Il 3 febbraio scorso hanno avuto luogo le elezioni presidenziali nello Stato centroamericano di El Salvador. Su circa 5 milioni e 200 mila salvadoregni iscritti nelle liste elettorali, solo 2 milioni e 700 mila si sono recati alle urne: un’affluenza, dunque, di poco inferiore al 52%. A trionfare con più del 53% delle preferenze è stato il 37enne di origini palestinesi, già sindaco di San Salvador, Nayib Bukele che governerà il Paese, così, per i prossimi 5 anni. Bukele è riuscito a distanziare di quasi 22 punti percentuali Carlos Calleja, candidato del partito di destra ARENA, e a lasciare al 13,8% Hugo Martínez, candidato del partito di sinistra Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN), attualmente al governo con il presidente Salvador Sánchez Cerén. Il risultato ottenuto ha permesso al nuovo presidente salvadoregno di non dover passare per il ballottaggio, previsto nel caso al primo turno nessuno dei candidati avesse raggiunto il 50%.
La vittoria di Nayib Bukele ha interrotto un bipartitismo instauratosi con gli Accordi di Pace di Chapultepec del 1992, firmati a Città del Messico, i quali avevano messo fine alla guerra civile che durava dal 1979. Proprio a ciò si è subito riferito Bukele che, una volta certo della vittoria, ha dichiarato: “Oggi abbiamo fatto la storia. Il mio successo chiude il dopoguerra in El Salvador”.
Il contesto delle elezioni
El Salvador è uno Stato dell’America centrale con una superficie meno estesa di quella della Lombardia e una popolazione di circa 6 milioni e mezzo di abitanti. Negli anni Ottanta il Paese è stato attraversato da una guerra civile durata dodici anni che ha visto la morte di oltre 70 mila persone. Dalla fine della guerra, come accennato prima, El Salvador è stato governato senza interruzione dall’Alianza Republicana Nacionalista (ARENA) salvo passare, negli ultimi due mandati, sotto la guida dell’FMLN. Il Frente Farabundo Martí è un movimento di ispirazione marxista fondato alla fine degli anni Settanta da un gruppo di guerriglieri che si è poi istituzionalizzato dopo gli Accordi di Pace del 1992.
Alle legislative del 2009 il FMLN ha trionfato, confermandosi poi alle presidenziali del 2014 con l’elezione di Sánchez Cerén avvenuta grazie alla promessa di riforme per combattere la povertà e la corruzione, di cambiamenti a favore dei più poveri e di interrompere la violenza nel Paese. Gli impegni della campagna elettorale, come spesso accade, si sono risolte in un nulla di fatto e il Paese ha continuato a versare in una situazione difficile: sotto Sánchez Cerén, la crescita del PIL è stata in media inferiore al 2% l’anno, mentre la povertà è aumentata contribuendo a confermare El Salvador tra i Paesi più pericolosi al mondo.
Il 4 marzo del 2018, però, il bipartitismo salvadoregno ha cominciato a incrinarsi: il FMLN è uscito nettamente sconfitto dalle elezioni parlamentari, perdendo otto seggi a vantaggio del partito di destra ARENA che ne ha ottenuti 37 sugli 84 disponibili. Anche alle municipali, svoltesi lo stesso giorno, non è andata meglio al Frente: il partito sorto dal movimento rivoluzionario ha, infatti, perso la capitale, San Salvador, e 12 capoluoghi dipartimentali su 14. Gli osservatori internazionali hanno, però, subito fatto notare come il vero vincitore fosse l’astensione, arrivata al 50%. Astensione che aveva toccato picchi così alti proprio grazie alla propaganda fatta in tal senso da Nayib Bukele, in quel momento auto-esclusosi dalla corsa elettorale.
Chi è Nayib Bukele
Nayib Bukele nasce nel 1981 a San Salvador da una famiglia molto benestante. Dopo essersi diplomato alla fine degli anni Novanta, Bukele iniziò a lavorare all’interno delle aziende di famiglia, che si occupavano principalmente di relazioni pubbliche. I suoi interessi cominciarono a coincidere quasi subito con quelli del FMLN, intento a istituzionalizzarsi dopo la fine della guerra civile. Bukele si occupò, infatti, dell’immagine del partito e della strategia comunicativa di questa transizione, fino a far diventare il Frente una delle forze politiche salvadoregne più influenti.
Dall’incontro con il FMLN iniziò la sua carriera politica. Nel 2015 Nayib Bukele venne eletto, a 34 anni, sindaco della capitale San Salvador. Come primo cittadino, Bukele ha dimostrato capacità amministrative e di leadership, ottenendo buoni risultati dalla riqualificazione di aree urbane complicate, in particolare dalle piazze della città, abbandonate a sé stesse e catalizzatrici di criminalità.
