Le elezioni in Baviera: un bilancio

Le ultime elezioni in Baviera hanno visto il successo dei Verdi, in grado di arrestare l’avanzata dell’AfD e di approfittare del calo di consenso dei partiti tradizionali. Per cogliere la rilevanza di questa tornata elettorale, ne analizziamo i risultati e i protagonisti.

I risultati

Questo 14 ottobre si sono tenute, in Germania, le elezioni per il Landtag della Baviera, regione particolarmente ricca e di tradizione conservatrice. I risultati hanno visto la CSU (Unione Cristiano-Sociale), al governo in Baviera di fatto da sempre, mantenere la posizione di primo partito ma perdere oltre il 10% dei voti rispetto alle ultime elezioni, tenutesi nel 2013. Vero vincitore è stato il partito dei Verdi (i Grüne), che è riuscito ad ottenere uno storico 17.5% e si è dunque proiettato a secondo partito più grande in Baviera. Al contrario, il perdente è stata la tradizionale sinistra social-democratica, l’SPD, che benché non abbia mai brillato in Baviera ha raggiunto il peggior risultato di sempre con un magro 9.7%. Soltanto bene gli ultraconservatori dell’Alternative für Deutschland (AfD): il loro 10% di consensi è abbastanza da permettere all’AfD di ottenere per la prima volta una rappresentanza nel parlamento bavarese, ma inferiore alle previsioni. A seguire tutta una serie di partiti minori, come i bavaresi Freie Wähler (letteralmente “Votanti liberi, 11%), i liberali dell’FDP (5%) e la sinistra della Die Linke (3.2%, che non permette loro di entrare in parlamento).

I vincitori: i Verdi di Katharina Schulze

La stampa tedesca è unanime nel riconoscere al partito dei Verdi la palma di vero vincitore di queste elezioni. Più che raddoppiando i propri voti rispetto alle regionali del 2013, i Verdi si pongono come solida alternativa di sinistra, in grado di frenare la corsa verso le “destre sociali” come l’AfD e di sostituirsi alla sinistra tradizionale incarnata dalla SPD. Una delle chiavi del successo dei Grüne è stato l’ammorbidimento di certe posizioni prettamente ecologiste, che hanno attirato voti dal popolato gruppo di elettori centristi, e l’adozione di un programma a tutto tondo, non solo incentrato su problematiche e fattori di natura ambientalista. Così sono stati in grado di raccogliere tutto quell’elettorato stanco dei partiti tradizionali e della loro percepita distanza dalla gente, ma non convinto da posizioni estremiste. La Baviera si è così riscoperta meno conservatrice di quanto non pensasse.

Ma se il programma ha convinto gli elettori più informati, molti altri sono stati attirati dalla figura della giovane leader del partito, Katharina Schulze. Poco più che trentenne, dinamica e molto attiva sui social, la Schulze è un esempio di quell’alternativa alle destre populiste capace di rendere attraenti politiche liberali e moderate. Non è un mistero il fatto che la sinistra tradizionale stia fallendo in Europa, e che molti suoi elettori disillusi si siano rivolti verso la destra populista, attenta ai malumori delle fasce medio-basse della popolazione e pronta a promettere loro soluzioni a prima vista semplici e vantaggiose. Ciò che la Schulze ha dimostrato è che molti di questi elettori saranno più propensi a rimanere a sinistra (o comunque verso posizioni moderate) se quest’ultima è in grado di presentare un partito unito e credibile.

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Leader dei Verdi (Fonte: Wikimedia Commons)

L’AfD: bene ma al di sotto delle aspettative

I Verdi si sono presentati in totale contrapposizione con l’AfD, rappresentante dell’ultradestra xenofoba e populista che raccoglie ampio consenso in tutta Europa da anni. Il risultato in Baviera è buono, e permette al partito di ottenere una rappresentanza nel Landtag bavarese per la prima volta nella storia – non ci sono dubbi sul fatto che ciò avverrà, con le varie elezioni, in ogni assemblea regionale tedesca. Seppur buono, il 10% ottenuto è abbondantemente sotto le aspettative pre-voto, che a febbraio davano l’AfD al 15%. Il motivo sta senza dubbio nell’ottima performance dei Verdi, che ha impedito l’ormai classico flusso di voto da sinistra a destra. In ogni modo si può senza dubbio parlare di successo, derivante anche dall’implicita protesta nei confronti della CSU. Quest’ultima, malgrado le dure posizioni del suo leader Seehofer, è vista come complice della conciliante politica migratoria della Cancelliera Merkel. Tale aspetto è di particolare importanza in Baviera, dati i numerosi migranti entrati in Germania dal confine austro-bavarese. Come sempre, la questione migratoria rimane una delle chiavi di volta della politica moderna, in grado di causare dissenso anche in una delle regioni più ricche d’Europa.

