L’India è una federazione di Stati con una realtà sociale e culturale molto complessa e articolata. Questa molteplicità si riflette nel panorama partitico indiano, molto variegato e articolato in partiti a livello nazionale e statale.
Classificazione dei partiti
In India, i partiti che desiderano partecipare a qualsiasi tipo di elezione (nazionale, statale o locale) devono registrarsi presso la Commissione Elettorale dell’India (ECI). Una volta registrati, i partiti godono di una serie di privilegi come un proprio simbolo riconosciuto, la possibilità di pubblicità gratuita sui canali televisivi o radiofonici nazionali e la possibilità di partecipare alla consultazione per fissare le date e le regole della campagna elettorale.
A livello nazionale i partiti attualmente riconosciuti sono 7, a livello statale i partiti salgono a 47 mentre in totale i partiti registrati sono circa 1600.
I partiti nazionali
Per essere riconosciuto a livello nazionale un partito deve rispettare 3 condizioni:
- Il partito deve vincere il 2% dei seggi nella Lok Sabha, la Camera bassa del Parlamento, con candidati provenienti da almeno tre diversi Stati;
- Nelle elezioni generali il partito deve riuscire a ottenere il 6% dei voti e deve vincere almeno 4 seggi nella Camera bassa del Parlamento;
- Il partito deve essere riconosciuto come un partito a livello statale in 4 o più Stati.
Nonostante l’enorme numero di partiti politici presenti sul territorio indiano, sono pochissimi quelli che riescono a rispettare le 3 condizioni sopra elencate e che sono in grado di far sentire la loro presenza a livello nazionale. La ragione di questa limitata presenza partitica a livello nazionale non sta tanto nella severità delle condizioni per raggiungere lo status di partito nazionale, ma piuttosto nel fatto che la stragrande maggioranza dei partiti indiani ha una dimensione limitata e circoscritta sul territorio. Nella maggior parte dei casi, infatti, i partiti riescono a risultare vincitori in uno o al massimo due Stati.
I partiti nazionali in India sono sette: l’All India Trinamool Congress (AITC), il Bahujan Samaj Party (BSP), il Bharatiya Janata Party (BJP), il Communist Party of India (CPI), il Communist Party of India (Marxist) (CPI(M)), l’Indian National Congress (INC) e il Nationalist Congress Party (NCP).
I partiti nazionali più importanti sono il partito del Congresso (l’INC) e il partito nazionalista hindu (il BJP). Gli altri partiti, pur rivestendo un ruolo minore, sono comunque influenti.
Il Congresso Nazione Indiano (INC)
Il Congresso Nazionale Indiano (INC), fondato nel 1885, fu il primo movimento nazionalista moderno a emergere nell’impero britannico in Asia e in Africa. L’INC è un partito laico socialdemocratico ed è generalmente considerato il centro-sinistra della politica indiana. Dalla fine del diciannovesimo secolo, sotto la guida del Mahatma Gandhi e di Jawaharlal Nehru, il Congresso divenne il principale promotore del movimento indipendentista indiano. Dopo l’indipendenza nel 1947, l’INC formò il primo governo centrale e la maggior parte dei governi regionali statali, diventando così il partito politico predominante. L’INC ha vinto in dieci delle 16 elezioni generali dall’indipendenza, guidando la coalizione di governo per circa mezzo secolo. Le elezioni del 2014 hanno segnato il momento storico più buio del partito del Congresso, conquistando appena 45 seggi sui 545 disponibili nella Camera bassa del Parlamento indiano, la più bassa performance elettorale nella sua storia.
Da sempre i leader e i segretari del partito del Congresso sono legati alla famiglia Nerhu-Gandhi: a partire dal primo premier Jawarlal Nehru, passando per la figlia Indira Gandhi e per il nipote Rajiv, fino all’italiana Sonia Gandhi che ha da poco rinunciato alla carica di segretario del partito in favore di suo figlio Rahul (pronipote di Nerhu); la linea di successione della famiglia politica più importante dell’India è stata solo temporaneamente interrotta da altre figure politiche del Congresso.
Il partito nazionalista Induista (BJP)
Il Partito Nazionalista Induista (BJP) è il partito dell’attuale primo ministro, Narendra Modi. Fondato nel 1980 a seguito della scissione del Janata Party, è un partito con una forte connotazione religiosa (contrariamente alla dichiarata laicità dell’INC), conservatore e fautore di una politica nazionalista.
La vera ascesa del partito è avvenuta nel 2014, quando Narendra Modi ha stravinto le elezioni conquistando larga parte dei consensi su tutto il territorio e ottenendo una maggioranza assoluta che fino a ora solo il governo di Indira Gandhi era riuscito a raggiungere.
Dalle elezioni generali del 2014, il BJP ha consolidato il potere diventando un partito molto forte anche a livello ragionale, strappando all’ICN i governi di Stati chiave.
