La leva politica della comunità drusa nel Levante

di Samir Paravicini

Dopo aver parlato delle origini della comunità drusa e descritto i principi cardine della sua fede, analizziamo ora il ruolo politico che i drusi hanno ricoperto in Siria, Libano e Israele.

I drusi in Siria: i capi della montagna

La popolazione drusa in Siria si concentra nel sud del Paese, principalmente nella provincia di Sueida. Questa regione di montagna ha rappresentato il santuario dei drusi durante le persecuzioni perpetrate da Fatimidi, Mamelucchi e Ottomani nel corso dei secoli. Benché comprendano solo il 3% della popolazione, i drusi hanno comunque avuto un ruolo fondamentale nella conformazione dello Stato siriano.

All’epoca del mandato, la comunità drusa ha partecipato attivamente  alla Rivoluzione siriana (1925–1927) e alla conseguente espulsione dei francesi. Furono gli stessi drusi, sotto la guida del noto leader Sultan Pasha Al-Atrash, che si ribellarono contro il piano francese di creare uno Stato druso nel sud dell’odierna Siria negli anni venti. Tuttavia, dopo l’indipendenza, molti si imposero ferocemente all’intromissione del governo di Damasco nella regione.

Fonte: Wikipedia

Nel primo decennio successivo all’indipendenza siriana, infatti, Damasco temeva una secessione del Jabal al‑Druze (la Montagna drusa). Intimorito da questo rischio e dalle continue richieste di mantenere i privilegi e l’autonomia concesse ai drusi durante il mandato francese, nel 1953 il presidente siriano di allora, Adib Al‑Shishakli, inviò l’esercito nella regione, causando diversi scontri e numerosi morti.

Col passare degli anni, e complice la cooptazione da parte del governo centrale, la comunità drusa riuscì a integrarsi nello scenario politico siriano. Ai drusi vennero assegnate posizioni di rilievo nell’esercito e diversi ufficiali presero parte ai colpi di stato degli anni Cinquanta e Sessanta. Con il colpo di stato ba’athista del 1963, poi, il coinvolgimento politico dei drusi in Siria aumentò notevolmente: numerosi membri della comunità iniziarono dunque a ricoprire alti incarichi non solo nell’esercito, ma anche nel partito.

La polarizzazione alawita-drusa dominò il panorama politico fino alla fine degli anni Sessanta, quando a seguito del tentato colpo di stato da parte del druso Salim Hatoum del 1966, i membri della comunità iniziarono a essere epurati dall’esercito e dal partito. Già negli anni Settanta, con l’ascesa al potere di Hafiz al-Assad, non vi erano quasi più drusi a ricoprire posizioni di spicco, mentre invece l’elemento alawita si era rafforzato considerevolmente.

Pur esercitando un’influenza politica ridotta, i drusi continuarono a sostenere il partito negli anni Settanta e Ottanta, a ragione del secolarismo e delle politiche socioeconomiche del regime.

L’ascesa al potere del presidente Bashar al-Assad nel 2000 non ebbe effetti significativi sui rapporti tra la comunità e il regime. Nel 2011, alcuni gruppi drusi della regione di Sueida presero parte a manifestazioni contro il regime, che non raggiunsero mai, però, dimensioni simili a quelle delle città a maggioranza sunnita. Per questa ragione, il regime non cercò di reprimerle con la stessa forza impiegata nelle province sunnite.

Durante la guerra civile la maggior parte dei drusi si è mantenuta neutrale oppure a fianco del governo. Molti drusi, tutt’oggi, temono più l’opposizione di quanto non temano il governo, dal momento che il rischio di scontri con i ribelli sunniti e gruppi jihadisti sono percepiti come una minaccia maggiore. Bashar al-Assad, infatti, è riuscito a controllare e proteggere il territorio druso per mezzo di una rete clientelare e di milizie pro-regime, tramite cui protegge i villaggi della montagna drusa e reprime inoltre il dissenso.

I drusi in Libano: il dominio dei Jumblatt

Su un totale di circa 6,2 milioni di abitanti, i drusi rappresentano solo il 5,2% della popolazione del Paese dei cedri, e si concentrano maggiormente nella regione del Monte Libano e in alcune enclave al Sud di Beirut. Una delle 18 comunità riconosciute dal governo, la comunità drusa è considerata nell’ordinamento libanese come una delle cinque branche dell’Islam, e figura anche tra quelle che hanno avuto un ruolo fondamentale nella creazione dell’odierno stato libanese.

Le origini della presenza drusa in territorio libanese si rifà alla confederazione tribale dei Tanukhidi, tribù araba che recepì il messaggio dei missionari drusi intorno all’Undicesimo secolo. Questa presenza si intensificò durante le crociate, quando il governatore di Damasco inviò nella regione altre tribù druse per difendere le montagne e la costa. Nel corso degli ultimi secoli nella montagna libanese si sono registrati diversi scontri, tra cui un devastante conflitto a metà Ottocento tra i proprietari terrieri drusi e i contadini cristiani maroniti, in cui furono coinvolte perfino Francia e Gran Bretagna.

Il Patto Nazionale del 1943 (al-Mīthāq al-Waṭanī) ha istituzionalizzato il Confessionalismo libanese al momento del conseguimento dell’indipendenza: questo prevede che le diverse cariche politiche si distribuiscano seguendo criteri settario‑religiosi e coinvolgendo le principali comunità. Per questo motivo, ai drusi non è permesso ricoprire l’incarico di presidente della Repubblica (maronita), Primo ministro (sunnita) e Speaker del Parlamento (sciita), sebbene generalmente l’usanza vuole che il Capo di stato maggiore dell’esercito sia druso.

