimo re). 

La prima delle tre guerre (1833-1840), vide trionfare la fazione fedele a Isabella. La corona, rimasta in mano ai liberali, riconfermerà il sistema forale, espandendone addirittura le competenze con la legge del 25 ottobre 1839. Nel 1841 con l’approvazione della ley paccionada, la Navarra patteggiò con la corona ottenendo alcuni privilegi (tra cui la conservazione del proprio diritto penale e civile), in cambio della conversione del vecchio regno in una provincia spagnola.

Don Carlos morì nel 1861, ma le guerre continuarono fino alla fine dell’ottocento. L’esito, tuttavia, fu lo stesso del primo conflitto.

Nel 1872 i liberali assestarono il colpo di grazia al regime forale in vista della realizzazione di uno stato nazionale unitario e uniforme, sul modello francese. Il 21 luglio 1876, venendo meno ai precedenti lasciti, i fueros furono aboliti definitivamente. In questo modo anche le province basche furono uniformate dal punto di vista giuridico al resto dei territori della corona.

L’abolizione del sistema privilegiato rappresentò un punto di snodo delle rivendicazioni autonomiste. Da una parte, infatti, c’era chi era disposto a negoziare con lo stato spagnolo lo smantellamento dei fueros e l’instaurazione di un nuovo apparato di prerogative fiscali con l’istituzione (i transigentes); mentre dall’altra c’era chi si opponeva a qualsiasi possibilità di dialogo con il governo centrale. A rappresentare gli interessi delle due fazioni vi erano, rispettivamente, l’oligarchia agraria da un lato, e la borghesia mercantile e cittadina dall’altro.

E’ proprio nel seno dei gruppi intransigenti che prende vita quel movimiento fuerista  preconizzatore della nascita di un più strutturato nazionalismo basco.

Il superamento del regionalismo,espresso dal motto Zazpiak Bat (le sette regioni sono una), sarà alla base dell’idea portata avanti da Sabino Arana, vero “padre della nazione” e inventore del suo nome (Euzkadi) e della sua bandiera (l’ikurriña).

Da qui ripartiremo nel prossimo appuntamento sul conflitto basco, approfondendo la figura di Sabino Arana e analizzando lo sviluppo del nazionalismo nel XX secolo tramite la storia della sua avanguardia più influente: l’ETA. 

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