Il BJP ha però subito una forte battuta d’arresto nel dicembre 2018 perdendo i governi di alcuni Stati molto importanti soprattutto nel nord dell’India, dove aveva precedentemente fatto il pieno dei consensi.
Attualmente Modi e il suo partito stanno cercando di riconquistare i consensi perduti in questi Stati e stanno cercando di far fronte delle violenze recentemente scoppiate in Jammu e Kashmir dove la situazione sta diventando sempre più tesa.
I partiti nazionali minoritari
Il Partito della Società Maggioritaria
Il Partito della Società Maggioritaria (Bahujan Samaj Party, BSP) è un partito d’ispirazione socialista, influenzato dalle teorie di Ambedkar, che fu il fondatore del Movimento Buddhista Dalit e sostenitore dell’emancipazione di coloro i quali vengono definiti “intoccabili” perché esclusi dal sistema castale (i cosiddetti “Dalit” in lingua Hindi). Il loro elettorato di riferimento sono le persone più povere come i dalit; è recente l’idea di affiancare, all’ormai consolidato voto dei dalit, quello della piccola borghesia brahamina spesso oberata da difficoltà economiche. Questa scelta, insieme alla temporanea alleanza con il BJP, ha fatto sì che il BSP risultasse il primo partito nell’Uttar Pradesh nel 2007. Tuttavia, alle precedenti elezioni generali del 2014 il BSP non è stato in grado di conquistare nessun seggio alla Camera bassa del Parlamento.
La lotta interna dei partiti comunisti in India
I due partiti comunisti nazionali sono nati a seguito di una scissione del CPI (il più vecchio) riguardo a quale linea politica seguire. Il partito comunista marxista si è separato dal partito comunista indiano nel 1964. Alle elezioni del 2014 il CPI ha conquistato un solo seggio nel Parlamento indiano e l’ECI ha stabilito che qualora questa performance venisse ripetuta anche alle prossime elezioni del 2019, al CPI verrà revocato lo status di partito nazionale. Il partito comunista marxista (CPIM) invece non sembra in pericolo data la forte e radicata presenza a livello statale in ben 8 Stati.
L’opposizione interna a Sonia Gandhi
Il National Congress Party (NCP) è il partito più giovane tra i partiti nazionali ed è nato in seguito al rifiuto di alcuni membri dell’INC di accettare la decisione di affidare a Sonia Gandhi la segreteria del partito. Questi membri fondarono un nuovo partito del Congresso che però non ha lo stesso peso politico dell’originale Congresso.
I partiti statali
Su tutto il territorio indiano esistono forti diversità culturali, etniche, linguistiche e sociali che caratterizzano ogni regione e Stato dell’India. Per questo motivo i partiti statali hanno un ruolo chiave nella politica indiana.
In alcuni Stati emergono dei partiti statali che riescono a imporsi sui partiti nazionali a seguito di particolari condizioni. Un primo esempio è la presenza di comunità etniche nel sud dell’India, che parlano lingue (cioè lingue appartenenti a una famiglia linguistica diversa da quella indoeuropea presente nel nord) e che hanno caratteristiche culturali diverse da quelle del nord; queste peculiarità hanno fatto in modo che si imponesse un partito locale estremamente legato al territorio. Un secondo esempio è la presenza di movimenti indipendentisti nel Jammu e Kashmir dove hanno prevalso partiti statali con tendenze secessioniste.
Tuttavia, l’unico partito regionale che è riuscito ad avere una rilevanza a livello nazionale è l’All India Trinamool Congress (AITC ) che dal Bengala Occidentale ha espanso la sua sfera di influenza in altri 4 Stati, riuscendo a soddisfare i requisiti per ottenere lo status di partito nazionale oltre che statale. Questo partito, con la sua leader Mamata Banerjee – definita “la politica più onesta dell’India” – è stato riconosciuto a livello nazionale appena due anni fa. Nonostante il territorio indiano non sia culturalmente eterogeneo, è importante notare come questo partito locale sia riuscito a espandersi oltre i confini regionali per affermarsi in altri Stati contigui, dando vita a una nuova ed efficace politica dal basso verso l’alto.
Fonti e approfondimenti
Election Commission of India, List of Political Parties 2018, ultimo accesso 1 aprile 2019, https://eci.gov.in/candidate-political-parties/list-of-political-parties/
Elections.in, Political Parties in India, ultimo accesso 1 aprile 2019, http://www.elections.in/political-parties-in-india/
Maps of India, Assembly Elections Results, ultimo accesso 1 aprile 2019, https://www.mapsofindia.com/election/
The Hindu, Lok Shaba Election 2019, ultimo accesso 1 aprile 2019 https://www.thehindu.com/elections/lok-sabha-2019/
Mukhopadhyay, N., Why the 2019 election may be the most crucial in India’s history, AlJazeera Opinion, 28 November 2018, https://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2019-election-crucial-india-history-181120160323155.html