Durante la guerra civile libanese (1975-90) i drusi erano favorevoli al panarabismo e alla resistenza palestinese. Quasi la totalità del consenso druso si concentrò attorno alla figura di Kamal Jumblatt, leader indiscusso e fondatore del Partito Socialista Progressista, il quale si batté contro le milizie cristiane. In seguito all’assassinio di Kamal Jumblatt nel 1977 da parte del regime di Damasco, il figlio, Walid Jumblatt, prese il posto di portavoce dei drusi, ruolo che mantiene ancora oggi.

Walid, un abile politico, si è trovato negli ultimi anni al centro della disputa tra i blocchi pro-siriani e anti-siriani dello spettro politico libanese, cambiando in diverse occasioni la sua posizione, senza perdere tuttavia il consenso della comunità. Jumblatt passò dall’essere uno stretto alleato del regime siriano negli anni Novanta, al diventare figura di spicco dell’Alleanza del 14 marzo anti-siriana, nata dopo l’assassinio del Primo ministro Rafik Hariri nel febbraio 2005. Successivamente, nel 2009, Jumblatt si è inaspettatamente riconciliato con Damasco, permettendo la formazione di un governo filo-siriano nel 2011. Nel 2013, ha invertito ancora la sua posizione politica, e da allora è stato un feroce critico del regime di Assad e dei suoi alleati in Libano.

Secondo gli osservatori della politica libanese contemporanea, difficilmente si possono comprendere le complesse dinamiche politiche del Paese senza analizzare l’attuale ruolo di Jumblatt. Infatti, quest’ultimo ha svolto un ruolo fondamentale nell’arena politica del Libano per circa quarant’anni, e in particolar modo tra il 2000 e il 2013. Il secondo più grande partito politico sostenuto dai drusi è il Partito Democratico Libanese guidato da Talal Arslan, che ha però un ruolo marginale.

I drusi in Israele: il patto di sangue

In Israele i drusi vivono principalmente in tre zone: la regione del Monte Carmelo, la Galilea e le Alture del Golan, che sono state annesse dalla Siria dopo la guerra del 1967. La loro presenza nella Palestina storica e nell’odierno territorio israeliano risale a circa trecento anni fa, quando scesero dal Monte Libano e dal Jabal al-Druze.

I centoventi mila drusi che abitano nelle prime due regioni sono cittadini israeliani a tutti gli effetti, mentre i ventimila che abitano nelle Alture del Golan sono perlopiù cittadini siriani con residenza in Israele, e con la possibilità di ottenere la cittadinanza israeliana qualora facessero richiesta.

I drusi furono riconosciuti da Israele come una comunità diversa da quella islamica nel 1957. Molti di essi presero parte nelle campagne delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per contrastare l’ostilità dei nazionalisti arabi e islamisti negli anni ’40, e fu proprio grazie a questa collaborazione che venne riconosciuta loro la concessione della cittadinanza israeliana. Nel 1956 Israele estese la leva obbligatoria a tutti i drusi possedenti la cittadinanza israeliana. Questa alleanza viene spesso definita dai leader della comunità drusa in Israele come il “patto di sangue” (Brit Damim) con gli ebrei. Dai palestinesi, perciò, essa viene vista come una forma di alto tradimento alla loro causa.

Non tutti i drusi presero parte agli scontri a fianco delle forze sioniste, ma è anche vero che l’ideologia pan-arabista non trovò terreno fertile presso le loro comunità.

Durante le elezioni israeliane, il voto druso si è sempre orientato verso destra. Mentre durante le ultime elezioni, nell’aprile di quest’anno, i drusi hanno espresso una certa preferenza per il candidato Benny Gantz, le cui posizioni sono state considerate più moderate rispetto a quelle del precedente governo guidato da Bibi Netanyahu.

Ciò potrebbe essere dovuto anche al forte risentimento della comunità in seguito all’approvazione della legge dello Stato Nazione Ebraico. Secondo alcuni, infatti, i drusi sarebbero stati così ridotti a cittadini di seconda classe, nonostante la loro completa fedeltà a Tel Aviv. Inoltre, non sono pochi gli episodi di manifestazioni dei giovani drusi contro la leva obbligatoria. È importante ricordare che per i cittadini arabo-israeliani, cristiani e musulmani arruolarsi nell’esercito non è obbligatorio. Netanyahu, nel tentativo di evitare le critiche e il malessere creatosi dopo il passaggio di questa controversa legge, ha avviato un progetto di bozza incentrato sulle comunità druse, prevedendo per esse fondi e incentivi economici.

Fonti e approfondimenti:

Hazran Y., Between Hammer and Anvil: The Druze Dilemma in Syria, Tony Blair Institute for Global Change, 13/05/2016

Druze in Syria, Religious Literacy Projects

Prince-Gibson E., Druze in the Golan Heights have long been ‘on the fence’ between Syria and Israel. Syria’s civil war has changed things, Public Radio International, 16/11/2017

Sebastian G., Political Leadership in Lebanon and the Jumblatt Phenomenon, The SAIS Europe Journal, 05/05/2017

Judi Maltz, Having Been ‘Knifed in the Back,’ These Israeli Druze Won’t Be Backing Bibi This Time Around, Haaretz, 27/03/2019

Younis R., Druze draft refuser sent to Israeli military prison, put in solitary, 972 Magazine, 22/04/2019

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