La CSU: primo partito, ma perde consensi

Sin dalle prime elezioni bavaresi nella Germania unificata la CSU, alternativa locale alla CDU a guida Merkel, che concorre in tutti i Länder tranne che in Baviera, ha guidato il parlamento regionale. Nella maggior parte dei casi lo ha fatto con una maggioranza assoluta, senza bisogno di coalizioni; questa volta, il 33% di voti raccolti obbligherà la CSU a trovare un alleato. La sconfitta è dunque relativa, ma non per questo meno pesante. Le ragioni sono da ascrivere a due motivazioni principali: l’alto tasso di litigiosità interna e il tentativo – fallito – di “rubare” voti all’AfD indurendo fortemente i toni sulla questione migratoria.

La prima è incarnata dal rapporto turbolento tra il leader del partito, nonché attuale Ministro dell’Interno Federale, Seehofer e il candidato regionale Söder. I due sono rivali politici più che compagni di partito, e non hanno mai esitato ad incolparsi a vicenda. In più Seehofer è una figura controversa tanto a livello locale quanto nazionale, e ciò ha portato in molti a cambiare bandiera. Questa tendenza è stata particolarmente evidente a seguito dell’intransigenza di Seehofer nei confronti della Cancelliera Merkel a proposito dell’annosa questione migratoria. Le sue posizioni hanno quasi portato al crollo dell’Unione CDU-CSU, allontanando dal centrodestra gli elettori più moderati e pro-migranti; il compromesso raggiunto in seguito, fortemente criticato dalle destre radicali, ha portato gli elettori più conservatori verso l’AfD.

L’SPD: continua la crisi della sinistra tradizionale

La débâcle della CSU in Baviera avrà pesanti conseguenze a livello nazionale, con la già traballante Große Koalition a guida Merkel ancora più delegittimata. Il problema è reso ancora più grave dalle prestazioni dell’altro sconfitto di queste elezioni, il partito socialdemocratico, secondo membro della coalizione di governo. L’SPD ha visto i propri voti dimezzarsi dal 2013, e conferma la crisi a livello europeo della sinistra tradizionale. La ragione principale di un calo di consensi così grave è da ricercarsi nell’esistenza stessa della grande coalizione con il centrodestra. Il processo è stato doloroso e ha portato alle dimissioni del precedente presidente dell’SPD, Martin Schulz, con molti elettori decisamente contrari a un’ennesima alleanza con la Merkel. Questo continuo “sacrificio” dell’SPD per assicurare un governo alla Germania ha portato a una crisi d’identità interna e a una profonda disaffezione nell’elettorato, che ha preferito in molti casi l’alternativa liberale rappresentata dai Verdi.

A tali ragioni strutturali si sono aggiunte le croniche dispute interne e il cosiddetto “caso Maaßen”. Quest’ultimo, capo dei servizi d’intelligence tedeschi e vicino alla CSU, è stato oggetto di controversie per aver ingiustificatamente messo in dubbio un video che mostrava violenze perpetrate da esponenti della destra estrema e per aver fornito informazioni sensibili a membri dell’AfD. L’SPD in quanto membro della coalizione di governo ha immediatamente chiesto la rimozione di Maaßen, e questi per tutta risposta è stato promosso da Seehofer a viceministro degli Interni, in seguito a un compromesso con i socialdemocratici. L’episodio ha causato lo sdegno di tutto il mondo liberale e l’SPD si è dimostrato debole e cedevole nel difendere le sue posizioni.

Elezioni infografica Spiegone

I possibili scenari

Le elezioni in baviera confermano molte delle tendenze caratteristiche della politica europea: i partiti tradizionali perdono consensi, la socialdemocrazia sembra avviata verso una fine inesorabile, e le destre populiste si confermano forti e attraenti. L’elemento nuovo è rappresentato dai Verdi, il cui successo in Baviera potrebbe ripetersi anche nel corso delle incombenti elezioni regionali nel Land dell’Hesse. Diversi analisti ritengono che l’attuale configurazione parlamentare bavarese potrebbe riproporsi nel medio periodo a livello nazionale, con i Grüne a sostituire l’SPD come principale partito di sinistra. E’ probabile che questi ultimi siano meno propensi a creare una nuova versione della Große Koalition tanto a livello regionale quanto nazionale, avendo condotto la propria campagna in chiara contrapposizione con la CSU. Lo scenario più probabile vede la CSU creare la coalizione con i Freie Wähler, partito di protesta conservatore. Quello che è certo è che le elezioni in Baviera avranno serie conseguenze sulla politica federale. Come ha dichiarato un rappresentante dell’AfD, “un terremoto si è mosso verso Berlino”.

Fonti e approfondimenti

https://www.dw.com/en/merkels-sister-conservatives-battered-in-bavaria-greens-gain-big/a-45884764

https://www.dw.com/en/bavarian-social-democrats-getting-desperate-ahead-of-election/a-45815595

https://www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2018/10/13/germania-elezioni-baviera-verdi-merkel/224427/

http://www.spiegel.de/politik/deutschland/landtagswahl-in-bayern-bayerisches-bundesbeben-kommentar-a-1233220.html

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