I rapporti con il partito, però, cominciarono a essere difficili, fino ad arrivare alla cacciata di Bukele nell’ottobre del 2017. La causa ufficiale della sua espulsione è legata al Tribunal de Ética del partito che lo accusò di aggressione verbale, di promuovere le divisioni interne e di atti diffamatori verso il partito. In particolare, pare sia stata un’affermazione fatta nei confronti dell’avvocato Xochitl Marchello a sancire la sua uscita: Bukele avrebbe, infatti, paragonato lo stesso a una bruja, a una strega. Bukele ha sempre negato questi presunti comportamenti scorretti, imputando al FMLN la chiusura ideologica verso nuove proposte.
Una volta fuori dal partito, però, Bukele ha continuato a fare politica arrivando a proporsi come candidato per le elezioni presidenziali del 2019. Inizialmente, egli voleva presentarsi in veste di indipendente anti-establishment e per questo motivo aveva fondato, al principio del 2018, il movimento Nuevas Ideas. Tuttavia, a causa delle leggi salvadoregne, Nuevas Ideas non è riuscito a essere riconosciuto come partito politico in tempo per iscriversi alle presidenziali di quest’anno. Per questo motivo, Bukele ha in seguito scelto di candidarsi come leader di un piccolo partito di destra, la Gran Alianza por la Unidad Nacional (GANA). Nonostante Bukele abbia sempre rivendicato le sue posizioni di sinistra e si sia spesse volte definito al di sopra dei partiti tradizionali, quest’ultima scelta ha tolto molti dubbi sull’orientamento del nuovo presidente.
Promesse di un futuro migliore
Come abbiamo visto, la sua candidatura era stata già lanciata un anno: alle elezioni parlamentari e amministrative del marzo 2018, la sua popolarità aveva contribuito a condizionare il risultato, almeno quello dell’affluenza. Una volta ufficializzato che avrebbe partecipato alle presidenziali del 2019, Bukele ha iniziato un’intensa campagna elettorale basata sulla lotta alla corruzione, alla povertà e alla violenza. Proprio dai soldi risparmiati grazie alla lotta alla corruzione, Bukele prevede di eliminare le tasse a 100 mila famiglie sotto la soglia di povertà e di istituire 20 mila borse di studio per permettere ai giovani di studiare all’estero. Sempre a proposito di corruzione, punto forte della sua propaganda, il nuovo presidente di El Salvador ha dichiarato che chiederà l’istituzione di una commissione anticorruzione amministrata da rappresentanti delle Nazioni Unite.
Oltre al suo programma elettorale, ciò che ha permesso a Nayib Bukele di ottenere tutto questo consenso è stato l’utilizzo dei social network a fronte della campagna elettorale tradizionale degli altri partiti. Il suo profilo Facebook, ad esempio, è seguito da circa 1 milione e mezzo di persone, mentre quello di Twitter ha circa 500 mila follower. La campagna social ha sfruttato la presenza scenica di Bukele che è riuscito così a farsi apprezzare per la spontaneità e la vicinanza al popolo; nemmeno a dirlo, i consensi più alti sono venuti dalla fascia di popolazione sotto i 30 anni.
La campagna elettorale, però, è ormai alle spalle e i problemi che Bukele dovrà risolvere sono molti. Oltretutto, il nuovo presidente, quando entrerà in carica ufficialmente il 1° giugno prossimo, dovrà fare i conti anche con il suo vecchio partito, Nuevas Ideas, momentaneamente abbandonato, ma pur sempre fucina di consensi. Bukele dovrà ragionare su questo e su quale maggioranza lo sosterrà perché, non dimentichiamolo, El Salvador è una Repubblica presidenziale e il parlamento, al momento, parla ancora la lingua della vecchia politica.
Fonti e approfondimenti:
Trading Economics: https://tradingeconomics.com/
Tribunal Electoral de El Salvador: https://www.tse.gob.sv/
El Faro, Bukele tiene que renunciar a Gana para quedarse con Nuevas Ideas: https://elfaro.net/es/201902/ef_radio/22988/%E2%80%9CBukele-tiene-que-renunciar-a-Gana-para-quedarse-con-Nuevas-Ideas%E2%80%9D.htm
Foreign Policy, Can El Salvador’s New President Fix What’s Driving Citizens Out?: https://foreignpolicy.com/2019/02/04/can-el-salvadors-new-president-fix-whats-driving-citizens-out/?utm_source=PostUp&utm_medium=email&utm_campaign=11377&utm_term=Editor#39;s%20Picks%20OC
Reuters, El Salvador populist holds lead weeks ahead of presidential vote: https://uk.reuters.com/article/uk-el-salvador-politics-poll/el-salvador-populist-holds-lead-weeks-ahead-of-presidential-vote-idUKKBN1OC2OE
Los Angeles Times, El Salvador goes to the polls on Sunday to elect a new president: https://www.latimes.com/world/mexico-americas/la-fg-el-salvador-elections-20190202-story.html